Nuova remunerazione, la filiera auspica un approccio partecipativo

Federfarma, Federfarma Servizi, ADF e Assofarm chiedono di partecipare al Tavolo per la Governance istituito dal Governo 

Si è tenuto il 31 gennaio nella sede di Assofarm l’incontro tra le sigle della filiera distributiva del farmaco, che  hanno avviato il confronto in materia di remunerazione dopo la mancata proroga alla legge 135/2012. La riflessione fatta da Federfarma, Federfarma Servizi e ADF, le sigle presenti all’incontro, è partita dalla causa principale del progressivo depauperamento della farmacia italiana: la remunerazione della filiera è legata al prezzo medio del farmaco Ssn, che negli anni è diminuito vertiginosamente, soprattutto per la crescente diffusione della distribuzione diretta da parte delle Asl dei farmaci più costosi. Nel 2013 il valore della distribuzione diretta era di 5,8 miliardi di euro, nel 2017 è aumentato a quasi 9,3. Tutto ciò a fronte di una progressiva riduzione della spesa territoriale.

Riportare tutti i farmaci alla farmacia territoriale

Il Tavolo ritiene che una riforma della remunerazione sia imprescindibile e debba, tra gli altri aspetti, anche sviluppare processi che riportino nella farmacia territoriale tutti i farmaci, a esclusione di quelli che per motivi sanitari devono essere distribuiti nei presidi pubblici. “Tale prospettiva potrà certamente portare benefici logistici e terapeutici ai cittadini e al contempo dovrà essere sostenibile sia per la filiera che per la sanità pubblica”, si legge nel comunicato congiunto emesso il 1 febbraio. La filiera chiede un proprio coinvolgimento nel futuro Tavolo per la Governance istituito dal Governo, che rappresenterebbe il contesto ideale per gestire le interrelazioni tra la farmacia e gli altri protagonisti della sanità italiana, e auspica che ai prossimi incontri partecipi anche Fofi.

Le dichiarazioni di Gizzi, Cossolo, Mirone e Giombini

“Era necessario dare un segnale di dinamicità al Governo, ed era importante definire una visione strategica comune a tutti i soggetti della filiera. Direi che questo primo incontro ha centrato entrambi gli obiettivi”, ha dichiarato il presidente di Assofarm Venanzio Gizzi al termine dei lavori.

Secondo Marco Cossolo, presidente di Federfarma: “È necessario e urgente rivedere la remunerazione della farmacia, sganciandola dal prezzo del farmaco e valorizzando l’intervento professionale del farmacista che consente al Ssn di migliorare l’assistenza e ridurre i costi evitabili, come quelli dovuti ai ricoveri conseguenti alla non aderenza alla terapia”.

Sulla stessa linea Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi: “Confermiamo alla parte pubblica la nostra disponibilità per garantire come distribuzione farmaceutica il miglior livello di servizio alla collettività, cui va però riconosciuto il giusto valore sociale e l’adeguata sostenibilità economica”.

“È un momento cruciale per la tenuta del sistema distributivo a garanzia dell’efficienza della dispensazione del farmaco, ad evitare collassi come purtroppo verificatosi recentemente, mutatis mutandis, nelle infrastrutture viarie del Paese per la mancata valutazione dei rischi di deterioramento”, ha detto infine il Presidente ADF Mauro Giombini.

Il commento di Mandelli

Per il presidente Fofi Andrea Mandelli, il tavolo sulla riforma della remunerazione aperto dalle organizzazioni della filiera è un’iniziativa positiva e apprezzabile.  “Da sempre la Federazione degli Ordini dei Farmacisti ritiene che si debbano cercare soluzioni condivise da presentare al decisore politico e sanitario, così come è stato fatto in occasione delle riforme della Tariffa e della Farmacopea”, ha detto. “Accettiamo volentieri l’invito a dare il nostro contributo in una materia – il sistema di remunerazione – che già nel 2006 avevamo indicato come fondamentale anche per il ritorno nella farmacia di comunità dell’innovazione farmacologica. Siamo inoltre profondamente convinti che la remunerazione delle farmacie di comunità dovrà basarsi anche sulle prestazioni e sui servizi cognitivi resi dal professionista: è quanto accade in Gran Bretagna e sta accadendo ora in Francia. Questo comporta non soltanto un’evoluzione della nostra professione ma anche un diverso rapporto con le altre professioni della salute. La stessa evoluzione che è necessaria anche per il ritorno dei farmaci innovativi nella distribuzione territoriale”.