Vittorio Zamboni presidente Federfarma della Provincia di Trieste: devono camminare le informazioni, non le persone

Zamboni Federfarma TriesteIl dottor Vittorio Zamboni presidente Federfarma della Provincia di Trieste ci spiega la situazione della sua area.
Nella Provincia di Trieste ci sono 67 farmacie, la maggior parte concentrate nel capoluogo. La crisi non ha risparmiato nessuno, nord, sud, est, ovest. Come tutti i colleghi, negli anni scorsi abbiamo notato che il fatturato che calava di anno in anno, ora, per fortuna, le cose sembrano essersi stabilizzate. Un po’ perché la rivoluzione degli equivalenti è stata assorbita e metabolizzata e, grazie al lavoro certosino di Federfarma FVG, siamo riusciti a dimostrare che la distribuzione diretta è una modalità di erogazione del farmaco inefficace e inefficiente, una vera e propria sbornia ideologica. In Regione abbiamo trovato interlocutori attenti e preparati, con cui abbiamo progettato un percorso condiviso, che comprende la distribuzione per conto e prevede uno sviluppo della farmacia dei servizi. Abbiamo puntato molto sulla distribuzione per conto, iniziata lo scorso anno, un progetto che ha portato avanti il mio predecessore, svolgendo un ottimo lavoro, facendo capire alla parte pubblica che con la distribuzione per conto ci guadagnano tutti, la pubblica amministrazione in primis e anche il paziente. Federfarma ha siglato un accordo regionale che si prefigge di inserire in maniera sempre più efficace la farmacia nella continuità assistenziale. Da qui l’adozione di vari protocolli che permettano alle farmacie di prenotare visite ed esami specialistici (il Cup, che a Trieste lo si faceva, senza percepire alcun corrispettivo, già da 10 anni). Abbiamo convinto la parte pubblica che anche questo è un servizio più efficiente per il cittadino e, genera un risparmio per la sanità. E il risultato è stata la remunerazione del Cup. Anche grazie a questo le farmacie che hanno scelto di offrire il servizio, nella provincia di Trieste, sono circa l’80%. Un progetto, per ora fatto solo a Trieste, che potrebbe essere un progetto pilota anche per altre parti del Paese, è il supporto alla campagna vaccinale antinfluenzale, con un ruolo cruciale delle farmacie. Abbiamo creato una procedura per cui la Regione acquista i vaccini, che li fornisce ai distributori intermedi, questi ultimi li distribuiscono alle farmacie che li portano presso i singoli ambulatori del medico di medicina generale, in modo possa programmare in tempi rapidi l’immunizzazione dei pazienti. Per l’Asl comporta un risparmio relativo allo stoccaggio e conservazione del vaccino, mentre i medici non sono più costretti a rifornirsi direttamente presso l’Azienda sanitaria.
Progetti per il futuro?
Lo slogan per il futuro è “devono camminare le informazioni, non le persone”. Sviluppare il Cup, in modo che il paziente possa ritirare in farmacia anche referti o esami ematochimici. Effettuare esami ematochimici di screening, esempio l’Inr, in modo da facilitare la vita di questi pazienti. La farmacia deve diventare una costola del Sistema sanitario nazionale, dobbiamo effettuare una cesura con il passato per divenire un presidio essenziale nella continuità assistenziale.

Marco Colombini