Le terapie digitali (DTx), rappresentano una delle innovazioni più rilevanti della medicina contemporanea. Non si tratta di semplici app di benessere o strumenti motivazionali generici: sono veri e propri dispositivi medici digitali, sottoposti a rigorosi controlli regolatori e approvati da enti autorevoli come la Food and Drug Administration (FDA) e l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).
Queste terapie si caratterizzano per la loro capacità di integrarsi nella vita quotidiana del paziente, offrendo un supporto continuo tramite moduli educativi, monitoraggio costante e feedback personalizzati che, in tempo reale, possono essere automaticamente condivisi con il medico, il farmacista o il team di cura, permettendo così interventi tempestivi.
Ne ho parlato insieme al dottor Francesco Carlo Gamaleri in una conferenza a Cosmofarma Exhibition 2025.
Un caso concreto: reSET
Un esempio emblematico è reSET, la prima terapia digitale approvata dalla FDA per il trattamento del disturbo da uso di sostanze. In uno studio multicentrico condotto su oltre 500 pazienti adulti, l’utilizzo della DTx ha più che raddoppiato la probabilità di raggiungere e mantenere l’astinenza: dopo 12 settimane, quasi il 30% dei pazienti trattati con reSET era riuscito a mantenersi libero dall’uso di sostanze, contro poco più del 16% nel gruppo di controllo.
Benefici economici
L’impatto delle terapie digitali, tuttavia, non si limita agli esiti clinici, in quanto anche sul piano economico, i risultati sono significativi. L’analisi dei dati reali relativi a più di 1800 pazienti ha evidenziato che reSET-O, versione specificamente progettata per il trattamento della dipendenza da oppioidi, ha determinato una riduzione del 28% nei ricoveri ospedalieri e del 56% nelle riammissioni, accompagnata da un incremento delle visite ambulatoriali specialistiche e delle consulenze psichiatriche.
Tutto ciò ha contribuito ad un risparmio medio annuo per paziente pari a 2.791 dollari, che arriva a 3.832 dollari per i pazienti più fragili assistiti da Medicaid. Un dato che suggerisce come le DTx possano rappresentare non solo uno strumento terapeutico efficace, ma anche un mezzo concreto per ridurre le disuguaglianze e migliorare l’efficienza dei sistemi sanitari.
L’aderenza terapeutica
A rafforzare ulteriormente il valore clinico di queste soluzioni c’è anche il miglioramento dell’aderenza alla terapia farmacologica concomitante. Nel caso della buprenorfina, ad esempio, è stato registrato un aumento significativo del parametro MPR – Medication Possession Ratio – con una media di 0,848 nei pazienti trattati con reSET, rispetto allo 0,761 osservato nel gruppo di controllo. Un indicatore importante, che si traduce in maggiore stabilità clinica, minori ricadute e una gestione più efficace e sostenibile della dipendenza nel lungo termine.
Il ruolo del farmacista
Tuttavia, il successo delle terapie digitali non è determinato solo dalla sofisticazione degli algoritmi o dall’avanzamento delle tecnologie. A fare la differenza sarà la nostra capacità di integrarle nel percorso terapeutico con buon senso, empatia e ascolto autentico. Perché curarsi non può ridursi al semplice gesto di scaricare un’app: serve qualcuno che sia presente, che accompagni davvero il paziente nel suo percorso. Ed è proprio qui che entriamo in gioco noi farmacisti.
Siamo il ponte quotidiano tra la persona e l’innovazione, il punto di riferimento stabile che sa ascoltare anche ciò che non viene detto. Abbiamo il compito di rendere comprensibili queste nuove forme di terapia, di motivare quando la fiducia vacilla, di spiegare con parole semplici ciò che la tecnologia, da sola, non riesce a trasmettere. Possiamo intercettare segnali di disagio o campanelli d’allarme e, proprio a partire da questi, attivarci in sinergia con medici, psicologi, e altri professionisti per garantire quella continuità assistenziale che fa davvero la differenza nel percorso terapeutico del paziente.
Umanità vero motore di cura
Le DTx non ridimensionano il nostro ruolo ma lo amplificano. Non ci chiedono di diventare tecnici, ma di restare farmacisti capaci di accogliere il cambiamento con apertura mentale e con il cuore sempre al centro della relazione. In conclusione, In fondo, la vera domanda non è se queste tecnologie faranno parte della nostra pratica quotidiana, ma quanto saremo pronti ad accoglierle con consapevolezza, competenza e sensibilità. Perché anche nel cuore più digitale della cura, resta imprescindibile l’elemento umano.
reSET
È un’applicazione che integra moduli basati sulla terapia cognitivo-comportamentale con sistemi dinamici di raccolta dati e feedback in tempo reale. Il paziente viene accompagnato, passo dopo passo, nella comprensione dei propri schemi di pensiero e comportamento legati alla dipendenza. L’innovazione di reSET risiede nel collegamento diretto con il team clinico, che può monitorare costantemente l’andamento terapeutico del paziente e adattare prontamente l’intervento clinico. Si tratta di una vera medicina digitale integrata, dove la tecnologia non sostituisce ma valorizza il rapporto terapeutico.
FONTI
- Wang, C., Lee, C. & Shin, H. Digital therapeutics from bench to bedside. npj Digit. Med. 6, 38 (2023). https://doi.org/10.1038/s41746-023-00777-z
- Velez, F.F., Anastassopoulos, K.P., Colman, S. et al. Reduced Healthcare Resource Utilization in Patients with Opioid Use Disorder in the 12 Months After Initiation of a Prescription Digital Therapeutic. Adv Ther 39, 4131–4145 (2022). https://doi.org/10.1007/s12325-022-02217-y
- Maricich YA, Xiong X, Gerwien R, Kuo A, Velez F, Imbert B, Boyer K, Luderer HF, Braun S, Williams K. Real-world evidence for a prescription digital therapeutic to treat opioid use disorder. Curr Med Res Opin. 2021 Feb;37(2):175-183