Covid: l’impatto sul mercato degli integratori

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Con le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, promozione e vendita degli integratori alimentari si sono spostate sui canali digitali, limitando, nel complesso, l’effetto sulle vendite

Sebbene qualche categoria di prodotto stia beneficiando della pandemia in corso (come i dispositivi per la protezione personale e i prodotti per i disturbi del sonno) le vendite in farmacia hanno complessivamente subito una contrazione, che non ha risparmiato gli integratori alimentari. In un webinar intitolato “Mercato. Ripensare il modello di informazione e promozione degli integratori alimentari per affrontare il new normal”, Federsalus ha provato – con l’aiuto delle analisi di Iqvia, Tradelab e Pharmanutra – ad analizzare l’impatto dell’emergenza sanitaria sul mercato del integratori.

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Un contesto di debolezza

Nei dodici mesi mobili terminati ad agosto 2020, le farmacie italiane hanno registrato un calo del 2,8%. Restringendo l’analisi ai primi dieci mesi del 2020, la contrazione è del 2%, con 19,5 miliardi di euro di fatturato e quasi 2 miliardi di confezioni vendute. È soprattutto l’etico a segnare il passo, con -3% a valori e -4% a volumi. Il comparto commerciale, invece, si difende meglio e arriva a 8,2 miliardi di euro (invariato rispetto all’anno scorso) con 784 milioni di confezioni vendute (+2%).

In questo contesto, gli integratori alimentari in farmacia presentano un andamento in leggera crescita (+0,8%) nei 12 mesi mobili fino ad agosto. Nei primi otto mesi del 2020, però, segnano un calo a valore del -1,1% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Sebbene per gli integratori la flessione del 2020 sia comune alla maggior parte delle aree di mercato, qualche categoria mostra un andamento in controtendenza.

In particolare, crescono l’area delle vitamine e minerali (+4%) e le vendite di prodotti per il sonno e il rilassamento (22,7%), parallelamente al diffondersi dei “disturbi da lockdown” (nelle prime 43 settimane dell’anno i prodotti per il sonno hanno complessivamente raggiunto un +34% rispetto al 2019).

Trasferimento sui canali digitali

Con l’introduzione delle limitazioni agli spostamenti sul territorio, le vendite di integratori alimentari si sono riversate sui canali online, che hanno fatto registrare un notevole incremento: nell’anno mobile terminato a giugno 2020, il fatturato è cresciuto del 34%, per un totale di 133 milioni di euro. A valore, si tratta della prima categoria di vendita nell’ambito delle farmacie e parafarmacie online, un canale che in generale ha ottenuto un’ottima performance, generando nello stesso periodo un valore complessivo di 303 milioni di euro (+53,6% rispetto all’anno precedente).

La maggior parte del fatturato è stato generato dai prodotti OTC (61%) – categoria nella quale rientrano anche gli integratori alimentari – seguiti dal personal care (31%), dal parafarmaco (5%) e dai prodotti nutrizionali (3%).

Anche online la farmacia resta il riferimento

Anche quando non è fisicamente accessibile, la farmacia resta il punto di riferimento sanitario per i cittadini. Da un’indagine di TradeLab emerge che nella maggior parte dei casi, se il consumatore non può recarsi in farmacia, sceglie comunque un’alternativa connessa: l’ordine a distanza con ritiro in farmacia (27,1% a giugno 2020) o presso un suo locker (7,9%) e gli acquisti online su siti di farmacia/parafarmacia (30,5%). Per contro, gli acquisti online di prodotti venduti in farmacia su siti generalisti rappresentano il 21,7% delle scelte. Questo rende conto dell’immutata considerazione dei cittadini nei confronti delle farmacie. L’indagine rivela come la farmacia venga vissuta come punto di riferimento per problemi di salute anche per evitare di recarsi dal medico (60% degli intervistati), un luogo dove trovare professionisti affidabili (39%), un posto sicuro, in cui sono state messe in atto tutte le procedure per la sicurezza dei clienti (56%). La figura del farmacista è fondamentale anche al momento dell’acquisto: il 45% degli intervistati si affida al suo consiglio per la scelta dei prodotti, seguito da chi seleziona marchi già noti (21%) o consigliati (14%).