Rapporto Oasi 2014 (Cergas): la sanità italiana è sostenibile

capsule«La sanità italiana ha i conti a posto, quindi deve cambiare!». È questo il quasi paradossale “slogan” scelto dalla Bocconi per comunicare contenuti ed evidenze del Rapporto Oasi 2014. Un approfondito studio pubblicato ogni anno, da 15 anni a questa parte, da Cergas e Sda Bocconi con la collaborazione di Bayer, che è una vera “bibbia” per i dati e le evidenze scientifiche sul mondo della sanità in Italia. La notizia più gettonata emersa dalla presentazione del rapporto è che la spesa pubblica in sanità diminuisce per la prima volta dal 1995 e il deficit è praticamente azzerato: nel 2013 la spesa pubblica in sanità è diminuita sia in termini assoluti (i 112,6 miliardi spesi rappresentano una riduzione dell’1,2% rispetto al 2012), sia in rapporto al Pil (passando dal 7,3% al 7,2%). Il disavanzo si è ridotto a circa l’1% della spesa corrente.
Nonostante l’invecchiamento della popolazione, il peggioramento epidemiologico, le nuove tecnologie e l’incremento della povertà, il sistema è, insomma, “pienamente sostenibile”. “Un vero miracolo”, dicono gli estensori del Rapporto. Ma tutto ciò non è stato ottenuto senza sacrifici: il personale si è ridotto di circa l’1,5% l’anno negli ultimi tre anni a causa della mancata sostituzione di chi va in pensione, del blocco degli stipendi e dell’esternalizzazione di molte attività alle cooperative sociali. Peggio è andata alle regioni tirreniche soggette al piano di rientro (Lazio, Campania, Calabria e Sicilia), dove il personale a tempo indeterminato si è ridotto del 15% dal 2006 al 2012 e quello a tempo determinato o interinale del 27%.
La dinamica della spesa farmaceutica convenzionata è stata, se possibile, ancora più marcata, infatti è diminuita del 7,6% l’anno negli ultimi tre anni. Più in generale, a risentire dei tagli è tutto il settore sanitario privato, che in Italia impiega più di 110mila persone e nel quale il Ssn riversa più del 60% dei propri finanziamenti. Per molti italiani la Sanità sta diventando un “bene di lusso” e come tale soggetto a tagli. La minore spesa pubblica non è, infatti, sostituita da maggiore spesa privata, che è anzi diminuita dell’1,5% nel 2012 e del 5,3% nel 2013, nonostante il forte aumento dei ticket. È questo è l’allarme, se vogliamo sintetizzare, che  il Rapporto Oasi 2014 lancia quest’anno.
In questi anni di così marcata crisi economica, evidenzia infine il rapporto, si è notevolmente ridotta la capacità di investimento che oggi è pari al 5% della spesa sanitaria corrente. È invece il momento di investire sulla sanità italiana, se questa vuole rimanere la terza del mondo, come è oggi. “Dalla fase di rapido contenimento della spesa prevalentemente con logiche input based”, hanno affermato i curatori del rapporto, Elena Cantù e Francesco Longo, “dobbiamo ora riorganizzare i servizi allineandoli all’epidemiologia emergente: è un lavoro di medio periodo, ora possibile, solo perché abbiamo messo a posto i conti. Questa è la sfida che attende il Ssn e le aziende sanitarie devono giocare un ruolo centrale”.

Lorenzo Di Palma