È il mercato che detta le linee guida da seguire per svolgere un idoneo progetto che sia orientato a obiettivi di business. Anche nell’healthcare il mercato delinea queste linee di sviluppo. Quanto è semplice comprendere le tendenze ai nostri giorni? La curiosità, la ricerca, l’attenzione ai particolari sono gli skill che permettono di sapere quali sono
e come si sviluppano i trend e gli atteggiamenti più profondi della clientela, come e in che modo si muovono i trend di opinione sulle patologie o tendenze scientifiche
e, in particolare, come e in che modo si muoveranno i decisori che possono modificare un mercato. Nella farmaceutica, nell’health market, tutto ciò è determinante oltre che per intravedere regole di business, soprattutto per il benessere dei clienti-pazienti.

Per esempio, se ancora oggi siamo nel loop della pandemia, nonostante le maggiori conoscenze terapeutiche, abbiamo compreso che, probabilmente, l’emergenza è spostata su altri fronti. Nuovi segnali arrivano dal “mercato della salute”. Sotto l’ombrello di long Covid, così come sotto quello delle conseguenze psicologiche, emergono nuovi trend patologici che colpiscono la popolazione e, soprattutto, i più deboli sotto il profilo salutistico. Il potenziale di queste emergenti patologie è significativo e la domanda di comprendere i nuovi trend dei mercati è un must per tutti, incluso le autorità sanitarie.

Monitorare, studiare per poter mettere in atto nuove e idonee strategie di marketing e comunicazione sono elementi per i quali la farmacia, che è un presidio nel territorio, deve essere pronta a dare risposte concrete alla cittadinanza. È stato registrato il 25% di aumento di ansia e depressione nei giovani e nelle donne. L’Oms cita questi dati come la punta di un iceberg sempre più ampio e che si espande a una velocità progressiva in tutto il mondo. I reparti di medicina interna degli ospedali, lo scorso anno, hanno recuperato i malati cronici che nel 2010 non si erano recati a fare controlli.

Dai dati Fadoi questo recupero è stato pari a circa il 90% di malati affetti da Bpco, scompenso cardiaco, diabete, insufficienza renale cronica, polmoniti, sepsi, edema polmonare acuto, emorragie o infarti cerebrali, solo per fare qualche esempio. Questi pazienti, circa 400.000 in Italia, se prima erano in una condizione di prevenzione primaria, oggi, di rientro nel territorio, potrebbero essere passati, in parte, se non la maggioranza, a una condizione che necessita massima attenzione nella “prevenzione secondaria”, indubbiamente più complessa da gestire. La farmacia dei servizi nasce e si evolve proprio in questi ruoli di controllo e aiuto a questi pazienti. La crescita della telemedicina e le attività di aderenza terapeutica dovrebbero essere il nuovo trend da monitorare.

I punti fermi del business

La decisione di continuare o di perseguire nuove strade nel business necessita di punti fermi. Per prima cosa, definire un piano strategico che permetta alla proprietà della farmacia di razionalizzare le decisioni e le risorse. È nota la difficoltà di reperire collaboratori farmacisti nel territorio. Istituire un modello formativo che si basi sulla operatività giornaliera come anche sullo sviluppo di tecniche di coaching con conseguente certificazione della professionalità potrebbero essere nuove leve attrattive per il personale.

Un modello di coach di questo tipo renderebbe la “risorsa” appetibile al mercato farmaceutico e dell’heatlhcare. Per cui, una politica di risorse umane dovrebbe prevedere possibili back up sostitutivi per far procedere regolarmente i progetti. Quindi,
un piano strategico deve analizzare bene gli skill delle risorse a disposizione e allocarle nelle posizioni più idonee alla persona, in particolare all’organizzazione aziendale. Il piano si può sviluppare attraverso step sequenziali.

LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO SU TEMA FARMACIA DI APRILE