Stando ai dati dell’ultimo Rapporto OCSE “Health at a glance 2023”, il cancro si conferma la seconda causa di morte nei Paesi OCSE subito dopo le malattie circolatorie, responsabile del 21% di tutti i decessi nel 2021, con il tumore del polmone al primo posto di questa infausta classifica sia per gli uomini che per le donne.

Il Report evidenzia altresì come il nostro Paese si collochi al di sotto della media OCSE per l’adesione agli screening oncologici, sia per quanto riguarda il tumore della cervice, sia per quello del colon-retto.

Basti pensare che nel 2022, appena il 43% delle donne aventi diritto si sono sottoposte allo screening mammografico, mentre i livelli di copertura dello screening cervicale e colorettale si sono assestati rispettivamente al 41% e al 27%, con una marcata differenza tra Nord e Sud del Paese, a svantaggio del Meridione.

Nel corso del 2023 le nuove diagnosi di tumore nel nostro Paese sono state 395 mila: al primo posto ancora una volta il carcinoma mammario, seguito dal tumore del colon retto e dal tumore del polmone.

Le priorità di medici e pazienti

Introdurre la prevenzione come elemento essenziale della cura di sé, a partire dalle scuole dove è opportuno inserirla come materia di insegnamento, digitalizzare i processi di invito allo screening, promuovere un’informazione costante e capillare ed estendere – fino a renderlo strutturale – il programma sperimentale per la diagnosi precoce del tumore del polmone della Rete Italiana Screening Polmonare (RISP).

Sono queste alcune delle priorità sollecitate ai decisori nel corso della round-table ospitata lo scorso 15 febbraio presso il Ministero della Salute “La Raccomandazione UE sugli screening oncologici come priorità sanitaria” promossa da All.Can Italia, la coalizione multistakeholder di Pazienti, Clinici, Esperti sanitari e Industria, attiva nel proporre soluzioni concrete per migliorare il percorso dei pazienti oncologici.

La raccomandazione UE sugli screening oncologici

Al centro dell’evento, che ha visto un’ampia partecipazione sia della comunità scientifica sia delle associazioni di pazienti di area oncologica – tra cui ACTO Italia, AIOM, Europa Donna Italia, Fondazione PRO, LILT, ROPI, WALCE – la necessità di trovare misure efficaci atte ad allineare l’Italia alla Raccomandazione UE sugli screening oncologici.

La Raccomandazione Europea esorta difatti gli Stati Membri ad estendere gli screening già attivi – dalla mammella al colon-retto alla cervice uterina – e di proporne di nuovi, a partire dal carcinoma polmonare, alla prostata, al tumore dello stomaco.

Attraverso i programmi di screening oncologico – è stato da più parti ribadito – il servizio sanitario offre gratuitamente e in maniera sistematica, un percorso di prevenzione secondaria finalizzato ad individuare precocemente il tumore e consentendo così un più tempestivo intervento, garanzia di migliori outcome per i pazienti.

Fondamentale in tal senso anche le campagne di informazione rivolte ai cittadini e la sensibilizzazione portata avanti da farmacisti e medici di medicina generale. 

La situazione italiana e gli ampi margini di miglioramento

«È fondamentale fare dell’Italia un’apripista in Europa per quanto riguarda le politiche di prevenzione e diagnosi precoce», ha sostenuto Paolo Bonaretti, portavoce di All.Can Italia. «Per farlo, All.Can Italia, da anni ormai impegnata nell’efficientamento del percorso del paziente oncologico, chiede con forza che i decisori pubblici si attivino per recepire la nuova Raccomandazione europea sugli screening oncologici ed ampliare i programmi di screening, partendo da progetti pilota sperimentali – come avvenuto per la Rete Italiana Screening Polmonare (RISP) – fino alla loro messa a regime. Per questo motivo oggi siamo qui, presso il Ministero della Salute, per cercare di individuare tutti insieme soluzioni concrete per migliorare i percorsi di diagnosi precoce e recepire le indicazioni che provengono dall’Unione europea». 

Le evidenze scientifiche evidenziano l’importanza dello screening

Anche gli studi scientifici – come uno di recente pubblicazione su Jama Networkenfatizzano il ruolo di screening e diagnosi precoce nel ridurre la mortalità per cancro, offrendo maggiori possibilità di accedere a cure più tempestive, personalizzate e, in molti casi, definitive. Altresì, dovrebbero essere istituiti programmi pilota di screening basati sulla ricerca di eredo-familiarità documentata, in particolar modo legata i geni BRCA1 e BRCA2 che, oltre al tumore della mammella e dell’ovaio, possono essere collegati ad altri tipi di neoplasie, tra cui il tumore della prostata. 

«La prevenzione primaria e gli screening oncologici sono determinanti per vincere il cancro! Per questo ritengo strategico un coinvolgimento sempre più diretto e attivo di una task force composta dalla Scuola, dalla Famiglia e dai Media. La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT), membro dell’European Cancer League (ECL), è prioritariamente impegnata da un lato a sensibilizzare costantemente il mondo scolastico, diffondendo la cultura della prevenzione come metodo di vita e, dall’altro, ad intensificare l‘operatività dei propri ambulatori diagnostici dedicati alla prevenzione secondaria», dichiara Francesco Schittulli, presidente LILT.