Indagine sul livello di conoscenza della contraccezione delle donne italiane

grafico conoscenza soluzioni contraccettive delle italiane

Per valutare il livello di conoscenza delle donne italiane sulla contraccezione e gli elementi cruciali nella scelta dei metodi anticoncezionali, Bayer ha promosso l’indagine “Pulse Survey – Italy 2018”, condotta dal centro di ricerca Epiphany Research che ha coinvolto un campione rappresentativo di donne dai 18 ai 49 anni.

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La ricerca ha evidenziato vari aspetti che incidono fortemente sulle scelte contraccettive delle italiane mettendo in luce un rilevante gap informativo che porta le donne a prendere decisioni non consapevoli o non ottimali rispetto a quanto desiderano da un anticoncezionale. Una situazione nella quale il ruolo di ascolto, interpretazione dei bisogni e capacità divulgativa ed educativa del medico ginecologo gioca un ruolo chiave.

L’indagine parte dalla constatazione che la conoscenza delle soluzioni contraccettive è molto bassa e si limita sostanzialmente a cinque metodi: pillola, preservativo, sistemi intrauterini, cerotto e anello. Allo stesso modo non c’è chiarezza su differenze e benefici dei contraccettivi barriera, metodi a breve termine (come la pillola anticoncezionale) e metodi reversibili a lungo termine (come i sistemi intrauterini).

A questa lacuna si aggiunge ignoranza e confusione rispetto ai contraccettivi poiché, ad esempio, vengono considerati come anticoncezionali anche i “metodi naturali” la cui efficacia è sostanzialmente nulla.

Rispetto alla conoscenza dei metodi contraccettivi, in base alla sua quotidiana esperienza di medico, la professoressa Manuela Farris, consigliere della Società Italiana di Ginecologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sigia) e membro della Società Italiana di Contraccezione, pone l’accento sull’importanza dell’ascolto e dell’educazione delle assistite. “Oggi siamo in una situazione paradossale; l’accesso all’informazione non è mai stato così immediato e semplice ma, quotidianamente, scopro che le donne, a partire dalle più giovani, non conoscono nozioni basilari sul funzionamento del proprio corpo. Ignorano come una contraccezione informata e consapevole possa incidere positivamente sul loro benessere e qualità della vita. Diventa dunque cruciale non solo ascoltare, ma essere in grado di interpretare i bisogni inespressi, dialogare con le pazienti e supportarle verso la scelta più opportuna”.

L’indagine Pulse Survey ha indagato sui più importanti benefici desiderati dalle donne, evidenziando come comodità, facilità d’utilizzo ed efficacia rivestano un ruolo importante nella scelta contraccettiva.

Ovviamente la protezione da malattie sessualmente trasmissibili è una priorità, sebbene l’efficacia di un metodo barriera come il preservativo sia legata anche e soprattutto al corretto utilizzo da parte del partner. Seguono per importanza: la bassa incidenza di effetti collaterali, la ridotta presenza di ormoni e i benefici secondari come una positiva influenza sul ciclo mestruale.

La contraccezione reversibile a lungo termine

Gli elementi che descrivono “il contraccettivo dei sogni” riflettono molte delle qualità che caratterizzano i dispositivi intrauterini.I due aspetti che più preoccupano le donne – serenità nei confronti del controllo della fertilità e timore di dimenticanze o errori nell’utilizzo con il ricorso ai dispositivi intrauterini, escono completamente di scena.

Nonostante siano abbastanza chiari per le italiane i vantaggi dei sistemi intrauterini, l’indagine commissionata da Bayer ha rivelato una serie di “falsi miti” che vengono sfatati grazie al dialogo con il ginecologo e che conducono alla scelta di questa opzione contraccettiva.

Manuela FarrisI dubbi emersi dalla ricerca non hanno sorpreso la professoressa Farris che, quotidianamente, risponde a domande e perplessità delle sue pazienti. Infatti, sottolinea: “I dubbi e i preconcetti sono una costante nella nostra attività di counseling. Per quanto riguarda i dispositivi intrauterini, i timori sono legati a possibili infezioni, effetti collaterali di varia natura, quantitativo di ormoni e meccanismo d’azione”. E conclude: “È ormai una prassi, nel momento in cui parlo con una paziente di un dispositivo intrauterino, mostrarglielo e spiegare quale sia la procedura di inserimento; trovo che sia il modo migliore per sfatare i preconcetti delle pazienti e renderle più consapevoli e attente a riconoscere le fake-news”.