Si è tenuto dal 28 al 30 settembre “DERMOCOSM. La salute è bellezza”, un congresso interdisciplinare a porte aperte animato dalla comunità scientifica per scoprire le più importanti novità che le aziende della dermatologia, della medicina anti-aging, della cosmetologia e dell’alta tecnologia applicata alle cure estetiche hanno recentemente introdotto per custodire la bellezza della pelle. Il tutto concepito nell’ambito della Milano Beauty Week.

Fidelizzare il consumatore anche al counselling, autorevole e dedicato, in ambito di dermocosmesi in farmacia. Un investimento in termini di selezione di brand qualificati da know-how scientifici, di (in)formazione professionale al farmacista, specializzata e comunicazionale verso il cliente/paziente, di apertura a nuove collaborazioni con esperti e specialisti, come il dermatologo o il cardiologo, di restyling strutturali del presidio.

Il lancio frontale dell’asset dermocosmetico, cominciato in epoca pandemica con picchi che talvolta hanno superato le quote di mercato della profumeria, desta interesse da parte del retail farmaceutico, come il gruppo Hippocrates Holding, delle istituzioni, quali Federfarma Lombardia, regione che vede sul proprio territorio i maggiori numeri di presidi farmaceutici (oltre 3 mila) e di aziende di dermocosmesi, delle cooperative di (giovani) farmacisti, e degli Enti di formazione, tra questi Cosmofarma, il punto di riferimento di eccellenza per l’intera filiera del pharma.

Fidelizzare il consumatore

Oggi, la farmacia “vende” soprattutto prodotti e linee viso (29%), a fronte di un 19% riferibile al mercato corpo, tricologia e capelli, ancora poco compenetrati. L’autorevolezza del farmacista può essere un forte propulsore per il potenziamento del comparto all’interno del canale farmacia e per la fidelizzazione del cliente, puntando su alcune leve attrattive, quali ad esempio brand qualificati che presidiano il canale e/o con cui siglare esclusive di area o nazionali.

Forte del fatto, come confermano le istituzioni, che la popolazione ha eletto il farmacista come un interlocutore privilegiato anche per consigli riguardanti la cura della pelle, del viso e del corpo – comparti in cui la farmacia si profila leader di mercato – rispetto al make-up che resta più in ombra.

Evidenze che richiamano l’attenzione alla necessità di una formazione continua del farmacista, anche in dermocosmesi, e di una stretta collaborazione con le aziende. Inoltre, il comparto si presta anche ad accompagnare il consumatore in un “viaggio esperienziale” nella bellezza che passa dall’ascolto empatico e (in)formato del farmacista verso i bisogni e necessità della pelle del consumatore, dal consiglio di un cosmetico eventualmente affiancato da un farmaco/prodotto sistemico, grazie a consulenze one-to-one, fino a prove prodotto e/o un trattamento in cabina estetica.

Tutto in un’ottica di personalizzazione del consiglio e della soluzione per il cliente: una recente indagine condotta da Cosmofarma, mirata a valutare la fiducia del consumatore verso la farmacia, attesta che il 70% dei pazienti-clienti si rivolge al presidio con la consapevolezza di poter ricevere risposta immediata in tema di salute e (dermo)cosmesi.

La formazione

L’orientamento e le esigenze del nuovo consumatore spingono a formare il farmacista con contaminazione di sapere che spaziano a conoscenze e modalità di approccio oltre il front-office, e che includono ad esempio anche la comunicazione e il modo di (pro)porsi al cliente, i know-how del brand e le caratteristiche dei prodotti suggeriti.

Opportunità formative offerte, ad esempio, dalle Academy e progetti dedicati (tra questi Kalos del gruppo Hippocrates), dalle iniziative di Fondazione Muralti che da 40 anni, rappresenta il braccio destro di Federfarma in ambito di aggiornamento dei farmacisti in ambito scientifico e cosmetico o dalla partecipazione a eventi in primis Cosmofarma, strategica per il titolare di farmacia, impegnata a creare momenti di incontro verticali, dedicati anche al mondo della dermocosmetica che puntano su approfondimenti, contaminazione di discipline, aggiornamento, motivazione, voglia di mettersi in gioco su nuove sfide in entrambi gli ambiti: salute e dermocosmesi, appunto.

Cosmofarma nell’edizione 2024 potrebbe presentare anche delle novità in ambito B2C. Formazione che deve coinvolgere, specie in caso di cooperative, l’intero team della farmacia: dal magazziniere all’addetta di reparto al farmacista; fondamentale la collaborazione con i brand partner, medici e farmaceutici, per la pianificazione di percorsi di formazione dedicato e differenziati all’intero staff.

Non ultimo, in prospettiva, la farmacia dei servizi ha l’intento e l’obiettivo di aprirsi a consigli specializzati e specialistici, avvalendosi, ad esempio, della collaborazione di altri professionisti, quali il dermatologo o il cardiologo, per creare sempre maggior sinergia fra la medicina territoriale e la farmacia stessa.

Potenziare la telemedicina, con servizi di televisita, di supporto da remoto a pazienti con difficoltà di accesso a realtà ospedaliere o punti specialisti e accelerare la risposta medico-sanitaria (prima fra tutti decongestionare le liste di attesa sfruttando la rete capillare delle farmacie), sono fra le proposte più accreditate.

In questa direzione l’8 Agosto scorso, Regione Lombardia ha emanato una delibera, nata dalla collaborazione anche con le ATS e la politica, importante anche per il settore farmacia e all’indirizzo di tutte le farmacie regionali e interregionali: una sorta di “linea guida” con indicazioni strutturali per la farmacia dei servizi, dall’organizzazione dei locali, ai requisiti igienico-sanitari, ai servizi e apparecchiature di attuale e prossimo utilizzo dentro il presidio e delle diverse figure professionali che possono e potranno operare in farmacia.

Il digitale

Sito, e-commerce, social: anche la farmacia non può prescindere da questo “network” per fare cultura e di divulgazione, stante che il 65% della popolazione consulta la rete per avere risposta a una problematica o necessità della pelle.

Un “valore” che potrebbe essere tuttavia molto insidioso: la community di specialisti, fra cui gli stessi farmacisti, devono alimentare anche questi canali di informazione e diventare il “Google” accreditato della salute on line. Processo che parte innanzitutto dalla conoscenza e profilazione del consumatore e della scelte di acquisto preferenziali.

In questa direzione il retail ha il vantaggio di disporre di dati sia del mercato fisico che on line, utili al brand per intercettare la tipologia di clientela interessata a specifici prodotti. È fondamentale che anche sui social, la comunicazione/divulgazione sia autorevole, rispetti le regole di trasparenza verso il consumatore, secondo un codice deontologico e che sia patient-opiented. Tra queste alcune pagine aperte e guidate da farmacisti, come Farmaciste Amiche che punta a (es)portare la professionalità del farmacista fuori dal presidio, favorire l’informazione corretta e puntuale attraverso una comunicazione semplice, autorevole, non a scopo di vendita.