Resiliente e adattabile. Sono gli aggettivi che meglio qualificano l’andamento del mercato dei farmaci senza obbligo di prescrizione, riconoscibili dal bollino rosso che sorride sulla confezione, per il 2023 a seguito delle analisi di ASSOSALUTE (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica) commissionata a IQVIA.

I dati si attestano in linea con le normali dinamiche del settore, caratterizzate da una contrazione nei volumi e da una tenuta dei fatturati. 

I farmaci senza obbligo di ricetta in cifre: valori e volumi 

Sono state poco più di 282 milioni le confezioni di farmaci senza obbligo di ricetta dispensate nell’anno appena concluso, segnando una contrazione delle vendite del 2,0% rispetto al 2022, a fronte di fatturati che, con i 3 miliardi di euro registrati, mostrano un trend in positivo, pari a +4,8%.

Dato, quest’ultimo, ascrivibile a diversi fattori: la normalizzazione della situazione epidemiologica che dopo l’anomala incidenza delle affezioni respiratorie dovute a differenti agenti patogeni (Covid e virus influenzali/parainfluenzali) del 2022, ha fatto osservare nel 2023 una decrescita del 7,4% di queste problematiche, spostando pertanto il mix dei consumi anche verso altri prodotti.

L’analisi rileva, infatti, che i farmaci per la cura delle affezioni respiratorie e gli analgesici, prima e seconda classe terapeutica del mercato non prescription, con una quota cumulata del 59,1% dei volumi, ha subito nell’ultimo anno una contrazione delle confezioni vendute del 2,4% e del 5,8% rispettivamente. Dall’altro hanno inciso le dinamiche dell’inflazione e l’aumento dei costi logistici e delle materie prime, a partire da quelle necessarie al confezionamento del prodotto.

Sul lungo periodo, risulta evidente che il settore risente della mancanza di leve di crescita: dal 2008 i volumi fanno osservare una erosione media annua del -1,7% con fatturati che oscillano in un range ristretto, mostrando un aumento medio annuale pari al +1,4%. Il comparto soffre, quindi, degli effetti della concorrenza dei prodotti per la salute e il benessere che non sono farmaci e della mancanza dell’allargamento dell’offerta a nuove aree terapeutiche e a principi attivi, rispetto al panorama di altri Paesi europei.

Split su OTC e SOP 

Entrando nel dettaglio delle due classi di medicinali che strutturano il mercato dei farmaci senza obbligo di ricetta, si rileva che gli OTC (Over The Counter o farmaci di automedicazione) rappresentano più del 77% del mercato, per un giro d’affari di oltre 2,3 miliardi di euro, e volumi venduti per quasi 219 milioni di confezioni.

Numeri che sono assimilabili a quelli degli SOP (Behind The Counter), per quanto lievemente inferiori rispetto agli OTC. Entrambe le specialità medicinali rispecchiano la dinamica evidenziata: chiudono il 2023 con un decremento dei volumi, modesto per gli OTC (-1,1%) rispetto a evidenze più marcate per i SOP (-5,1%), e un aumento dei fatturati favore sempre degli OTC, rispetto ai SOP, rispettivamente di +5,4% e +2,7%,

Canali di vendita ed e-commerce 

Farmacie, parafarmacie e corner della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) mantengono nel 2023 una sostanziale stabilità.

Guida il trend la farmacia fisica che conserva una solida quota di mercato, pari all’89,3% a volumi e al 90,8% a volumi (85,8% e 88,2%, rispettivamente, se si includono le vendite on line).

Resta saldo anche il mercato delle vendite on line di medicinali non prescription, per i punti vendita autorizzati, tuttavia con un distacco netto rispetto ad altri canali: nel 2023 i volumi, pari a 11,6 milioni, si assestano sul 3,9% del totale delle confezioni distribuite ed i fatturati, pari a 89,6 milioni di euro, incidono per il 2,9% sul giro d’affari complessivo del settore. Comunque con andamento anch’esso in crescita: i fatturati derivanti dai soli acquisti on line di farmaci senza obbligo di ricetta registrano un aumento del 15,2% e del 5,8% dei volumi.

Comparto da monitorare 

«I farmaci di automedicazione – commenta Salvatore Butti, Presidente di Federchimica Assosalute – confermano la loro importante valenza terapeutica per la cura di tutte quelle patologie non gravi, tra cui anche il Covid-19 nelle sue manifestazioni sintomatologiche lievi che le persone hanno imparato a conoscere e a gestire anche grazie all’irrinunciabile consiglio del farmacista e del medico di famiglia. È essenziale, tuttavia, continuare a promuovere un uso responsabile e appropriato dei farmaci di automedicazione attraverso azioni di informazione ed educazione. In tale contesto è più che mai urgente la definizione di una governance per la salute che tenga conto anche di un più maturo contesto culturale in tema di farmaci e cura a beneficio della salute individuale e della sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale».