Diffusi dall’Istituto superiore di sanità i dati più recenti sulla situazione nel nostro Paese: complice la pandemia, sono stati registrati 800 mila fumatori in più rispetto al 2019. A fumare quasi 1 italiano su 4, una situazione che non veniva registrata dal 2006

Aumento preoccupante del numero di fumatori nel nostro Paese: la percentuale di tabagisti ha toccato il 24,2%. A fumare è dunque quasi 1 italiano su 4, un livello che non veniva toccato dal 2006. Nel 2019, la percentuale di fumatori si attestava al 22%.

L’aumento significativo nel numero di fumatori, cresciuti di quasi 800 mila unità rispetto all’ultima rilevazione pre-pandemica, appare in contrasto con quanto rilevato nel triennio precedente 2017-2019, anni in cui si era assistito a una costante diminuzione. In aumento anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato, passate dall’1,1% del 2019 al 3,3% del 2022, con un consumatore su tre che le considera meno dannose di quelle tradizionali.

Sono questi i dati salienti del report dell’Istituto superiore di sanità (Iss). «L’aumento dei fumatori rilevato dal report è un segnale che desta preoccupazione – ha sostenuto Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss – e rispetto al quale è importante attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani per garantire una vita più lunga, con meno disabilità e qualitativamente migliore per noi e per chi ci vive accanto».

I dati di consumo in Italia

I fumatori italiani sono 12,4 milioni e rappresentano il 24,2% della popolazione. Gli ex fumatori sono il 14,9% della popolazione italiana e i non fumatori il 60,9%. La prevalenza più alta di fumatori di sesso maschile si riscontra nel target 25-44 anni (42,9%), mentre la prevalenza maggiore tra le donne si riscontra nel target 45-64 anni (24,5%). Oltre i 65 anni si riscontrano le prevalenze più basse in entrambi i sessi.

I fumatori più incalliti, che consumano più di 20 sigarette al giorno, sono di sesso maschile (25,6% vs 13,6% di donne). Le fumatrici sono coloro che fumano di meno, intendendo con un consumo diurno medio inferiore alle 9 sigarette. Quasi la metà dei giovani fumatori di età compresa tra 15 e 24 anni fuma meno di 9 sigarette al giorno, anche se il 45,5% di essi consuma tra le 10 e le 19 sigarette al giorno.

In Italia il consumo medio si attesta a 11,5 sigarette al giorno. Il dato risulta ancora in calo, anche se questo ha significato una riduzione di 2 sigarette in 10 anni (la media era di 13,6 sigarette al dì nel 2011). Il consumo prevalente, pari all’84,9%, è di sigarette confezionate a fronte del 15,1% di sigarette fatte a mano. Rispetto alla provenienza, le Regioni del Sud rimangono quelle con il dato di prevalenza più significativo per entrambi i sessi.

L’incremento di prodotti a tabacco riscaldato

I prodotti a tabacco riscaldato, che incontrano favore crescente, anche perché giudicati erroneamente meno dannosi, hanno contribuito significativamente a incrementare il trend.
«La falsa percezione di consumare prodotti meno o addirittura non nocivi per la salute e il sentirsi autorizzati ad utilizzarli in ogni luogo, in deroga alla legge Sirchia, stanno certamente incidendo sull’aumento del loro consumo» ha ricordato Roberta Pacifici, responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Iss.

In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono il 2,4% della popolazione, pari a 1,2 milioni di persone. Dopo un trend in calo negli ultimi anni, anche questi prodotti hanno sperimentato un nuovo aumento (sono passati dal 2,5% nel 2017 all’1,7% nel 2019). Inoltre, la quota maggioritaria di consumatori di e-cig (81,9%) è un fumatore, dunque un consumatore duale che fuma tanto le sigarette tradizionali quanto quelle elettroniche. Il 2,8% dei fumatori abituali o occasionali di sigaretta elettronica sono invece persone che prima di utilizzare l’e-cig non avevano mai fumato sigarette tradizionali.

I prodotti a tabacco riscaldato vengono invece utilizzati dal 3,3% della popolazione, pari a 1,7 milioni di cittadini. Anche in questo caso, più di 1 fumatore su 3 (36,6%) ritiene si tratti di prodotti meno dannosi rispetto alle normali sigarette. Il 38,8% della popolazione (48,4% dei fumatori), inoltre, ritiene che questa tipologia di prodotti non porti al consumo di sigarette tradizionali mentre il 26,1% degli italiani (37,2% dei fumatori) ritiene che l’esposizione passiva al consumo di sigarette a tabacco riscaldato non faccia male alla salute.

Fumo passivo

Dopo l’introduzione del divieto di fumo nei locali pubblici con la Legge Sirchia il problema dell’esposizione al fumo passivo si era ridotto drasticamente. L’introduzione sul mercato di prodotti alternativi (e-cig e sigarette a tabacco riscaldato) sta rimettendo in discussione atteggiamenti di rispetto nei confronti dei non fumatori. Basti pensare che il 66,8% degli utilizzatori di e-cig (62,6% nel 2019) e il 74,6% dei fumatori di sigarette a tabacco riscaldato (62% nel 2019) utilizzano liberamente questi prodotti nei luoghi pubblici.

Smettere di fumare, piattaforma e telefono verde Iss

Decidere di abbandonare il tabacco è una scelta difficile e che presenta numerose possibili ricadute. Proprio per questo l’Iss ha creato la piattaforma “Smettodifumare” corredata di una mappa geolocalizzata dei Centri Antifumo presenti a livello nazionale con dettagliate indicazioni sulle opportunità di accesso. La piattaforma offre anche una guida “Smetto di fumare”. In alternativa, l’Istituto mette a disposizione dell’utenza anche il numero verde, anonimo, contro il Fumo che dall’inizio della sua attività, nel 2000, ha preso in carico quasi 100mila richieste.