La Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle politiche inerenti la prevenzione della cecità, l’educazione e la riabilitazione visiva è il documento di riferimento che il Ministero della Salute presenta annualmente fornendo dati e attività istituzionali finalizzate alla prevenzione dell’ipovisione e della cecità nel nostro Paese.

Impatto di cecità e ipovisione e attività dei centri in Italia

Stante una crescente sensibilità sul tema, l’impatto psicosociale di cecità e ipovisione è ancora particolarmente impattante, in considerazione delle ricadute di questa disabilità sulla vita personale e professionale dell’individuo.

L’ultima relazione – pubblicata in ritardo a causa di tempistiche dilatate nell’acquisizione dei centri da parte delle Regioni in concomitanza con la pandemia Covid-19 – mostra una disomogeneità dell’offerta a livello regionale. 

L’avvento del Sars-Cov-2 ha inoltre fortemente condizionato l’attività dei centri di riabilitazione visiva, determinando una riduzione del numero di pazienti trattati e delle prestazioni erogate. 

Un ulteriore elemento di criticità è stato rappresentato dalla drastica contrazione dell’erogazione dei fondi registrata negli anni passati. La legge di stabilità 2019 ha confermato l’integrazione del capitolo destinato alle Regioni per la riabilitazione visiva e ha disposto un contributo straordinario triennale per gli anni 2019, 2020 e 2021 per l’attuazione di un Progetto di screening straordinario mobile dedicato in particolare alle patologie retiniche.

I finanziamenti per l’attuazione del Progetto di screening straordinario mobile sono stati ulteriormente incrementati per anni 2020, 2021, 2022 e 2023.

Dati sulla cecità e ipovisione a livello globale

Stando all’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS, si stima che almeno 2,2 miliardi di persone abbiano una disabilità visiva, di cui almeno un miliardo presenta una disabilità visiva che avrebbe potuto essere prevenuta o che non è stata presa in carico.

All’interno di questo miliardo si riscontrano soggetti con diversi deficit: persone con deficit moderato o grave della vista da lontano o cecità a causa di un errore di rifrazione non corretto (88,4 milioni), cataratta (94 milioni), glaucoma (7,7 milioni), opacità corneale (4,2 milioni), retinopatia diabetica (3,9 milioni) e tracoma (2 milioni), così come deficit della vista da vicino frutto di presbiopia non corretta (826 milioni). 

In particolare, si legge nella relazione “si stima che la prevalenza dei disturbi della vista da lontano nelle aree a basso e medio reddito sia quattro volte superiore a quella delle aree ad alto reddito. Per quanto riguarda la visione da vicino, si stima che i tassi di deficit non corretti siano superiori all’80% nell’Africa occidentale, orientale e centrale subsahariana, mentre i tassi comparativi nelle Regioni ad alto reddito del Nord America, dell’Australia, dell’Europa occidentale e dell’Asia sono inferiori al 10%”.

La situazione europea e italiana

A livello europeo, le gravi limitazioni visive interessano in media il 2,1% della popolazione dell’UE over15. Negli over65 i deficit raggiungono il 5,6% e fino all’8,7% tra gli over75.

La situazione italiana risulta in linea con quella del Vecchio Continente: l’1,9% della popolazione over15 presenta una grave limitazione visiva, percentuale che sale al 5% tra gli over65 e all’8% tra gli over75.

A soffrire di limitazioni moderate della vista è invece il 16,7% della popolazione.

Dunque, se si sommano le limitazioni visive moderate a quelle gravi, complessivamente ne soffre il 18,6% della popolazione, percentuale che sale al 33,8% tra gli ultrasessantacinquenni e al 41,9% tra gli ultrasettantacinquenni. 

Ipovisione: dati in aumento

Il numero dei soggetti affetti da ipovisione risulta in aumento e questo in particolare a causa del progressivo invecchiamento della popolazione che ha portato a una maggiore diffusione di malattie oculari legate all’invecchiamento, quali degenerazione maculare legata all’età, glaucoma, cataratta e patologie vascolari retiniche. 

L’importanza della prevenzione

I progressi tecnologici e scientifici degli ultimi anni hanno portato ad una riduzione della cecità, anche se numerosi sono i pazienti che presentano una qualità della vista non sufficiente a mantenere una completa autonomia.

Altrettanti progressi sono stati compiuti relativamente ad una identificazione precoce dei disturbi anche in età neonatale.

La perdita della vista, sia in età evolutiva sia in età adulta implica conseguenze che impattano sulla salute ad ampio spettro e persino sulla vita stessa dei pazienti.

Appare, dunque, evidente come la prevenzione dell’ipovisione e la riabilitazione visiva rappresentino un aspetto prioritario in ambito di sanità pubblica, anche in ottica di ottimizzazione di risorse in ambito socio-sanitario. L’intervento sanitario deve comprendere prevenzione, cura e riabilitazione.

“Dopo il completamento delle cure mediche possibili, infatti, resta un elevato bisogno riabilitativo e di supporto per il miglior adattamento del paziente alla vita quotidiana” si legge ancora nel documento ministeriale che passa quindi in rassegna le tante attività di sensibilizzazione, informazione e screening messe in campo.