Antidepressivi e anziani: quali i possibili rischi?

I soggetti anziani possono correre il pericolo di sviluppare reazioni avverse durante il trattamento per la depressione. È raccomandato minimizzare tale rischio prevenendo l’uso concomitante di farmaci potenzialmente interagenti con AD, utilizzando questi ultimi con cautela e secondo le indicazioni della scheda tecnica e del proprio medico. 

L’insorgenza della depressione negli anziani è stata associata ai cambiamenti biochimici e strutturali del cervello che invecchia (es. la riduzione della disponibilità dei neurotrasmettitori a livello sinaptico). Altri fattori, quali precedenti episodi di depressione in età adulta, solitudine, disabilità ecc., possono contribuire all’instaurarsi di una condizione di depressione, la cui insorgenza è stata stimata tra il 4,6% e il 9,3%.

Depressione anziani
L’insorgenza della depressione nell’anziano è stata associata ai cambiamenti biochimici e strutturali del cervello che invecchia

Nei soggetti anziani la scelta del farmaco antidepressivo (AD) dovrebbe essere individualizzata, sulla base del miglior profilo di efficacia e del minor rischio di interazioni con altri farmaci. Tra gli AD, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono ampiamente utilizzati in questa popolazione, considerati sicuri e ben tollerati. Classi farmacologiche meno recenti, come gli antidepressivi triciclici (TCA), sono invece solitamente utilizzati come seconda scelta a causa del basso profilo di sicurezza.

Un aspetto importante da considerare nel trattamento della depressione nei soggetti anziani è la maggiore probabilità di insorgenza di effetti avversi, a causa ad esempio dei cambiamenti farmacocinetici e farmacodinamici correlati all’età, delle potenziali interazioni farmacologiche con altri farmaci assunti quotidianamente (politerapia). Non trascurabili, sono anche le potenziali inappropriatezze d’uso (es. abuso, scambio di dosaggi ecc.) che possono verificarsi frequentemente, soprattutto in pazienti con compromesse funzioni cognitive.

Cambiamenti farmacocinetici e farmacodinamici

Il processo di invecchiamento è associato alla progressiva riduzione della funzione dei vari sistemi e organi, che si traducono in cambiamenti nella farmacocinetica e nella farmacodinamica dei farmaci assunti. I cambiamenti farmacocinetici più significativi legati all’età riguardano l’eliminazione del medicinale dall’organismo tramite i processi di metabolismo epatico e/o l’escrezione renale, le cui funzioni diminuiscono progressivamente con l’età alterando i processi escretori di numerosi farmaci. I cambiamenti farmacodinamici associati all’invecchiamento incidono probabilmente in misura maggiore: ad esempio, i pazienti più anziani possono richiedere un dosaggio di farmaco AD inferiore a causa di cambiamenti strutturali e fisiologici nei neuroni e nella neurotrasmissione. É stato anche ipotizzato che i cambiamenti nei livelli ormonali, l’alterato metabolismo del glucosio e la ridotta circolazione cerebrovascolare siano tutti fattori che contribuiscono ad alterare la sensibilità farmacodinamica dei medicinali ad azione centrale.

Interazioni farmaco – farmaco

I pazienti più anziani di solito hanno un carico maggiore di malattie rispetto agli adulti più giovani, che comporta l’assunzione di più farmaci e di conseguenza un rischio maggiore di interazioni farmaco-farmaco ed effetti avversi correlati. La maggior parte delle interazioni farmacocinetiche con AD si verificano a livello del sistema epatico CYP. L’interazione metabolica tra farmaci dipende da una varietà di fattori correlati ai farmaci assunti (es. concentrazione, entità del metabolismo del substrato da parte dell’enzima, presenza di metaboliti attivi), fattori correlati al paziente (es. età, predisposizione genetica) e fattori ambientali (es. fumo). Le interazioni farmacodinamiche, che avvengono quando due farmaci agiscono sullo stesso bersaglio molecolare (ad es. recettori, canali ionici ecc.), differiscono notevolmente tra le varie classi di AD in base al meccanismo d’azione e ai target molecolari coinvolti. In generale, i farmaci più vecchi, come i TCA, sono associati ad un rischio più elevato di interazione farmacodinamica con altri farmaci che hanno come bersaglio gli stessi sistemi molecolari.

 

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