Istituzioni e comunità scientifica unite nella lotta al diabete

Italian Barometer Diabetes ObservatorySono numeri che fanno riflettere quelli mostrati nella settima edizione dell’Italian Barometer Diabetes Report 2014, prodotto dall’Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation e presentati a Roma al ministero della Salute. Uno per tutti, addirittura sottostimato, è quello che in Italia circa 27mila persone nella fascia di età fra i 20 e i 79 anni muoiono ogni anno a causa del diabete, il che equivale a un decesso ogni 20 minuti. Puntare i riflettori su questa patologia di ordine pandemico, è una vera emergenza come dimostrano i dati: “Entro il 2030, il diabete passerà dall’undicesima alla settima causa di morte nel mondo”, ha spiegato Agostino Consoli, professore ordinario di endocrinologia dell’Università di Chieti e coordinatore del rapporto, “mentre nei Paesi industrializzati sarà al quarto posto, dietro soltanto alle malattie cardiovascolari, alle malattie cerebrovascolari e ai tumori delle vie respiratorie, ma molto più avanti rispetto agli altri tipi di tumore o ad altre patologie croniche. Poiché le malattie non trasmissibili sono in gran parte prevedibili, il numero di decessi potrebbe essere notevolmente ridotto attraverso opportune strategie di prevenzione basate su early detection, diagnosis and treatment, ossia individuazione, diagnosi e trattamento precoci”.
Il ministero della Salute non è insensibile all’allarme. “Stiamo mettendo il massimo impegno nella lotta alla malattia diabetica”, ha ricordato il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, “sia attraverso programmi specifici, come previsto dal Piano Nazionale sulla prevenzione, sia attraverso la promozione di stili di vita salutari, prevista dal programma ‘Guadagnare Salute’, che ha come obiettivo la maggiore diffusione possibile di scelte di vita salutari, incentivando soprattutto l’attività motoria e la sana alimentazione. Si tratta di interventi intersettoriali tesi a coinvolgere tutti i protagonisti di quella filiera complessa che è il sistema salute, per raggiungere obiettivi ambiziosi quali il migliorare la qualità della vita, diminuire il numero delle cronicità e trasferire il conseguente risparmio dei costi dalla cura alla prevenzione”.
Una filiera nella quale anche il farmacista conserva un importante ruolo nel consiglio e nella corretta informazione, tenendo presente che nel caso del diabete e delle malattie cardiovascolari associate, i principali fattori di rischio sono obesità e sovrappeso, colesterolemia e glicemia elevate, ipertensione arteriosa, fumo, sedentarietà, eccessivo consumo di alcool: fattori modificabili attraverso interventi sull’ambiente sociale e trattamenti medici e farmacologici tempestivi».
Inoltre non va dimenticato che la malattia diabetica ha un forte impatto anche sulla famiglia del paziente diabetico. Ed è in tal senso che l’on. Lorenzo Becattini, promotore, insieme al sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri, dell’intergruppo parlamentare ‘Qualità della vita e diabete’ ha sottolineato che: “È nostro preciso dovere intervenire con iniziative legislative che promuovano non solo la prevenzione e favoriscano l’assistenza, ma rimuovano ogni eventuale barriera o ostacolo all’accesso alle cure e facilitino l’informazione e la conoscenza”.

Maria Elisabetta Calabrese