L’estate 2023, nonostante le temperature molto elevate e le prolungate ondate di calore, ha evidenziato una inversione di tendenza, con una mortalità che si è assestata al +4%, grazie anche alle numerose iniziative messe in campo.

L’estate 2023 ha fatto registrare temperature superiori alla media, con ondate di calore intense e prolungate che hanno interessato soprattutto le città del Centro-Sud. Nonostante l’elevata esposizione, i dati della Sistema di Sorveglianza della mortalità giornaliera – SiSMG, descritti nella relazione curata dal Dipartimento di Epidemiologia ASL Roma 1, pubblicata dal Ministero della Salute – hanno evidenziato un’inversione di tendenza. Rispetto ai dati in crescita registrati nel triennio precedente, che avevano toccato un picco del +15% nell’estate 2022, l’estate 2023 ha mostrato un eccesso di mortalità associato alle elevate temperature estive contenuto, pari al +4%.

Nei 4 mesi di osservazione – 15 maggio-15 settembre – l’incremento della mortalità al Centro Sud è stato del +4%, mentre nelle città del Nord è stata inferiore all’atteso (-5%).

L’inversione di tendenza del 2023

L’inversione di tendenza del 2023 e, in particolare, il deficit di mortalità osservato nelle regioni del Nord, possono essere influenzati da diversi fattori, come la mortalità della stagione invernale precedente, il Covid-19, etc. Più in generale e nonostante la riduzione osservata, le temperature elevate continuano a determinare un incremento della mortalità, soprattutto nella popolazione over65.

Al fine di verificare la persistenza di un nesso di causa-effetto tra aumento delle temperature e aumento della mortalità giornaliera, è stata condotta un’analisi di serie temporale relativo alle 51 città oggetto di sorveglianza – capoluoghi di regione e città con oltre 100.000 abitanti – e confrontando l’effetto della temperatura sulla mortalità giornaliera nel quadriennio 2020-2023.

Il modello è stato poi aggiustato per il numero di casi Covid-19 e ha evidenziato una maggiore suscettibilità di alcuni target – soggetti con patologie croniche e disagio socio-economico – che risultano maggiormente esposti tanto alle complicanze del Sars-Cov-2 quanto alle ondate di calore.

Permane il nesso eccesso di calore – eccesso di mortalità

I risultati hanno evidenziato che tra le città del Nord nell’estate 2023 il rischio di mortalità è stato inferiore rispetto al 2022 e al periodo precedente alla pandemia Covid-19, 2015-2019; nelle città del Sud l’effetto del caldo nel 2023 è stato invece maggiore rispetto al 2022 soprattutto per le temperature più elevate.

Le analisi condotte hanno mostrato quindi che, a fronte di un eccesso di mortalità estiva molto contenuto al Centro-Sud e di una mortalità inferiore all’atteso nelle città del Nord, la relazione temperatura-mortalità giornaliera continua ad essere positiva e significativa sia nelle città del Nord che in quelle del Centro-Sud, considerando anche che, in queste ultime, i livelli di esposizione sono stati maggiori rispetto agli anni precedenti, con temperature anche di 45°C.

«Per la prima volta, torniamo ai livelli precedenti al 2020», ha sottolineato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci. «Ciò sta a significare che si sta rivelando virtuosa la strada intrapresa con le numerose iniziative messe in campo per rafforzare i servizi sanitari e per aiutare i cittadini ad affrontare le ondate di calore».

Iniziative che andranno ulteriormente potenziate alla luce del cambiamento climatico che sta rendendo questi eventi sempre più frequenti e impattanti.

Le buone pratiche

In occasione della conferenza mondiale sul clima, la COP28, il Ministro della Salute ha illustrato le buone pratiche dell’Italia sulla gestione delle ondate di calore.

Il Ministro ha evidenziato l’efficacia di campagne di comunicazione istituzionale trasmesse sulle reti nazionali, unitamente alla divulgazione di consigli per la popolazione redatti con la collaborazione delle federazioni degli ordini delle professioni sanitarie e la pubblicazione di bollettini di previsione e allarme sulle ondate di calore. 

Schillaci ha quindi sottolineato un miglioramento della preparazione dei servizi sanitari, che hanno rafforzato i propri piani di emergenza per le ondate di calore. Ne è un esempio l’istituzione del ‘Codice Calore’ nei Pronto Soccorso, di ambulatori territoriali disponibili 7 giorni su 7, 12 ore al giorno, per problemi relativi al caldo, il potenziamento della guardia medica e la riattivazione delle USCAR – Unità speciali di continuità assistenziale regionale, volte queste ultime a favorire l’assistenza domiciliare ed evitare l’inappropriato accesso ai Pronto Soccorso. 

Un altro elemento degno di nota ricordato è stato l’attivazione del numero di pubblica utilità 1500 “proteggiamoci dal caldo”, che fornisce assistenza ai cittadini, counseling telefonico e orientamento ai servizi presenti sul territorio, in particolare a quelli in età avanzata e non autosufficienti.