Il Ministero della Salute ha pubblicato un documento relativo alla gestione dell’area critica nel post pandemia: in piena emergenza sanitaria era stato introdotto un incremento strutturale significativo di posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva che, all’indomani del Covid, ha posto problemi di appropriatezza e sostenibilità. La Sezione I del Consiglio Superiore di Sanità ha proposto un meta-modello organizzativo che mira ad assicurare uniformi livelli di assistenza in area critica

Con il Decreto Legge n.34 del 19 maggio 2020 (recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19) veniva introdotto un incremento “strutturale” dei posti letto di terapia intensiva per almeno 3.500 posti letto così da assicurare almeno 14posti letto ogni 100mila abitanti. Inoltre, il decreto aveva previsto l’ulteriore aumento di 4.225 posti letto di terapia sub-intensiva derivanti dalla riqualificazione di posti letto di area medica, di cui il 50% trasformabili in postazioni di terapia intensiva.

Appropriatezza e sostenibilità all’indomani della pandemia Covid-19

Terminata l’emergenza, questo massiccio incremento di posti letto in area critica aveva sollevato nei diversi sistemi sanitari regionali questioni di appropriatezza, sostenibilità economica e tenuta organizzativa.

Per favorire la risoluzione di questa problematica, la Sezione I del Consiglio Superiore di Sanità ha sviluppato una proposta di meta-modello organizzativo con l’obiettivo di assicurare uniformi livelli essenziali di assistenza in area critica, intendendo così colmare i gap esistenti tra le diverse Regioni italiane che è, tra le altre cose, uno degli obiettivi cardine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

I punti cardine della proposta

La proposta di meta-modello organizzativo si articola in diversi punti, i cui principali obiettivi sono, tra gli altri: il superamento della dicotomia tra terapia intensiva e sub-intensiva, facendole convergere in una unica struttura organizzativa dell’area critica definita “sistema organizzato per erogare le cure necessarie a pazienti in condizioni di diversa criticità, attraverso l’ assistenza medica e infermieristica, con capacità di modulare il monitoraggio e le molteplici modalità di supporto delle insufficienze d’organo”.

A tal fine, viene proposta una struttura organizzativa orizzontale che coordini e integri tutte le anime dell’area critica, lasciando altresì intatte le afferenze disciplinari, mediante l’istituzione di uno strumento autonomo di coordinamento dell’area. Questo consentirebbe nel medio lungo periodo, stando al documento, un evidente risparmio per la spesa sanitaria pubblica.