Per contrastare la pandemia silente delle resistenze antimicrobiche, la Società italiana di terapia antinfettiva ha lanciato il primo e unico network dei centri italiani di infettivologia attraverso l’utilizzo di una piattaforma per la migliore gestione e consulenza delle infezioni ospedaliere multi-resistenti, denominato MAIDAY

Gli antibiotici rappresentano uno strumento essenziale per contrastare diversi tipi di infezione; tuttavia il loro utilizzo scorretto, ovvero il loro abuso, ha portato nel tempo a crescenti fenomeni di resistenza.

Le previsioni non sono certo confortanti: si stima che entro il 2050, in assenza di adeguate misure di contrasto, ci saranno 10 milioni di decessi annui attribuibili a infezioni batteriche multi-resistenti, più numerosi di quelli causati da tumore. Il nostro Paese è maglia nera in questo ambito, con la più alta incidenza di batteri multi-resistenti solo dopo Grecia e Romania.

Il progetto MAIDAY

Il progetto MAIDAY Infectivology, primo e unico network tra i centri italiani di infettivologia per la gestione e la consulenza delle infezioni ospedaliere multi-resistenti, è stato realizzato da Sita (Società italiana di terapia antinfettiva), con il contributo non condizionante di Shionogi.

Il progetto nasce dalla consapevolezza del crescente e dilagante fenomeno dell’antimicrobico-resistenza definito, dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), una “pandemia silente”.

Nel tempo i Governi hanno messo in campo programmi di stewardship antimicrobica e linee guida per il corretto utilizzo degli antibiotici. MAIDAY Infectivology si inserisce in questa strategia di contrasto, prima piattaforma digitale che consente di ricevere consulenze dirette su casi ospedalieri complessi da parte di centri di rilevanza nazionale, che offrono il proprio know-how in ambito infettivologico.

Il progetto pilota: tempistiche e centri coinvolti

«Il motivo per cui Sita ha voluto realizzare il progetto MAIDAY Infectivology – ha spiegato Matteo Bassetti, presidente Sita, direttore Clinica Malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino Irccs di Genova e Professore Ordinario di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Genova – è stato quello di creare un vero e proprio network tra i centri di infettivologia italiani per dare un aiuto, un supporto, laddove ci sono minori competenze nella gestione dei batteri multi-resistenti, o magari non c’è in quel momento un reparto di infettivologia strutturato, con la possibilità per questi centri di ricevere una second opinion e anche di condividere un percorso di aggiornamento clinico continuativo, attraverso webinar settimanali.

Nella prima fase, che durerà circa 4 mesi, viene avviato il progetto pilota con 3 centri hub e oltre 30 centri spoke afferenti al network; nella seconda fase, si uniranno altri 3 centri hub e verrà esteso il numero dei centri partecipanti, che arriverà a oltre 60 su tutto il territorio nazionale».

La piattaforma sarà attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7 con risposte entro 48 ore dalla richiesta di seconda opinione e opportunità per gli specialisti di un aggiornamento professionale continuo attraverso webinar settimanali. L’obiettivo principale è quello di fare rete, promuovendo un lavoro di squadra che metta gli specialisti nelle condizioni migliori per contrastare il fenomeno.

Abuso di antibiotici alla base dei fenomeni di resistenza

«La crescente espansione dei microrganismi multiresistenti ha molte spiegazioni, ma certamente l’eccesso di prescrizione di antibiotici rappresenta un rilevante fattore di selezione di specie resistenti – ha sottolineato Pierluigi Viale, vicepresidente Sita, direttore Malattie Infettive, Policlinico Sant’Orsola Malpighi Bologna e Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università degli Studi di Bologna – È una sorta di meccanismo darwiniano per cui in una popolazione microbica di enormi dimensioni, che colonizza tutto il nostro ecosistema, una terapia antibiotica prolungata, a spettro troppo ampio, ripetuta più volte rappresenta un fattore di stress che genera selezione di ceppi resistenti.

La stewardship antimicrobica è fondata su un insieme di misure e di interventi finalizzati a gestire al meglio la terapia antibiotica, uscendo dal solo contratto medico-paziente ma vedendo ogni prescrizione in un’ottica di sistema. La piattaforma MAIDAY nasce per creare un linguaggio e una cultura comune tra gli infettivologi che si occupano di resistenze microbiche».