Da diversi anni la farmacia sta vivendo una fase di profonda trasformazione, idealmente avviata in Italia nel 2009 con la nascita della Farmacia dei Servizi. Da luogo di dispensazione del farmaco, la farmacia è divenuta sempre più un centro di servizio sanitario e di benessere per il cittadino.

L’adozione di nuove tecnologie, l’espansione dei servizi, impone tuttavia nuove sfide per delineare la farmacia del futuro. Ne abbiamo parlato con il professor Francesco Gabbrielli Direttore Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali, Istituto Superiore di Sanità.

Si parla tanto di “Farmacia dei Servizi”, qual è lo stato dell’arte?

È un concetto che molti considerano all’avanguardia, ma che in realtà, osservando la rapida evoluzione delle tecnologie digitali negli ultimi anni, risulta in parte superato.

Quando infatti nel 2009 si è formalmente approdati alla “Farmacia dei Servizi”, l’erogazione dei nuovi servizi a forte valenza socio-sanitaria da parte delle farmacie di comunità non è stato concepito in sintonia con le tecnologie digitali e la loro evoluzione. Basti pensare, a questo proposito, alla telemedicina, tecnologia già matura in quegli anni, ma quasi del tutto ignorata a livello istituzionale e dalle aziende sanitarie fino al 2020 quando l’Italia si trovava in piena emergenza sanitaria a seguito della pandemia da Covid-19.

Cosa significa quindi attualizzare?

Attualizzare significa armonizzare con le moderne tecnologie. L’utilizzo delle tecnologie digitali prevede l’interazione tra l’uomo e la macchina, questo significa non solo programmare quest’ultima ma anche organizzare in concomitanza l’attività dell’uomo. La vorticosa evoluzione delle tecnologie digitali impone però una continua revisione di tale organizzazione.

Trasporre questo concetto nell’auspicata rete sanitaria, di cui la farmacia dei servizi dovrebbe essere parte rilevante per una presa in carico sempre più decentrata sul territorio, significa, in sintesi, sviluppare una struttura estremamente flessibile e in grado di cambiare attualizzandosi continuamente. Pensando alla rigidità dell’organizzazione dei sistemi sanitari, un discorso del genere appare quantomai rivoluzionario. Da oltre una cinquantina d’anni si discute infatti di come gestire tale staticità, definita appunto “burocratico-professionale” dagli studiosi di organizzazione, giocoforza per garantire i più alti standard di sicurezza. Rigidità e innovazione digitale sono però tra loro in forte contraddizione.

Come affrontare questo problema?

È necessario trovare un nuovo equilibrio, una modalità di riorganizzazione sanitaria che valorizzi l’uso delle tecnologie digitali. Il DM 77 rappresenta un interessante punto di partenza che ha il merito di spingere le Regioni a riflettere su come mettere a sistema in modo coerente la telemedicina, almeno per le attività più semplici. Tuttavia, esso contiene in se stesso un limite profondo: l’imposizione di un modello univoco di organizzazione sanitaria in un mondo digitale iperdinamico, dando per scontato che il modello sia spontaneamente capace di adattarsi alle differenze anche notevoli (tra esigenze, territori, infrastrutture, ecc).

Comunque, in questo percorso di riorganizzazione la farmacia può giocare un ruolo molto importante proprio per la sua presenza capillare su un territorio, come quello del nostro Paese, costellato da tante piccole realtà, comuni spesso difficilmente raggiungibili, decentrati, dove gli spostamenti non sempre sono agevoli. In questi scenari la farmacia può dare supporto al presidio sanitario di comunità sul territorio che da tempo si auspica, oppure essere essa stessa quel presidio.

Quali sono le opzioni possibili e quali le difficoltà?

Un punto importante di questa svolta riguarda la prescrizione digitale del farmaco e la dispensazione anche tramite corriere. Una scelta adottata nel corso della pandemia che si è dimostrata efficace. Le tecnologie disponibili permettono di inviare la prescrizione digitale allo stesso momento sia sul cellulare del paziente sia direttamente al sistema software della farmacia che egli sceglie.

La farmacia può, quindi, organizzare in pochi minuti anche il recapito del farmaco a domicilio, con le modalità di consegna preferite dal paziente stesso. Un secondo elemento chiave riguarda le interruzioni analogiche nel percorso della dispensazione del farmaco.

Oggi la farmacia dispone di tecnologie come i magazzini automatizzati e sistemi informatici di ultima generazione per la gestione del magazzino. L’approvvigionamento avviene quindi in maniera molto efficiente e computerizzata in farmacia. Tuttavia, questo percorso virtuoso si interrompe nel momento in cui il codice a barre presente sulla fustella della confezione del farmaco erogabile dal SSN deve essere fisicamente staccato e spillato su un supporto di carta per poterlo trasportare materialmente agli uffici preposti (Asl e/o Regioni), dove viene scansionato a mano con un lettore ottico per riprendere così il percorso digitale attraverso la trasmissione telematica al MEF. Un gap che oggi alcune regioni si stanno impegnando a superare.

Oggi ci sono diversi servizi proposti

Per i dispositivi digitali si pone il problema della loro certificazione in sintonia con il servizio che deve essere erogato in farmacia. Un tema che dovrà essere affrontato in seno alle società scientifiche con il fine di fornire delle linee guida o delle best practice in tal senso. Per quanto riguarda invece i servizi di telemedicina e teleconsulenza occorre essere chiari nella formulazione del servizio, per esempio, non confondere una teleconsulenza con un teleconsulto o una televisita.

A questo proposito, in collaborazione con Federfarma, stiamo lavorando su un documento di indirizzo che faccia chiarezza sul possibile utilizzo della telemedicina nell’ambito della farmacia.

Teleconsulenza e telemedicina in farmacia: per quali patologie?

Le patologie cardiologiche potrebbero trovare un interessante riscontro nell’ambito della farmacia dei servizi, spostando così sul territorio una serie di esami e controlli di routine che potrebbero essere mediati in teleconsulenza da uno specialista.

Oggi le tecnologie ci consentono di farlo, ma serve una maggiore integrazione dei percorsi di cura tra la farmacia e l’azienda sanitaria di riferimento. Un obiettivo, quest’ultimo, che una volta raggiunto consentirebbe di creare un’organizzazione molto efficiente per quanto riguarda la presa in carico del paziente.

Cosa aspettarsi per il futuro?

I dispositivi digitali potranno promuovere quell’ulteriore salto di qualità della farmacia nell’erogazione dei servizi, nella presa in carico del paziente e soprattutto nella prevenzione. Fare rete con i professionisti (primi fra tutti medici di medicina generale e pediatri di libera scelta) e le strutture sanitarie presenti sul territorio è indispensabile però affinché la farmacia possa divenire quell’hub di riferimento per molte prestazioni diagnostiche abbattendo così le lunghe liste d’attesa.

Il digitale rappresenta l’opportunità più concreta e ragionevole, disponibile al giorno d’oggi, per sviluppare un SSN capace di affrontare le complesse sfide dei prossimi anni, alimentate da una popolazione sempre più longeva, dove comorbidità e patologie croniche sono purtroppo in costante aumento.