L’importanza del Farmacista nell’informazione delle interazioni nei pazienti oncologici

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Ad oggi, i tumori rappresentano la seconda causa di morte nei paesi industrializzati dopo le malattie cardiovascolari. Diverse ricerche hanno stimato che circa il 30% della popolazione riceve una diagnosi per patologia tumorale e tra quelli più frequenti si riscontrano il cancro al seno per la donna ed alla prostata per gli uomini, seguiti da polmoni e colon-retto per entrambi i sessi. Il ruolo del Farmacista per il supporto al paziente oncologico farmacista-per-il-paziente-oncologicoIl paziente oncologico, in linea generale, è un paziente polifarmacologico in cui gli effetti combinati della malattia e della terapia si sommano tra loro producendo, molto spesso, una varietà di risposte che richiedono una buona capacità di interpretazione da parte dell’operatore sanitario. Questo significa che il medico deve essere in grado di mantenere l’aderenza alla terapia ed allo stesso tempo migliorare la qualità della vita del degente. In questo stesso contesto, seppur limitandoci alla specificità delle competenze, anche il Farmacista è incaricato nella gestione quotidiana del paziente cronico, ecco perché si rende necessaria la capacità di percepire necessità e / o problemi che possono richiedere l’intervento specialistico. Inoltre, avendo un ruolo centrale nella comunità, ha sempre più la necessità di essere aggiornato relativamente a quelle che sono le terapie applicate in questi casi, sulle evoluzioni della ricerca, le nuove frontiere in campo farmacologico e anche sulle diverse interazioni che possono avvenire tra terapie, farmaci e / o integratori.

Interazioni farmaco-farmaco e farmaco-integratore

L’aumento dell’aspettativa di vita ed il miglioramento della qualità della stessa hanno portato il paziente oncologico e la gran parte dei pazienti con trattamento cronico ad assumere diverse tipologie di farmaci. Si è abbandonato il concetto di “cocktail di farmaci” per andare in una direzione che prevede l’associazione di più farmaci rivolti al trattamento della malattia oncologica, ma anche ad una varietà di supporti farmacologici e / o integrativi volti al trattamento di patologie non strettamente legate al cancro e per il mantenimento di uno stato accettabile di benessere generale. Per la natura stessa, il contesto polifarmacologico in cui vive il paziente oncologico non è affatto di semplice gestione. Il Farmacista è per questo chiamato ad una particolare vigilanza e ad avere un ruolo attivo di consiglio nel caso di accesso a farmaci per automedicazione o ad integratori, o ancora nel caso di prescrizioni provenienti da specialisti tra loro differenti. Per tutti i motivi sopra elencati è bene che il Farmacista sia consapevole dei problemi dettati dalla possibile interazione tra i più comuni farmaci oncologici (inclusi i farmaci biologici) ed i principi attivi e formulazioni di comune accesso. Inoltre, è bene sapere che nonostante all’interazione farmaco-farmaco o farmaco-integratore venga data un’accezione negativa e potenzialmente pericolosa, in realtà questa intende un’opportunità legata alla possibilità di verificare meglio gli effetti collaterali o di potenziare l’effetto di uno o dell’altro. Antagonismo, addività e sinergia sono tutti meccanisimi di azione che è bene conoscere nel dettaglio per evitare sovrapposizioni chimico-fisiche che possono in qualche modo causare problematiche di varia natura al paziente.

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