Aderenza terapeutica, a che punto siamo?

È stato dimostrato che l’adesione alle terapie consente non solo di contrastare le patologie, ma anche di generare risparmio per il Sistema sanitario nazionale. E nel sostegno all’aderenza terapeutica, il ruolo del farmacista è centrale

Aderenza Terapeutica

Ammonta a 120 miliardi di euro la spesa affrontata in Europa, ogni anno, a causa della mancata aderenza alla terapia da parte dei pazienti. Il dato, impressionante, si somma a un altro ancora più spaventoso: la mancata aderenza terapeutica causa infatti ogni anno anche 200 mila morti (dati EngageMinds Research Center dell’Università Cattolica di Milano).

I benefici dell’aderenza terapeutica sono molteplici:

  • ridotto rischio di ospedalizzazione
  • minori complicazioni legate alla malattia
  • maggiore efficacia e sicurezza dei trattamenti
  • vantaggi in termini di costi per il Ssn.

Nell’aderenza terapeutica il ruolo del farmacista è centrale

Silvia Pagliacci Sunifar
Silvia Pagliacci, presidente Sunifar

Sul ruolo del farmacista nell’aderenza terapeutica, sono significative le parole di Silvia Pagliacci, presidente di Sunifar: “Quando un paziente esce dall’ambulatorio medico con una prescrizione, dove va? In farmacia. E il farmacista quindi non solo è il professionista deputato a controllare la qualità del farmaco ma anche a controllare l’aderenza del paziente alle indicazioni date dal medico, verificare la corretta posologia e la durata della terapia indicata dal medico. Questo è fondamentale in termini di salute, ma produce anche ricadute importanti a livello economico: se infatti un farmaco è stato acquistato, ma non produce un miglioramento nel paziente, perché non utilizzato o utilizzato male, la spesa del Servizio sanitario sale senza produrre nessun ritorno”.

Il tema dell’aderenza terapeutica è dunque strettamente legato al ruolo del farmacista anche nell’ottica di un contributo a una migliore efficienza nei costi del Ssn. Ancora Pagliacci dice: “Il farmacista territoriale conosce il paziente e soprattutto è in grado di decodificare il linguaggio del medico perché venga veramente capito e non ci siano problemi poi nell’assunzione della terapia. Siamo noi a vedere i pazienti, e in particolare i pazienti cronici tutti i giorni, e quindi possiamo instaurare un rapporto di fiducia che può far molto nell’aderenza terapeutica. Inoltre, e questo non è da sottovalutare, siamo quelli che hanno il farmaco ‘in mano’. Il medico in ambulatorio non ce l’ha, e questa può sembrare una sciocchezza, ma non lo è. Il farmacista infatti può mostrare al paziente il farmaco e fargli capire meglio come assumerlo. Questo è fondamentale per l’aderenza alla terapia”.

Con l’aderenza terapeutica il risparmio è un dato di fatto

Francesco Gamaleri Fofi
Francesco Gamaleri, consigliere dell’Ordine dei Farmacisti di Milano, Lodi, Monza Brianza

Sul tema dell’aderenza alla terapia è attiva anche la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. Di questo impegno è testimone Francesco Gamaleri, consigliere dell’Ordine dei Farmacisti di Milano, Lodi, Monza Brianza, che dice: “Vorrei focalizzare l’attenzione sui guadagni diretti e indiretti che l’aderenza terapeutica può contribuire a portare al nostro Sistema sanitario. I guadagni diretti vanno dalla diminuzione degli accessi pronto soccorso alla riduzione dei farmaci utilizzati, che potenzialmente vanno in conflitto con la patologia di base, o della riduzione delle reazioni avverse ecc. Ma ci sono anche guadagni indiretti: pensiamo ad esempio alle assenze dal lavoro che potremmo evitare (sia del paziente stesso, piuttosto che dei familiari che lo assistono), i tempi per ospedalizzazioni o visite specialistiche impreviste che si potrebbero evitare con una buona adesione della terapia, solo per citare le problematiche più facilmente individuabili. È nostro compito fornire dati chiari e inequivocabili, in modo che sia evidente la necessità di investire nel sistema farmacia, che ha dimostrato di poter contribuire in maniera efficace a sostegno dell’adesione alla terapia da parte dei pazienti”.

Dati chiari e inequivocabili sono stati forniti proprio da Fofi con il progetto I-MUR, uno studio randomizzato e clusterizzato che ha coinvolto 216 farmacisti e 884 pazienti in 15 regioni d’Italia e ha preso in esame l’asma, una malattia che riguarda circa il 7% della popolazione italiana. MUR (Medicine Use Review) è la prestazione resa dal farmacista per migliorare la comprensione dell’uso dei medicinali da parte del paziente e l’aderenza alla terapia; la sua applicazione sperimentale ha dimostrato che dopo l’intervento del farmacista, la percentuale dei pazienti con asma controllata è aumentata dal 43,7% al 54,4%. Queste attività, inoltre, hanno dimostrato che si possono risparmiare cifre tra gli 87 e i 297 euro per paziente all’anno, contribuendo così a una riduzione dei costi per il Sistema sanitario nazionale che può andare dagli 82 ai 720 milioni di euro l’anno.

I risultati del progetto I-MUR sono stati presentati nel 2015; lo studio ha proiettato i farmacisti italiani ai primi posti nello sviluppo della pharmaceutical care, dimostrando il loro fondamentale ruolo e la capacità di fare la differenza nella qualità e nella sostenibilità delle cure.

Gli obiettivi principali dello studio erano:

  • indagare la capacità di aumentare il controllo dell’asma del servizio professionale svolto dai farmacisti (l’intervista sistematica e strutturata);
  • stabilire se l’intervento del farmacista potesse riuscire a ottimizzare il consumo dei farmaci, migliorare l’aderenza terapeutica e valutare i problemi legati all’uso dei farmaci.

Oltre a soddisfare questi obiettivi, lo studio ha anche dimostrato che una migliore aderenza terapeutica può avere un riscontro economico per il Ssn. Secondo le stime, infatti, il Sistema sanitario nazionale potrebbe avere un ritorno del suo investimento per questo servizio che varia dal 44% al 395%.

“Nella nostra professione prima era il farmaco a essere al centro, ora deve essere il paziente”, commenta Gamaleri. “Più saremo bravi ad accompagnare i pazienti a utilizzare correttamente i farmaci, non solo quelli di maggior costo, più saremo anche in grado di dimostrare che il nostro ruolo e il controllo dell’aderenza alla terapia genera risparmio per il Ssn. E questo risparmio generato, potrà essere reinvestito in progetti e iniziative importanti. Forse potremo davvero sviluppare un modello operativo in cui il farmacista potrà farsi riconoscere professionalmente e con legittima remunerazione, per la fornitura-dispensazione di Servizi cognitivi, come del resto la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani sta strategicamente e in modo lungimirante, da tempo indicando”.

Un esempio concreto di impegno nell’aderenza terapeutica: il progetto ADHERE

Un’iniziativa concreta in tema di aderenza terapeutica è il progetto ADHERE per la continuità assistenziale e l’aderenza terapeutica in farmacia, che ha per obiettivo integrare farmacie, medici di famiglia e infermieri in una rete multidisciplinare votata alla continuità della presa in carico e al monitoraggio delle terapie.

Il progetto, sperimentale, è realizzato dall’Azienda Usl Toscana Sud Est, diretta da Enrico Desideri, con la collaborazione di Fofi, Federfarma e Assofarm e con il supporto della Fondazione Ricerca e Salute, presieduta da Nello Martini. “Per il futuro, la vera sfida della Sanità è la cronicità: in Italia i malati cronici sono 24 milioni e assorbono oltre l’80% delle risorse economiche”, ha detto Enrico Desideri, intervenuto al 13° Forum Risk Management in Sanità, tenutosi a Firenze lo scorso novembre. “Occorre quindi un modello, come quello delle Reti cliniche integrate e strutturate, in cui il farmacista, insieme al medico di medicina generale e allo specialista, sia parte integrante di una gestione proattiva, prossima, partecipata, personalizzata e attenta alla prevenzione”.

Il progetto ADHERE si focalizza su due patologie ad alto rischio di complicazioni: lo scompenso cardiaco e la Bpco. “L’obiettivo è dimostrare che, attraverso il modello delle Reti cliniche integrate e strutturate, che hanno nel farmacista di comunità uno dei protagonisti, aumentiamo rispettivamente del 25% e del 35% la copertura terapeutica”, ha detto ancora Desideri.

Come ha precisato nella stessa occasione Andrea Mandelli, presidente Fofi, parlando di ADHERE: “Si tratta di uno studio multicentrico triennale inteso a valutare in modo scientifico il ruolo del farmacista nel miglioramento dell’aderenza terapeutica, puntando sull’importanza della sua professionalità, capillarità sul territorio e nel frequente contatto con i pazienti”.