Sanità a chilometro zero, la farmacia savonese sperimenta un’estensione dei servizi al cittadino

Dott. Zorgno, come si caratterizza il settore delle farmacie savonesi?

La caratteristica strutturale più evidente delle farmacie in provincia di Savona è il notevole frazionamento del territorio: il 42% delle 116 farmacie presenti in provincia è rappresentato da farmacie rurali sussidiate.

Molte di queste sono situate in Zorgno Giovanni, presidente ordine farmacisti provincia di Savonaposizioni estremamente isolate e vivono in situazioni disagiate. La popolazione complessiva della provincia, peraltro, è piuttosto esigua (280.000 abitanti – ndr). Altre farmacie sussidiate sono situate in riviera e quindi la loro attività è strettamente legata alla stagione; il flusso turistico estivo è discreto, ma la situazione invernale è veramente complessa.
Dal lato opposto troviamo le farmacie del comune di Savona, una città che ospita una popolazione di 61.000 abitanti con 25 farmacie presenti. Un rapporto abitanti per farmacia di circa 2.240, molto al di sotto del livello di 3300 stabilito dalla legge. Tra l’altro sono quasi tutte posizionate in centro città a minima distanza una dall’altra (spesso inferiore ai 200 metri). Si tratta di una realtà quasi unica in Italia.

Quali soluzioni possono mettere in atto i farmacisti del vostro territorio per affrontare la situazione?

Credo che l’unica soluzione sia quella di rimanere molto concentrati sulle esigenze del paziente e continuare a espandere l’offerta di servizi.
Nella nostra provincia, in particolare, stiamo sviluppando molto il Cupa e la Dpc, che si estenderanno ulteriormente grazie a un progetto chiamato “Sanità a chilometro zero”: sarà infatti possibile ritirare in farmacia molti farmaci che precedentemente erano in distribuzione diretta e vi sarà un’estensione del Cupa che permetterà nuove prenotazioni, comprese le prenotazioni degli esami di laboratorio, oltre a quelle già possibili (visite specialistiche ed esami radiologici). È, inoltre, previsto un progetto di ritiro dei referti direttamente in farmacia. Stiamo dunque dirigendoci verso una vera e propria farmacia dei servizi, un passo concreto per venire incontro alle esigenze di una popolazione in gran parte anziana. Va anche detto che abbiamo trovato una grande disponibilità al dialogo da parte delle amministrazioni locali e una importante convergenza sull’obiettivo di rispondere alle esigenze del cittadino, rispettando la mission originaria della nostra professione.

Come ordine provinciale che contributo riuscite a fornire ai farmacisti in questo percorso?

A Savona lavoriamo strettamente in linea e in collaborazione con la Federazione a livello nazionale; posso affermare che in questi anni, grazie particolarmente al lavoro del senatore Mandelli e di tutto il consiglio di presidenza, sono state avviate moltissime iniziative a sostegno dei farmacisti che intendono sviluppare conoscenze e capacità organizzative per adattarsi ai futuri sviluppi della professione. Parlo di farmacia dei servizi e della valorizzazione della galenica, anche grazie all’approvazione della nuova “tariffa dei medicinali”, una grande opportunità per lo sviluppo di terapie personalizzate al cittadino. Ma soprattutto dell’aspetto che più di ogni altro caratterizzerà il futuro ruolo del farmacista: la presa in carico del paziente e la verifica dell’aderenza terapeutica. Sono tutti progetti realizzati della federazione a cui noi abbiamo pienamente aderito. Lo sviluppo della farmacia passerà necessariamente da questi elementi ma è chiaro che il farmacista dovrà mantenere un altissimo livello professionale e un costante aggiornamento. In questo senso i corsi di formazione organizzati da Fofi nell’ambito del dossier formativo di gruppo della Federazione, sono uno strumento importante di integrazione professionale e specializzazione.

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