Lancette avanti di 60 minuti nella notte tra sabato 26 marzo e domenica 27 marzo, e salta anche l’orologio biologico degli italiani. La falange degli insonni cronici potrebbe essere destinata a un ulteriore incremento, con le ben note ripercussioni: riduzione delle prestazioni fisiche e mentali, accelerazione dei processi neurodegenerativi, impoverimento della qualità della vita

Fra le 7-8 ore a notte: sono le “linee guida” di un buon sonno che ristora il fisico, consolida ricordi e favorisce l’apprendimento. Sotto la soglia delle 5 ore o oltre le 9-10 ore, l’effetto protettivo del sonno sulla neurodegenerazione è destinato a svanire, come un bel sogno.

Uno studio condotto su Science del 2019 su modelli murini attesterebbe che ogni ora di privazione di sonno accumula nella porzione di liquor cefalorachidiano, proteine tossiche alla base dei processi neurodegenerativi. Accumulo registrato anche nel liquor e nel plasma dei cattivi dormitori, gli insonni,  con esposizione nel lungo termine a un rischio maggiore di disturbi cognitivi, psichiatrici, cardiovascolari e ipertensione.

Da qui, l’indicazione a una presa in carico e trattamento dell’insonnia fin dagli esordi, evitandone l’evoluzione da transitoria a cronica. La tenuta di un diario è un primo approccio per la definizione del pattern circadiano su cui impostare azioni mirate sul sintomo e di igiene del sonno.

Sebbene il trattamento di prima linea dell’insonnia cronica sia rappresentato dalla terapia cognitivo-comportamentale (CBT), efficace nel 70% dei casi, in Italia ancora viene di norma avviato in primis un trattamento farmacologico con benzodiazepine o Z-drugs, funzionale alla tipologia di insonnia: farmaci di breve durata in caso di insonnia di innesco o di più lunga durata nell’insonnia di mantenimento, per un tempo limitato a 1-3 mesi al fine di evitare la dipendenza, o ancora melatonina 2 mg a rilascio modificato che mima la produzione endogena della sostanza.

La CBT: tradizionale e digitale

La Terapia Cognitivo Comportamentale in Italia si scontra con alcuni limiti: pochi centri ed esperti in grado di attuarla, la non rimborsabilità del Sistema Sanitario nazionale, nonostante le evidenze. Sensibili benefici nell’80-90% dei pazienti a 8 settimane dal trattamento mirata al contrasto dell’iperarousal attraverso l’igiene del sonno, il controllo degli stimoli, la restrizione del sonno, attività di rilassamento e ristrutturazione cognitiva.

Sull’esempio di quanto avviato in America e di dati di efficacia sovrapponibili fra CBT vis-à-vis e virtuale, anche in Italia si sta iniziando a costruire una terapia digitale (Digital Therapeutics) per l’insonnia. Ovvero una tecnologia sanitaria con finalità terapeutica, mediata da un software, un algoritmo come principio attivo che al pari di un farmaco agisce modificando i comportamenti disfunzionali del paziente.

Sviluppata su ricerche cliniche randomizzata, autorizzata da enti regolatori, la terapia digitale si fonda sugli stessi principi della CBT tradizionale (controllo degli stimoli, restrizione del sonno, rilassamento, consapevolezza) con possibilità di modulare anche consigli nutrizionali e di attività fisica per il miglioramento del benessere generale.

Punti deboli e di forza

Uno studio dell’Università Bocconi di Milano ha evidenziato benefici e limiti della CBT digitale. A favore: agisce sulle cause primarie dell’insonnia cronica con efficacia a breve e lungo termine (i farmaci hanno breve durata di azione); non dà effetti collaterali e dipendenza (i farmaci potrebbero); ha minor costo rispetto alla psicoterapia associato all’acquisto iniziate dello strumento (una app/piattaforma); dà possibilità di accesso in qualsiasi momento e luogo, non su appuntamento o a orari fissi; può essere capillarizzata all’infinità dei pazienti superando i limiti attuali di trattamento a poche centinaia di pazienti l’anno.

La terapia digitale si inserisce, inoltre, nel blue ocean: un mercato nuovo, inesplorato, con pochi competitor, prevalentemente esteri, mentre una SWOT analisi evidenzia come ulteriori punti di forza unicità, innovazione e facilità di utilizzo del prodotto e fra i deboli: (in)sicurezza della privacy, esposizione a attacchi informatici e, in Italia, scarsa di fiducia e conoscenza verso trattamenti non tradizionali.

Obiettivo

Comprovata l’efficacia della CBT digitale con riduzione di iperarousal, neuroinfiammazione, accumulo di sostanze tossiche e ripristino della risposta fisiologica al sonno e riassetto del sistema biolinfatico, obiettivo primario è l’attivazione di una piattaforma CBT digitale, completamente italiana, che ne consente l’uso combinato anche con eventuali terapie e/o la riduzione dei farmaci. Possibili benefici anche per comorbidità presenti, quali ad esempio la depressione.

Bibliografia

  • Holth JK, Fritschi SK, Wang C et al. “The sleep-wake cycle regulates brain interstitial fluid tau in mice and CSF tau in humans”. Science, 2019, 363(6429):880-884. doi: 10.1126/science.aav2546