Prostatite: come riconoscerla e trattarla

La prostatite è un’infiammazione più o meno accentuata della ghiandola prostatica che  può insorgere a ogni età ma è più frequente nella popolazione maschile di età compresa tra i 30 e i 50 anni

La prostatite è un’infiammazione più o meno accentuata della ghiandola prostatica che colpisce dal 30 al 50% degli uomini sessualmente attivi, può insorgere a ogni età ma è più frequente nella popolazione maschile di età compresa tra i 30 e i 50 anni.
Le cause che la provocano sono molto spesso sconosciute anche se, di frequente, la patologia si associa a una infezione batterica delle vie urinarie o a una proliferazione batterica a livello della prostata stessa. Sono stati definiti quattro diversi tipi di prostatite:

  • acuta di origine batterica (tipo I);
  • cronica di origine batterica (tipo II);
  • cronica non batterica (tipo III) suddivisa a sua volta in due sottotipi: sindrome dolorosa pelvica cronica infiammatoria (tipo IIIA) e non infiammatoria (tipo IIIB);
  • asintomatica (tipo IV).

Per identificare la forma precisa della malattia è necessaria una diagnosi accurata che comprenda test sul sangue, sulle urine e su campioni di sperma e di liquido prostatico.

Quali sono i sintomi prevalenti?

In tutti e tre i tipi di prostatite con sintomi, molti sono causati da spasmo dei muscoli della vescica e del bacino, in particolare nell’area perineale. Il dolore si sviluppa nella parte bassa della schiena e nella zona pelvica e spesso coinvolge il pene e i testicoli. Si avverte frequenza e urgenza minzionale con dolore o bruciore durante la minzione e difficoltà a svuotare completamente la vescica; l’eiaculazione è dolorosa e si può anche sviluppare stipsi che rende difficoltosa l’evacuazione e provoca malessere durante la peristalsi intestinale.

Che caratteristiche ha la forma acuta batterica?

La prostatite acuta di origine batterica compare in modo rapido e improvviso, con sintomi molto accentuati, soprattutto febbre e brividi, dolore pelvico, difficoltà nella minzione e comparsa di sangue nelle urine. I batteri responsabili possono essere gli stessi che causano una cistite o un’uretrite come proteus, klebsiella ed escherichia coli: in questi casi la prostatite può dipendere dalla diffusione degli agenti batterici per via ematica o per via diretta da vescica e uretra alla prostata. L’infezione può anche essere dovuta a batteri responsabili di malattie sessualmente trasmissibili, come neisseria gonorrhoeae e chlamydia trachomatis. Alla comparsa dei primi sintomi è indispensabile rivolgersi al medico: se non curata o se trattata tardivamente, l’infiammazione a livello prostatico può cronicizzarsi, l’infezione trasmettersi alle strutture anatomiche vicine come, per esempio, ai testicoli ed è possibile che si sviluppino batteriemia, sepsi e anche un ascesso prostatico.

Quali sono i principali fattori di rischio?

Il principale fattore di rischio per l’insorgenza della prostatite acuta è la presenza di un’infezione batterica delle vie urinarie. Anche assumere poca acqua e non idratare a sufficienza l’organismo è un comportamento che favorisce le infezioni urinarie e, di conseguenza, la prostatite batterica. Ulteriori elementi che facilitano l’insorgenza della malattia sono l’avere rapporti sessuali non protetti con persone affette da infezioni sessualmente trasmissibili, il cateterismo vescicale, un precedente intervento di biopsia alla prostata. La presenza di infiammazione ai testicoli o di lesioni all’intestino retto, lo stress e l’essere immunodepressi sono condizioni che favoriscono la comparsa della malattia.

Quali terapie antibiotiche sono indicate?

Il trattamento della prostatite acuta batterica si basa principalmente sulla somministrazione di chinolonici: ciprofloxacina, il farmaco maggiormente impiegato in quanto è tra quelli che meglio riescono a diffondersi e a concentrarsi a livello prostatico, levofloxacina e ofloxacina. Altre classi di antibiotici utilizzati sono cefalosporine, macrolidi, indicati in caso di co-infezione con clamidia, tetracicline e trimetoprim. In genere la terapia antibiotica deve avere una durata di 4-6 settimane o comunque fino alla completa scomparsa dell’infezione: si deve sottolineare l’importanza di non interrompere il trattamento antibiotico anche se si ha una regressione dei sintomi, in quanto un’interruzione precoce della terapia espone a ricadute e alla possibilità concreta di sviluppare una forma cronica batterica.

Vi sono altri trattamenti farmacologici?

Oltre alla terapia antibiotica, che rimane il cardine fondamentale per la prostatite acuta batterica, in alcuni casi può essere prescritta l’ossibutinina per rilassare la muscolatura liscia vescicale e ridurre la frequenza di contrazione della vescica, effetto molto favorevole in caso di incontinenza urinaria associata a prostatite. Possono essere prescritti anche degli alfa-bloccanti come doxazosina, terazosina, tamsulosina e silodosina da utilizzare tenendo conto, però, del loro effetto antipertensivo.

Quali caratteristiche ha la prostatite cronica batterica?

È l’infiammazione della prostata a comparsa graduale e tipicamente persistente, causata dalla proliferazione dei batteri a livello della prostata.

Rispetto alla forma acuta è meno grave, ma di durata molto più lunga (almeno 3 mesi). La causa più comune è la cronicizzazione di una prostatite acuta batterica o la complicanza di un’infezione a livello testicolare. I sintomi sono simili a quelli causati dalla forma acuta ma compaiono gradualmente, sono in generale meno severi e si alternano periodi in cui sembrano scomparsi a periodi in cui sono particolarmente evidenti. Anche la cura di questa forma di prostatite consiste in una terapia antibiotica che, però, risulta particolarmente lunga, data la limitata sensibilità della prostata ai farmaci antibiotici. Di ostacolo alla risoluzione della patologia vi è anche la recidività che caratterizza le infiammazioni croniche della prostata, in particolare proprio quelle a origine batterica. Per ridurre al minimo il rischio di recidiva, è indispensabile seguire scrupolosamente le indicazioni sulla durata della terapia antibiotica che varia da paziente a paziente: in alcuni casi sono sufficienti 6-8 settimane di terapia, in altri casi servono 3 mesi, in altri ancora occorrono 6 mesi o più di trattamento. Se la terapia si protrae oltre i 5-6 mesi, l’antibiotico si assume nell’arco di 2-3 settimane per ogni mese di trattamento.

Quali sono gli aspetti della forma cronica non batterica?

È la forma di prostatite più diffusa ed è l’infiammazione della prostata, a comparsa graduale e dal carattere persistente, non associata alla presenza di un’infezione batterica. Fatta eccezione per la febbre, sempre assente, i sintomi sono sovrapponibili a quelli causati dalle prostatiti di origine batterica: problemi urinari, dolore all’area pelvica, all’inguine, allo scroto, eiaculazione dolorosa eccetera. Attualmente non esistono cure specifiche ma solo trattamenti sintomatici quali quelli con alfa-bloccanti che, rilasciando la muscolatura liscia della prostata e della vescica, possono alleviare la sintomatologia. È di qualche utilità anche la somministrazione di antidolorifici, come paracetamolo o nimesulide, e quella di emollienti delle feci. Per ragioni non del tutto chiare, gli antibiotici talvolta attenuano i sintomi. I trattamenti non farmacologici possono includere il massaggio prostatico periodico e l’utilizzo di bagni caldi nella zona genitale; vengono usate anche tecniche di rilassamento in grado di alleviare lo spasmo e il dolore dei muscoli pelvici.

Prostatite asintomatica: come riconoscerla?

La prostatite asintomatica, o prostatite di tipo IV, è l’infiammazione della prostata che non si accompagna a dolore o fastidio, cioè non presenta sintomi che il paziente riesca a riferire, con conseguente ritardo nella diagnosi. Dall’esame dello sperma e del liquido prostatico emerge la presenza di globuli bianchi, segno caratteristico di un processo infiammatorio in corso, ma ancora non sono stati compresi i motivi per cui la condizione risulti completamente priva di sintomi. In genere, la prostatite asintomatica non richiede alcun tipo di trattamento.

Quali norme di comportamento per prevenire e accelerare il processo di guarigione?

Per la prevenzione della prostatite è importante assumere acqua in quantità adeguate alle esigenze dell’organismo, osservare una scrupolosa igiene intima, evitare le attività che possono determinare traumi perineali, curare tempestivamente le infezioni alle vie urinarie. Durante il trattamento antibiotico della forma acuta batterica si raccomanda di astenersi dalla pratica sessuale e di sottoporre anche il partner alla terapia antibiotica, evitare di andare in bicicletta, per sedersi usare un cuscino (meglio a ciambella) e adottare una dieta che escluda caffè, alcol e spezie.