Gli antivirali orali sono ormai largamente utilizzati nel trattamento di pazienti Covid-19 a rischio di progressione verso forme severe di malattia. Tra questi si segnala Paxlovid, antivirale anti-Covid prodotto da Pfizer dispensato anche in farmacia (la Dpc del medicinale è frutto del protocollo d’intesa siglato lo scorso 15 aprile tra Ministero della Salute, Aifa, Federfarma, Assofarm, Farmacie Unite, Federfarma Servizi e ADF).

Su un totale di quasi 18 mila trattamenti (17.839), sono stati 2.210 i trattamenti con l’antivirale orale Paxlovid (nirmatrelvir/ritonavir) ritirati direttamente dai pazienti in farmacia grazie alla Distribuzione per conto. Il dato emerge dal 12° Rapporto sul monitoraggio degli antivirali per il Covid-19 di Aifa, aggiornato al 7 giugno scorso.

I pazienti trattati a domicilio

Non solo Paxlovid. Anche Lagevrio (molnupiravir), prodotto da Merck, MSD Italia, è indicato in quei pazienti non gravi, ma che presentano condizioni che li espongono a un rischio maggiore di progressione verso forme gravi di infezione. Il totale dei pazienti trattati con i due antivirali è stato di 47.374; ad aver assunto Lagevrio sono stati 29.535 malati.

I dati dell’ultima settimana

I dati dell’ultima settimana evidenziano un decremento nelle prescrizioni sia di Paxlovid sia di Lagevrio: – 8,5% per il primo, -16,3% per il secondo rispetto ai 7 giorni precedenti.

A livello territoriale, le Regioni che hanno contato il maggior numero di pazienti trattati fino a oggi con molnupiravir sono stati: il Lazio (4.246), la Puglia (3.077) e la Toscana (2.421). Per quanto riguarda invece il Paxlovid, in testa alla classifica il Veneto (2.239), seguito dalla Toscana (2.234) e dal Lazio (2.080).

Sono stati infine 10.815 (+8,6% rispetto all’ultimo monitoraggio) i pazienti non ospedalizzati per i quali è stato avviato un trattamento precoce con remdesivir e 92.760 i trattamenti erogati in favore di pazienti ricoverati in ospedale (+0,97%) con necessità di ossigenoterapia.