Per superare l’idea che l’anticorruzione sia “un sistema ispettivo da subire o un orpello amministrativo” Ispe-Sanità ha presentato dieci proposte al fine di assicurare un obiettivo raggiungibile nelle strutture sanitarie e migliorare l’efficacia dell’attività anticorruzione in sanità.
L’incontro “L’etica e l’arte della manutenzione del Ssn. L’Anticorruzione possibile: entriamo nel merito” è stato l’occasione per presentare i ‘Livelli Essenziali Anticorruzione’ (Lea), cioè dieci proposte di standard minimi che devono essere assicurati dalle strutture sanitarie.
L’incontro, che si è svolto presso la sala del consiglio della Camera di Commercio di Roma, è stato promosso dall’Istituto per la promozione dell’etica in Sanità (Ispe-Sanità) con il patrocinio ufficiale di Fnomceo e di FederSanità Anci.
“A 5 anni dalla Legge 190, abbiamo assistito a un impegno straordinario della PA italiana nella prevenzione di corruzione e illegalità”, ha dichiarato Francesco Macchia, presidente Ispe-Sanità, “se si vuole che questa spinta non si trasformi in meri adempimenti burocratici con la conseguenza di disinnescare l’efficacia di quelle stesse indicazioni, si deve promuovere un approccio di sistema che punti ad un significativo ‘cambio di passo’ culturale, coinvolgendo tutte le forze che ne marcano l’urgenza, dalla stessa Anac alle Regioni, fino alle organizzazioni federative sul territorio e ai medici che stanno sul campo a fianco dei cittadini”, ha concluso Macchia.
Tra i punti fondamentali del Decalogo, troviamo:
- l’implementazione di reti di responsabili per la prevenzione della corruzione;
- trasparenza (Rpct) per la costruzione di un unico ufficio controlli coordinato;
- l’istituzione di un ufficio comunicazione permanente;
- la costruzione di una leadership etica.
L’impegno dei promotori del documento “è stato quello di rendere intellegibili, a legislazione vigente senza costi aggiuntivi e per ogni Regione, dieci Livelli Essenziali Anticorruzione affinché si avviino ovunque quei processi culturali e organizzativi che sostengano la direzione generale sanitaria a prendere decisioni strategiche ed operative nella prevenzione del rischio corruttivo, iscrivendola tra i mandati politici”.
Il Decalogo nasce dell’esperienza quadriennale di formazione etica a dirigenti e operatori di Asl e Ao, condotta sul campo da Ispe Sanità e @Spazioetico. Alla stesura del documento, coordinato da Fabio Fantoni, segretario Ispe-Sanità, hanno partecipato Massimo Di Rienzo e Andrea Ferrarini di @Spazioetico; Marco Magheri, direttivo di Ispe-Sanità; Marcello Faviere responsabile Prevenzione Corruzione Estar Toscana e Giacomo Galletti ricercatore Agenzia Regionale Sanitaria Ars Toscana.