La Corte costituzionale conferma: farmaci con ricetta solo in farmacia

farmacista cerca medicinaI farmaci venduti su ricetta, a carico del cittadino e del SSN, si trovano solo in farmacia e non è possibile che siano venduti anche in altri esercizi commerciali quali parafarmacie e corner della GDO. È questo il contenuto della sentenza della Corte Costituzionale n. 216/2014, che ha confermato la legittimità del monopolio delle farmacie sui medicinali etici, anche quelli di classe C, cioè a totale carico del cittadino.
Va detto che negli ultimi anni diversi farmaci, un tempo vendibili solo su ricetta e a carico del cittadino, sono progressivamente passati al regime di SOP o OTC e possono essere venduti negli esercizi commerciali (allegato A parte terza GU n.97 del 26 aprile 2012 e allegato B GU n.60 del 13 marzo 2014) e oggi rimangono in farmacia i farmaci elencati nell’allegato A parte prima e seconda GU n.97 del 26 aprile 2012 e allegato A GU n. 60 del 13 marzo 2014).
“È una sentenza molto importante”, ha dichiarato Quintino Lombardo, avvocato dello studio Cavallaro, Duchi, Lombardo e Associati (Milano).
“Ancora una volta è ribadito quale sia la corretta gerarchia dei valori costituzionali: prima viene la tutela della salute, poi la tutela della concorrenza; e la libertà d’impresa si esercita ove non entri in conflitto con il principio superiore”, prosegue l’avvocato.
“La sentenza sottolinea la specifica peculiarità della farmacia, che è sì attività commerciale ma anche qualcosa di più: presidio sanitario inserito nell’ambito organizzativo del SSN e sottoposto a vincoli, prescrizioni e oneri di servizio pubblico non paragonabili a quelli di altre attività (corner di GDO e parafarmacia), dove pure è possibile la presenza di un farmacista, ma che restano libere attività commerciali. Per questo non è possibile invocare la violazione del principio di ragionevolezza e uguaglianza. Significativa anche la connessione tra monopolio dell’etico e regole di pianificazione territoriale, cioè la pianta organica aggiornata in forza dei nuovi parametri demografici. In sostanza, ci dice la Corte, non è irragionevole garantire una “riserva” alle farmacie, perché tra gli obblighi di servizio pubblico c’è anche quello di garantire assistenza a una ben individuata e limitata porzione di territorio”, conclude Lombardo.

Caterina Lazzarini