Acufeni: cosa sono e quali terapie

I due terzi dei disturbi dell’orecchio causano acufeni: fischi, sibili o fruscii non generati dall’ambiente esterno, che colpiscono circa tre milioni di italiani

Un acufene, o tinnito, è la percezione di un rumore in assenza di un reale stimolo acustico. Il rumore percepito può avere le caratteristiche di ronzio, di fischio o di scroscio, avere diversa intensità, essere intermittente o continuo. Questi suoni sono avvertiti in modo più accentuato in ambiente silenzioso e quando il soggetto non è concentrato in una attività specifica, pertanto, i tinniti causano un disturbo maggiore nella fase di addormentamento. Il fastidio causato dall’acufene può a sua volta provocare altri sintomi come mal di testa, disturbi del sonno e della concentrazione. L’esperienza dell’acufene è fortemente soggettiva: alcune persone lo trovano abbastanza tollerabile mentre per altri soggetti il fastidio causato dal tinnito diventa insopportabile in quanto fonte di stress, ansia e depressione.

acufeni

Come si genera questo disturbo?

L’acufene è un sintomo e non una malattia specifica che si manifesta per effetto di processi patologici di varia natura che interessano l’orecchio interno, il nervo acustico o le strutture anatomiche vicine. L’origine esatta degli acufeni non è stata ancora ben determinata e probabilmente diversi meccanismi possono generare questo disturbo. In linea generale, un acufene può derivare da un danno permanente a carico delle cellule ciliate cocleari, da un danno permanente a carico del nervo acustico o delle vie nervose centrali. A causa di traumi o lesioni del nervo acustico o della chiocciola, che trasforma gli impulsi sonori in impulsi nervosi, il suono arriva in modo errato al cervello che, quindi, elabora i segnali in modo impreciso causando la percezione del tinnito. A seconda dell’origine del rumore, l’acufene viene definito di tipo oggettivo o di tipo soggettivo (acufene propriamente detto).

Acufene oggettivo e soggettivo: quali differenze?

Gli acufeni oggettivi sono molto rari e sono dovuti a rumori reali generati da fenomeni che interessano zone contigue all’orecchio. Nella maggior parte dei casi il rumore dipende da anomalie dei vasi sanguigni in prossimità dell’orecchio, come aneurismi della carotide, aterosclerosi, tumori della vena giugulare e altre malformazioni vascolari, che causano un flusso sanguigno aumentato o turbolento. Acufeni oggettivi possono anche essere causati da disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare e da spasmi muscolari dei muscoli del palato. Gli acufeni oggettivi hanno tipicamente un carattere pulsante, quindi, sono sincroni al battito cardiaco e, in qualche caso, sono udibili anche da osservatori esterni.

Un acufene soggettivo è una sensazione sonora non provocata da agenti esterni ma causata da attività spontanee o patologiche proprie dell’apparato uditivo. Le principali cause degli acufeni soggettivi sono:

    • trauma acustico con perdita dell’udito parziale o totale causata dal rumore;
    • barotrauma, cioè il blocco della tuba di Eustachio dovuta a una forte variazione della pressione atmosferica;
    • farmaci ototossici;
    • tumori del sistema nervoso centrale, come il neurinoma dell’acustico, e lesioni causate dalla sclerosi multipla o da ictus;
    • infezioni come l’otite media e la labirintite;
    • malattia di Meniere;
    • ostruzioni del condotto uditivo dovute a cerume, a corpi estranei o da otite esterna;
    • presbiacusia conseguente all’invecchiamento

I farmaci ototossici

Diversi farmaci possono rivelarsi ototossici e causare acufeni di tipo soggettivo. Fra questi alcuni antibiotici aminoglicosidici come neomicina e streptomicina, diuretici come la furosemide, i salicilati ad alte dosi, alcuni antitumorali a base di cisplatino. I danni a carico dell’orecchio possono essere permanenti o transitori. I fattori che influenzano l’ototossicità di queste come di altre molecole comprendono: il dosaggio e la durata della terapia, la pregressa insufficienza renale del paziente, la somministrazione concomitante di altri farmaci dal potenziale ototossico e la suscettibilità genetica del soggetto. I farmaci ototossici non devono essere usati per applicazioni topiche all’orecchio quando vi sia una perforazione della membrana timpanica per evitare che questi penetrino e si diffondano nell’orecchio interno. Occorre ricordare, inoltre, che gli antibiotici aminoglicosidici non devono essere usati in gravidanza in quanto possono pregiudicare lo sviluppo dell’apparato uditivo fetale.

Approcci terapeutici

Attualmente, circa l’80% degli acufeni è curabile ma è necessario sottolineare l’importanza di una corretta diagnosi di questo disturbo: solitamente l’acufene è causato da molti fattori che possono interagire contemporaneamente. Poiché le cause dell’acufene sono diverse da individuo a individuo, è indispensabile programmare una terapia specifica e personalizzata. Dunque, è opportuno consultare uno o più specialisti per la valutazione della terapia o del mix di terapie più indicate per ogni caso. In primo luogo, se possibile, dovrà essere identificata la causa che ha provocato il disturbo e si dovrà curare la patologia sottostante ma, contemporaneamente, si possono adottare anche misure terapeutiche volte a diminuire l’intensità del rumore percepito facendo ricorso a trattamenti farmacologici, all’applicazione di dispositivi elettrici e di trattamenti del suono.

Alcuni farmaci possono aiutare il paziente ad alleggerire il rumore percepito. I triciclici come amitriptilina e nortriptilina sono utilizzati con discreto successo ma possono causare effetti collaterali anche gravi come disfunzioni cardiache, offuscamento della vista, secchezza delle fauci. Anche la somministrazione di benzodiazepine può sicuramente ridurre i fastidiosi disturbi nel contesto di un acufene grave ma, anche queste molecole, possono causare effetti collaterali come nausea, sonnolenza, assuefazione.

La terapia del suono e il trattamento psicologico

La terapia del suono Trt (Tinnitus retraining therapy) si basa sull’allenamento dell’apparato uditivo e del cervello con lo scopo di renderli meno sensibili a sibili e fruscii. Gli acufeni sono generati dall’attività elettrica della coclea, silenziata di norma da una centralina neuronale nel sistema limbico: la Tinnitus retraining therapy riprogramma proprio questo sistema in modo che il rumore dell’acufene non sia più percepito o lo sarà in modo molto meno intenso. È realizzata grazie a piccole protesi endoauricolari che emettono una serie di rumori: orecchio e cervello si adattano progressivamente a questi stimoli, si abituano e non li percepiscono più come segnali d’allarme. La terapia ha una durata che varia tra i 12 e i 18 mesi, trascorsi i quali l’acufene è quasi sempre del tutto scomparso o si è comunque notevolmente ridotto.

È possibile fare ricorso a sistemi di mascheramento o arricchimento sonoro: sono procedure simili alla terapia del suono e spesso usate per potenziarne l’azione. Si basano su piccoli apparecchi domestici in grado di emettere suoni che, per tutta la notte e in ogni momento di silenzio, diffondono suoni gradevoli, detti suoni bianchi, a intensità appena percettibile e senza variazioni. Si crea così un rumore di fondo che attenua la percezione di sibili e fischi. Può essere utile anche il biofeedback, un insieme di tecniche che hanno la finalità di “insegnare” al paziente a selezionare le informazioni sonore importanti, modificando il livello di priorità di importanza dell’acufene che, con questo metodo, tende progressivamente a scomparire.

Un counselling psicologico, infine, è senza dubbio molto importante per spezzare il circolo vizioso tra ansia, stress, depressione e percezione dell’acufene. Oltre a creare fastidi fisici, infatti, il tinnito può anche procurare danni psicologici in quanto la tensione e il fastidio provocati dalla percezione sonora continua possono alterare l’equilibrio psicologico del paziente. Per questo motivo, alle cure per l’acufene è consigliabile associare anche cure psicologiche, tecniche di rilassamento e di controllo dell’ansia che risultano essere vantaggiose per la riuscita di qualsiasi tipo di terapia adottata.