Infezioni da cibo infetto e resistenza agli antibiotici

L’elevata resistenza all’antibiotico ciprofloxacina del batterio Campylobacter è alla base della più comune infezione derivante da cibo infetto nel territorio europeo, seguita dalla salmonellosi: lo riporta un report congiunto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), pubblicato su EFSA Journal sulla base dei dati trasmessi dai Paesi Membri e relativi al 2014. Il report quest’anno ha preso in particolare considerazione i batteri derivanti dal pollame e i livelli di resistenza nell’uomo a essi associati.

galline

La resistenza alla ciprofloxacina è presente sia nell’uomo (60,2%) sia nel pollame (69,8%), che è risultato resistente anche all’acido nalidissico. Il report segnala anche l’esistenza di una multi-resistenza sia nell’uomo (26%) sia nelle carni di pollo (24.8%) e tacchino (30.5%).

La salmonella nell’uomo è risultata essere resistente alle tetracicline (30%), ai sulfamidici (28,2%) e all’ampicillina (28,2%). I ceppi Salmonella kentucky e Salmonella infantis hanno mostrato elevati livelli di resistenza alla ciprofloxacina, oltre che multi-resistenza. La salmonella del pollame, inoltre, è caratterizzata dalla presenza in bassi livelli dell’enzima beta-lattamasi a ampio spettro (ESBL). Il report prende per la prima volta in considerazione, nel pollame, anche la resistenza di salmonella ed E. coli alla colistina, nonché la ricorrenza di ceppi di questi batteri che producono ESBL o carbapenemasi, enzimi coinvolti nella comparsa della resistenza agli antibiotici di terza generazione come le cefalosforine e i carbapenems. La resistenza alla colistina potrebbe essere particolarmente rilevante, come ha dichiarato Mike Catchpole, Chief Scientist di ECDC: “È preoccupante perché significa che questo farmaco di ultima linea potrebbe essere presto non più efficace per trattare le infezioni umane da salmonella”.

La resistenza agli antibiotici rappresenta, secondo il report, un problema particolarmente rilevante nei paesi dell’Est e del Sud Europa. “Nei paesi del Nord Europa c’è meno resistenza dei batteri del pollame, in particolare nei paesi che fanno un basso uso degli antimicrobici negli animali”, ha dichiarato Marta Hugas, a capo dell’unità Biological Hazards and Contaminants di EFSA. Il problema della lotta alle infezioni da cibo infetto, nell’uomo e negli animali, è ai primi posti nelle priorità dell’agenda della Commissione europea in materia di sicurezza alimentare.