In medicina, il termine dermatite – proprio perché caratterizzato dal suffisso “ite” – rimanda con immediatezza a un’infiammazione cutanea, che dà luogo a manifestazioni cliniche tipiche quali eritema, prurito, in alcuni casi vescicole e/o croste. Le cause possono essere le più disparate, dall’alimentazione scorretta all’esposizione a fattori ambientali poco favorevoli (inquinamento, sole, vento), dalle allergie al contatto con agenti patogeni o sostanze irritanti.
Per quanto ai fini di una terapia efficace e auspicabilmente risolutiva non si possa prescindere dall’individuare la causa del problema, la fitoterapia può offrire numerosi strumenti utili per dare sollievo alla pelle infiammata, calmando i sintomi dell’irritazione e ripristinando l’equilibrio cutaneo, consentendo alla pelle di ritrovare la propria omeostasi.
Lenire per via interna
Arrossamento, prurito, irritazione alcuni dei sintomi comuni a molte forme di dermatite, inclusa quella atopica. Considerato il suo ruolo di barriera, il modo migliore per dare sollievo alla pelle infiammata, anche in fitoterapia, è quello di intervenire in primis per via interna.
Tra le piante più indicate per gestire l’infiammazione cutanea e i suoi sintomi, la Viola tricolor – utilizzata ad esempio in tintura madre – assume un ruolo da protagonista: grazie a un fitocomplesso articolato (che include principalmente salicilati, gaulterina mucillagini, flavonoidi, antocianosidi, saponine e triterpeni) questa pianta contribuisce al drenaggio in modo blando, dimostrando proprietà antinfiammatorie, emollienti ed antipruriginose utili nella gestione della sintomatologia che caratterizza le dermatiti e gli eczemi, soprattutto in caso di dermatite seborroica. Altre piante antinfiammatorie, preziose per gestire l’infiammazione cutanea sono la Liquirizia (Glycyrrhiza glabra) e l’Elicriso (Helichrysum italicum).
La prima possiede un’attività antinfiammatoria legata prevalentemente al suo contenuto di glicirrizina – saponina triterpenica presente nel fitocomplesso – e all’acido glicirretinico. A livello sistemico l’attività antinfiammatoria si concretizza in una inibizione dell’attività della 5-lipossigenasi (5-LOX) e della ciclossigenasi-2 (COX-2). Interessante, oltre all’azione antinfiammatoria sistemica, anche quella antiflogistica topica.
Il decotto, per uso interno, prevede l’uso di 3-5 g di radice in 200 ml di acqua, per 2/3 volte al dì. Va comunque tenuto ben presente, nella terapia orale, che l’uso terapeutico della Liquirizia può produrre ipertensione, ritenzione d’acqua e di sodio, ipopotassiemia. L’Elicriso – grazie all’inibizione degli enzimi infiammatori, a un’attività antiossidante e a un effetto simil-corticoide – esercita proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antiallergiche e depurative che permettono agli estratti della pianta, sia per uso esterno che interno, di trovare impiego nel trattamento di problematiche topiche ad andamento cronico quali dermatiti, eczemi, psoriasi ed ittiosi, ma anche per alleviare la sintomatologia e favorire la guarigione in caso di episodi accidentali e transitori quali ustioni, geloni, eritemi, piccole lesioni.
Grazie all’elevata presenza di flavonoidi, la pianta svolge un’interessante azione protettiva della pelle nei confronti dei raggi ultravioletti e possiede – parallelamente – una buona attività disarrossante e lenitiva su cute e mucose. Per spugnature, impacchi e lavaggi, se ne utilizza l’infuso preparato a partire da 3 g di sommità fiorite essiccate in 150 ml di acqua bollente, per un tempo di infusione di circa 20 minuti.
Sollievo in tubetto
Per via topica, numerosi sono i principi attivi interessanti per le loro proprietà antinfiammatorie, idratanti, dermoprotettive, rigeneranti e spesso antimicrobiche: tra questi, alcuni più noti e di uso comune – quali la propoli, la Calendula (Calendula officinalis L.) e l’Aloe (gel da Aloe barbadensis), l’Iperico (oleolito da Hypericum perforatum) e la Camomilla (Matricaria recutita), la Mimosa tenuiflora (unguento), l’Avena.
Fondamentale, ai fini dell’efficacia, la forma farmaceutica, che va scelta in base alle peculiarità della manifestazione cutanea: le soluzioni acquose (decotti, infusi e macerati) sono da preferire nelle forme acute, creme e gel nelle forme subacute, preparazioni più oleose come pomate, unguenti e oli vegetali (eventualmente miscelati tra loro secondo le specifiche necessità) permettono un intervento mirato sulle forme croniche.
Alleata dell’estate: la Calendula
La Calendula (Calendula Officinalis) è una delle piante più utilizzate in campo cosmetico, per le sue proprietà lenitive e disarrossanti, per la sua capacità di favorire la rigenerazione di epidermide e derma.
I caroteni, infatti, costituiscono i precursori naturali della vitamina A e fanno della Calendula il rimedio ideale per le pelli arrossate – fornendo pronto sollievo a sintomi quali arrossamento, prurito, bruciore – mentre grazie ai suoi flavonoidi, questa pianta è in grado di realizzare un’efficace azione antinfiammatoria sulla cute sensibile ed irritata, anche dall’esposizione ai raggi solari, dalla puntura di zanzara o dal contatto con le meduse.
Gli estratti di Calendula stimolano la granulazione tissutale e la riepitelizzazione – accelerando il turnover epidermico e promuovendo l’attività dei fibroblasti del derma – e proprietà idratanti ed elasticizzanti, per stimolazione dell’irrorazione sanguigna a livello cutaneo. Facilmente reperibile in commercio nella forma farmaceutica adeguata (crema, unguento, pomata) ad un’applicazione pratica ed efficace, in forma di crema o pomata, la si può utilizzare anche come infuso, decotto o tintura (sciolta in acqua), da applicare in impacchi con l’aiuto di compresse di garza ben imbevute.