Nell’aprile del 2010 Ema ha avviato il progetto ESVAC per sviluppare un approccio armonizzato per la raccolta e la rendicontazione dei dati sull’uso di agenti antimicrobici negli animali negli Stati membri. Per il 2021 le vendite totali di principio attivo in Italia sono state pari a 669,1 tonnellate, confermando un trend in diminuzione (-45,3% rispetto al 2016 e -4% rispetto al 2020)

All’interno di un approccio One Health che considera la salute umana come parte di un più ampio ecosistema del quale fa parte anche la salute animale e quella dell’ambiente, la strategia veterinaria di contrasto all’antibiotico resistenza è inglobata all’interno del Pncar (Piano nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza). In questo modo, anche per quanto riguarda il settore animale, si mira a ridurre l’incidenza e l’impatto delle infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici.

Le strategie di controllo

Tra le azioni messe in campo per il monitoraggio e la valutazione della strategia veterinaria di contenimento dell’antibiotico-resistenza primeggia la sorveglianza sul consumo degli antibiotici. A tale attività di sorveglianza, il regolamento (UE) 2019/6, applicabile dallo scorso 28 gennaio 2022, ha conferito un carattere di obbligatorietà. Con un approccio graduale, infatti, l’art. 57 stabilisce che gli Stati membri raccolgano dati pertinenti e comparabili sul volume delle vendite e sull’impiego dei medicinali antimicrobici utilizzati negli animali.

Nel 2020 il settore veterinario ha raggiunto e superato tutti i target di riduzione fissati nel Pncar (2017-2020), con riferimento all’anno 2016. In considerazione della proroga al Piano per l’anno 2021, il documento ministeriale continua ad avere come riferimento gli impegni governativi di riduzione fissati dal precedente Piano, riassumibili in una riduzione del 30% sul consumo di antibiotici totali unitamente a una riduzione del 30% sul consumo di antibiotici somministrati per via orale e a un calo del 10% nel consumo di Antimicrobici di Importanza Critica (Critically Important Antimicrobial, CIA).

Il progetto ESVAC

Il progetto European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption, ESVAC, è stato avviato nell’aprile 2010 dall’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) su input della Commissione europea. L’obiettivo era quello di sviluppare un approccio armonizzato per la raccolta e la rendicontazione dei dati sull’uso di agenti antimicrobici negli animali negli Stati membri.

Per ottenere dati armonizzati sulle vendite di agenti antimicrobici, è stato elaborato un protocollo contenente gli elementi da includere nel dataset: classi di antimicrobici, usando il codice della Chimica Anatomica Terapeutica (ATCvet codice); tutte le formulazioni farmaceutiche, fatta eccezione per le preparazioni dermatologiche e quelle per gli organi di senso; specie animali. Le vendite, in termini di peso di principio attivo (mg), per ciascun prodotto (nome, forma farmaceutica, concentrazione e confezione) sono calcolate moltiplicando il numero di confezioni vendute per la quantità di principio attivo presente nella singola confezione; in caso di combinazioni di principi attivi, la quantità venduta è calcolata per tutti gli ingredienti. Tuttavia, poiché non tutti gli antibiotici venduti sono utilizzati nell’anno di riferimento sugli animali e molti medicinali veterinari sono autorizzati per l’uso in più specie, non è possibile determinare quanto sia effettivamente utilizzato, e per singola specie/categoria animale.

I risultati

I dati di vendita nazionale coprono le vendite di medicinali veterinari contenenti sostanze antibiotiche, stimati per l’uso in animali destinati alla produzione di alimenti, inclusi gli equini (tutte le formulazioni farmaceutiche fatta eccezione per le compresse) e per l’uso in animali da compagnia (compresse). Le vendite totali, in tonnellate di principio attivo, sono state pari a 669,1 per l’anno 2021, confermando un trend in diminuzione pari a – 45,3% rispetto al 2016 e – 4% rispetto all’anno 2020. Le vendite delle compresse rappresentano l’1,1% delle vendite totali e mostrano un decremento del 26,2% rispetto al 2016. Il trend nazionale in diminuzione si conferma in modo marcato per tutte le classi di antimicrobici. In linea generale, vi è una riduzione delle vendite totali del 41,1% rispetto al 2016 e del 4,6% rispetto al 2020.

Le classi di antibiotici che hanno riscontrato un calo più evidente

Rispetto al 2016, la riduzione più evidente si è confermata quella per la classe delle polimixine (95,7%). A seguire, gli altri chinoloni (-71,5%), le cefalosporine di terza e quarta generazione (-66%), i macrolidi (-63,2%), le tetracicline (57,3%), i fluorochinoloni (49,5%). Le principali classi vendute rimangono le penicilline (33,4%), le tetracicline (23,2%) e i sulfamidici (13,8%) che, insieme, rappresentano oltre il 70% delle vendite totali.