Pistoia PharmaCare per riqualificare la professione

Sandra Palandri

Federfarma Pistoia, insieme all’Ordine Professionale e con la votazione unanime dell’assemblea, ha siglato con la sua Asl la sperimentazione del primo progetto toscano di Pharmaceutical Care. Il progetto, chiamato Pistoia PharmaCare, prevede l’integrazione tra medico specialista, medico di medicina generale e farmacista per la gestione sul territorio di pazienti selezionati affetti da patologie croniche. Il progetto avrà una durata di un anno, sarà limitato a due patologie (BPCO e Parkinson) e alla provincia di Pistoia. “Con questo progetto ci proponiamo di riqualificare la nostra professione reinserendo il farmacista nella gestione del paziente cronico”, afferma Sandra Palandri, presidente di Federfarma Pistoia. Il cuore del progetto prevede la compilazione da parte dei farmacisti di una scheda di monitoraggio e farmacovigilanza, prima della consegna mensile della terapia al paziente. La scheda, mutuata dall’esperienza anglosassone e adeguata alle esigenze italiane, è l’occasione per dialogare con il paziente, per verificare l’andamento del trattamento, far emergere le difficoltà o anche evidenziare eventuali effetti collaterali. La scheda è un’occasione di incontro e scambio tra i professionisti che ruotano attorno al paziente. E ancora, è uno strumento di controllo della spesa farmaceutica; dovrebbe infatti consentire alla Asl di risparmiare risorse su altri capitoli di spesa rispetto alla farmaceutica convenzionata, consentendo una riduzione dei ricoveri ospedalieri, delle visite medico ambulatoriali, degli esami clinici e dei giorni di lavoro persi. “Pistoia PharmaCare non è dunque un accordo di allargamento della DPC”, precisa Palandri e rispondendo alla critica avanzata da Federfarma Toscana che ha temporaneamente sospeso la sezione provinciale, spiega come l’accordo rappresenti piuttosto una strategia per interagire con la Asl, per bloccare il continuo potenziamento della distribuzione diretta (+20%) e dell’Assistenza Domiciliare Integrata (+10%) ottenuto dalla Regione Toscana, che in poco più di un anno ha contribuito a dimezzare il valore della ricetta nella provincia di Pistoia, passata da 24 a 12,50 euro. “Abbiamo chiesto alla Asl di inserirci nella gestione del paziente cronico, di cessare di distribuire direttamente i farmaci”, continua Palandri, “la richiesta era elevata e abbiamo accettato di distribuire alcune molecole in DPC. Si è trattato di una sorta di “moneta di scambio”. La Asl aveva bisogno di un risparmio immediato e si stava già organizzando per far consegnare i farmaci direttamente dagli specialisti. Avevamo già perso quelle molecole; con questo accordo però non abbiamo perso il paziente, anzi lo abbiamo riportato in farmacia”. Tra sei mesi i dati raccolti verranno valutati e sarà quindi possibile verificare il reale risparmio ottenuto dalla Asl. Se il progetto funziona verrà concordata una remunerazione per il lavoro di monitoraggio e compilazione della scheda da parte dei farmacisti. “Il progetto”, conclude Sandra Palandri “non è in realtà una novità assoluta, ma rappresenta la messa in pratica più strutturata dell’esperienza positiva del progetto pilota MUR condotto da ottobre a gennaio in 4 province italiane tra cui anche Pistoia, oltre Torino, Treviso e Brescia”.

Tiziana Azzani