Forse a causa di un piccolo rigurgito, una bambina di pochi mesi ha rischiato di soffocare. A salvarla sono state due farmaciste di Palermo, Francesca la Placa e Cristina Mistretta che, su richiesta della madre, l’hanno soccorsa e le hanno praticato la manovra di Heimlich, cioè una manovra disostruttiva.

L’episodio ha ulteriormente confermato l’importante ruolo del farmacista, che non è solo un dispensatore di farmaci che sta dietro al banco, ma è una figura sanitaria di rilievo, parte integrante del sistema sanitario nazionale.

Quando il farmacista può salvare una vita

«Ho eseguito personalmente la manovra per fare respirare la bambina perché era completamente cianotica», ha dichiarato la farmacista Francesca La Placa, sottolineando che il soccorso è stato tempestivo e che la bambina si è subito ripresa, tanto «all’arrivo dell’ambulanza e dei medici il peggio era passato».

La farmacista ha spiegato di aver imparato la manovra nel proprio corso di studi all’Università anche se non l’aveva mai eseguita in precedenza. «Il lavoro del farmacista non è soltanto al banco, ma può servire anche, come in questo caso, a salvare una vita. Abbiamo una visione a 360 gradi della salute ed è importante seguire corsi e aggiornarsi», ha sostenuto.

Il tema della formazione e della sua centralità – ancor più oggi, in cui la farmacia rappresenta il primo presidio di sanità a livello territoriale, come riconosciuto anche dal DM77 – è stato ripreso anche dall’altra collega, Cristina Mistretta, coinvolta nel soccorso della piccola.

«La formazione ci ha permesso di poter agire prontamente nel soccorso di questa bimba. Grazie alla manovra di Heimlich, dopo circa un minuto la bambina ha ripreso a tossire e si è salvata. Il nostro ruolo ci ha permesso di dare una mano a questa mamma in difficoltà». 

Il ruolo della farmacia, anche per attività di screening

Con il pieno dispiegarsi della farmacia dei servizi, il presidio si è affermato come luogo di esami e screening. Proprio in tal senso, nel tempo questo ha consentito di individuare patologie di cui i pazienti non erano ancora a conoscenza.

«In questo caso, la signora si è appositamente fermata in farmacia chiedendo espressamente soccorso a noi farmacisti, riconoscendo quindi il nostro ruolo professionale anche per le emergenze», ha concluso la Dottoressa Mistretta.