di Francesco Rastrelli

È un problema che colpisce prima di tutto il cittadino e non può essere affrontato senza l’ausilio di tutti gli stakeholder. Proprio la Federazione degli Ordini dei farmacisti ha denunciato numerose volte il fenomeno delle carenze e ha poi sollecitato il Governo affinché attivasse un’interlocuzione con tutti gli attori della filiera del farmaco, per individuare soluzioni concrete e arginare quella che possiamo ormai definire un’emergenza di portata mondiale.

Uno dei risultati che abbiamo ottenuto è stata proprio l’istituzione del Tavolo di lavoro permanente sull’approvvigionamento dei farmaci, convocato dal ministro Schillaci e che vede, tra i suoi componenti, il presidente e il vicepresidente Fofi, insieme ai rappresentanti del Ministero della Salute e di Aifa e ai diversi stakeholder della filiera farmaceutica, dalla produzione alla distribuzione.

L’obiettivo è quello di monitorare il fenomeno a livello territoriale per conoscere le cause, i diversi comportamenti e poter trovare soluzioni che intervengano in modo tempestivo riducendo il disagio al cittadino.

I gruppi di lavoro, istituiti anche in Regione Lombardia, vorrebbero anche permettere di individuare (in anticipo) quei farmaci che potrebbero andare in reale carenza, consentendo la definizione di attività di comunicazione e sensibilizzazione di tutti gli stakeholder coinvolti e la prevenzione di eventuali distorsioni del mercato dei medicinali. Per esempio, si pensava che la carenza sul mercato dell’amoxicillina fosse transitoria e relativa a singoli contesti assistenziali. Invece, c’è finalmente la consapevolezza che si tratta di un problema su scala mondiale.

Le ragioni su cui c’è stata una grave disinformazione non sono dovute al fatto che la usiamo troppo (è vero il contrario). Purtroppo, il contesto attuale è fatto di logiche industriali e meno di attenzione ai bisogni. Quindi, il quadro descritto è molto serio e non ci resta che auspicare che le cose ritornino alla normalità, sperando, al pari di tante cose dette sul post pandemia, che da queste vicende possano scaturire alcuni insegnamenti per il presente e il futuro.

La disponibilità di farmaci dichiarati dall’Oms come essenziali dovrebbe essere garantita non solo nella produzione, ma anche nella equa distribuzione. Questo principio deve essere assicurato dalle agenzie regolatorie, nazionali e sovranazionali.

Senza rigorose misure di prevenzione la carenza di alcuni antibiotici potrebbe determinare una situazione in cui le comuni infezioni pediatriche rischiano di diventare “complicate”, per l’emergenza di ceppi di batteri sempre più resistenti. Insomma, il rischio è di un cambio complessivo dell’ecologia del sistema, della convivenza dei germi con i nostri sistemi di difesa, che prevedono in singoli e selezionati casi l’utilizzo, per periodi di trattamento sempre più brevi, di molecole di antibiotici “essenziali”.

In questo periodo, a noi non resta che riflettere su quanto di prezioso possiamo fare nel buon uso dei farmaci, con un’informazione, di noi farmacisti, partecipe delle famiglie su quanto si sta verificando.

L’importanza della competenza professionale del farmacista

Senza inutili e pericolosi allarmismi, certo, ma consapevoli del fatto che c’è “un’atmosfera” condizionata, molto, da interessi industriali. Tale situazione emergenziale ha mostrato, in modo ancora più evidente, quanto sia fondamentale la competenza professionale del farmacista nell’allestimento di preparati galenici, anche per supplire all’indisponibilità dei prodotti industriali e rispondere a specifici bisogni di cura dei pazienti che altrimenti rimarrebbero insoddisfatti.

Per questo, insieme a Sifap, Fofi ha voluto censire i medicinali e abbiamo messo queste informazioni a disposizione, in primis, del Ministero della Salute, per le valutazioni di competenza, ma anche dei singoli cittadini, per limitare le situazioni di disagio e garantire l’appropriatezza terapeutica.

È quanto emerge dal “Censimento delle farmacie che allestiscono preparati”, realizzato dalla Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), in collaborazione con la Società italiana dei farmacisti preparatori (Sifap), con l’obiettivo di fornire al Ministero della Salute informazioni utili per attuare un’efficace strategia di contrasto al fenomeno della carenza di medicinali, ma anche per offrire un supporto concreto ai cittadini nella ricerca della farmacia più vicina in grado di soddisfare la propria domanda di salute.

A questo proposito vorrei ricordare che sono oltre 1500 le farmacie italiane che allestiscono i medicinali galenici presso i propri laboratori, principalmente forme farmaceutiche orali e per applicazione cutanea. Una farmacia su due è anche specializzata nell’allestimento di preparati a uso veterinario.

I medicinali allestiti in farmacia da sempre rappresentano l’unica possibilità terapeutica quando, per diversi motivi, l’industria farmaceutica non è in grado di soddisfare un particolare bisogno terapeutico. Si tratta, per esempio, di dosaggi che devono essere variati nel tempo o stabiliti ad hoc per il paziente, di necessità di forme farmaceutiche adatte o prive di eccipienti a cui il paziente è allergico o intollerante, di pazienti con patologie rare prive di medicinali autorizzati.

Negli ultimi mesi, l’allestimento dei preparati ha assunto sempre più rilevanza per contrastare le carenze e per risolvere questa problematica. Questa attività di laboratorio sta permettendo di risolvere situazioni cliniche anche rilevanti, come per esempio le recenti carenze dello sciroppo a base di amoxicillina e amoxicilinna+clavulanico.

La carenza di alcune classi di medicinali rappresenta, quindi, un serio problema sul quale la categoria ha richiamato l’attenzione delle istituzioni sanitarie, sia in uno scenario di pandemia sia di difficili equilibri geopolitici che hanno inciso sul rifornimento dei principi attivi e dei materiali necessari per il confezionamento dei farmaci.

L’ultima stagione influenzale ha evidenziato, infatti, quanto sia prezioso il ruolo dei farmacisti nell’identificare strumenti efficaci, per contrastare le carenze e attenuare i disagi che i cittadini si trovano ad affrontare nella ricerca di medicinali essenziali per la cura delle proprie patologie.