Tutti i farmaci in farmacia?

Accordo siglato, lo scorso 16 ottobre, tra Aifa e tutte le organizzazioni del settore sul nuovo metodo di remunerazione per l’intera filiera distributiva del farmaco. Dopo l’approvazione degli organismi istituzionali delle varie Associazioni e delle Regioni, il testo definitivo sarà presentato ai ministeri della Salute e delle Finanze ai fini dell’emanazione del decreto.

Per le farmacie l’accordo prevede una quota fissa di 2 euro per confezione al netto d’IVA (una quota aggiuntiva sarà integrata dall’Asl, a titolo di maggiorazione del prezzo di cessione del farmaco, ai rurali sussidiati e alle farmacie con fatturato inferiore ai 258.228,45 euro).

La quota fissa sarà integrata con una quota premiale di 0,10 euro per confezione per i farmaci generici o a brevetto scaduto con prezzo allineato a quello di riferimento. È prevista infine una quota proporzionale pari al 3,30 % del prezzo ex factory di ogni singola confezione, sempre al netto d’IVA.

Con l’entrata in vigore del nuovo sistema, decadranno tutte le precedenti quote di spettanza per la filiera della distribuzione, eccetto l’obbligo contributivo dello 0,9 % sul fatturato SSN dovuto dalla farmacia all’Enpaf.

Resta invece a disponibilità della filiera il margine dell’8% che potrà essere trattato nell’acquisto del generico.

Non siamo economisti e non vorremmo commentare proiezioni sul breve e lungo termine che ci paiono al momento premature: gli esperti ci dicono che dovremo attendere il bilancio 2013, solo allora potremo comprendere se e in che misura le nuove regole avranno inciso sull’economia della farmacia, anche se per alcune Regioni del Nord e del Sud pare certa una riduzione significativa della marginalità.

Ne prendiamo atto, sapendo però che la riduzione dei margini legati al SSN finirà per spingere le farmacie verso un lato commerciale più redditizio, con minore attenzione alla salute del cittadino.

Per ovviare a ciò, crediamo che bisognerà trattare con le Regioni durante la negoziazione della Convenzione, per il rientro in farmacia dei farmaci ex-osp2 e degli innovativi.

Ammettendo l’applicazione del nuovo sistema di remunerazione a tutti i farmaci, senza distinzioni, anche le motivazioni del Governo, legate al contenimento della spesa, verranno meno.

In questo modo si riuscirà a ridurre il disagio di tanti pazienti costretti a recarsi presso le Asl per poter accedere alle cure.

Come già avviene in altri Paesi europei come Germania e Inghilterra, si potrebbe prevedere anche in Italia la cosiddetta dispensazione fee for service con cui lo Stato riconosce alla farmacia un onorario fisso che include anche l’attività di monitoraggio all’aderenza terapeutica, oltre che l’attivazione del servizio di farmacovigilanza.

Allo stesso modo si potrà cercare d’incentivare lo sviluppo di tutte quelle attività sul territorio ricomprese nel famoso decreto sui servizi in farmacia, che non sono mai veramente decollate.

Ci chiediamo, altrimenti, se sarà mai possibile per i titolari di farmacia continuare a offrire servizi aggiuntivi, oltre che indispensabili, a uno Stato che sembra non avere più soldi da spendere, neppure per la salute.