Stando all’indagine condotta da Cittadinanzattiva “Vaccinazione Pneumococcica nell’adulto: proposte per un accesso equo e consapevole”, relativa ai dati della stagione invernale 2021-2022, emerge che 1 cittadino su 2 lo scorso inverno non ha ricevuto la vaccinazione pneumococcica, né contestualmente a quella influenzale, né in momenti successivi.

Un quadro dunque su cui riflettere, che riporta alla luce una serie di problemi irrisolti: dalla scarsa informazione alle differenze regionali e territoriali rispetto alle strategie vaccinali e finanche al mancato monitoraggio e trasparenza rispetto alle coperture vaccinali.

Lo pneumococco

Lo pneumococco è il batterio responsabile del maggior numero di polmoniti. Il vaccino anti-pneumococcico spetta dunque di diritto ai cittadini over 65 e a quanti presentino condizioni di salute a rischio. Tra gli aventi diritto tuttavia risulta vaccinato meno di un soggetto su due, pari al 47,6%.

L’impatto del Covid

Stando a Cittadinanzattiva, anche la pandemia ha inciso negativamente sulle vaccinazioni, su tutte le fasce d’età. Dall’indagine emerge difatti che il 96% dei medici di medicina generale offre ai propri assistiti la vaccinazione pneumococcica. Nonostante la co-somministrazione nella stessa seduta con il vaccino antinfluenzale sia considerata una buona prassi, tuttavia, solo nel 22,5% dei casi le vaccinazioni hanno avuto una somministrazione contestuale. A ciò si aggiunge una mancanza di monitoraggi accurati circa le coperture vaccinali nell’adulto, benché anche la vaccinazione contro lo pneumococco sia gratuita e inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza.

L’invito di Cittadinanzattiva

Cittadinanzattiva ha dunque invitato ad monitoraggio uniforme delle coperture, come già accade per il vaccino antinfluenzale, ampliando i punti di accesso vaccinale. Questo sarebbe possibile attraverso la sottoscrizione di un accordo nazionale con i medici di medicina generale e coinvolgendo la farmacia dei servizi come ulteriore punto di somministrazione.