I servizi in farmacia sono una priorità per ridurre le liste di attesa dell’assistenza sanitaria, agevolare i cittadini e dare un importante contributo alla sostenibilità di tutto il sistema. Concetti ribaditi con fermezza da parte dei numerosi relatori intervenuti all’ultima edizione del convegno di Federfarma Lombardia, intitolato “Verso una piena attuazione della farmacia dei servizi quale contributo al miglioramento della qualità di vita dei cittadini”.

L’evento, tenutosi a Milano lo scorso maggio, in collaborazione con The European House – Ambrosetti, è stata l’occasione per portare avanti il confronto, da tempo in atto, tra rappresentanti della farmacia e istituzioni in merito al ruolo dei presidi farmaceutici nell’ambito dell’assistenza territoriale. Un tema sviluppato a partire dalla situazione della Lombardia, ma che ha dato modo di affrontare argomenti d’interesse comune a tutto il settore a livello nazionale.

«Abbiamo toccato con mano, da cittadini, cosa significa farmacia dei servizi», ha esordito, aprendo i lavori, il moderatore del convegno Andrea Pancani, vicedirettore Tg La7. «Nella riorganizzazione dell’assistenza territoriale le farmacie rivestono un ruolo molto importante e, con la loro rete capillare su tutto il territorio nazionale, rappresentano l’avamposto del sistema sanitario». Benché ci sia la volontà di andare avanti e portare i servizi in convenzione quanto prima, l’iter burocratico è lungo e complesso.

«Sentiamo spesso parlare di sanità che non funziona, di fughe di medici e tempi di attesa sempre più lunghi», ha dichiarato Guido Bertolaso, assessore al welfare di Regione Lombardia. «Le cause di queste inefficienze non sono economiche, come si tende a credere, ma burocratiche. Alla farmacia dei servizi sono stati destinati 25 milioni di euro a dicembre 2023, ma l’iter per la ripartizione di questi fondi non è ancora ultimato. Spero che la situazione si sblocchi a breve in modo da dare la possibilità alle farmacie di lavorare sempre meglio».

Strutturare il ruolo del presidio

Il contributo delle farmacie al sistema sanitario è stato ampiamente riconosciuto. Marco Cozzoli, direttore generale al Welfare di Regione Lombardia, ha voluto sottolineare che è tempo di strutturare il lavoro dei farmacisti, smettendola di ricorrere a loro solo durante le emergenze. «Voglio ringraziare i farmacisti perché ci sono stati ogni volta che c’è stato bisogno di loro», ha ribadito.

«In emergenza, hanno sempre risposto. Ora però non è più possibile intervenire solo in emergenza perché le farmacie sono parte integrante del sistema e dobbiamo programmare il lavoro assieme a loro. Se sommiamo il numero dei medici di medicina generale a quello dei farmacisti abbiamo 10.000 punti di accesso al sistema, distribuiti su tutto il territorio, che arrivano sotto casa delle persone, integrando il lavoro di Case di comunità e Ospedali di comunità. Farmacisti e medici di medicina generale sono due figure di fiducia, è indiscutibile. Ma non sono due entità separate. Integrazione e collaborazione sono le parole chiave, non possiamo più pensare che ogni professionista lavori da solo. Facciamo tutti parte di un sistema. La carenza di infermieri e medici, che oggi stiamo sperimentando, può essere affrontata con modelli organizzativi differenti e la farmacia dei sevizi può essere un grosso volano per risolvere alcune criticità».

Il nuovo ruolo della farmacia rappresenta anche una valorizzazione della professionalità del farmacista. «Siamo davvero a un momento cruciale per la farmacia italiana che può ritagliarsi un ruolo centrale nella sanità di prossimità del futuro grazie alla sua capillare presenza territoriale», osserva Antonello Mirone, presidente Federfarma Servizi.

«L’importante è farsi trovare pronti con un’adeguata organizzazione, necessaria ad affrontare compiti diversi rispetto al passato e offrendo servizi che siano certificati e garantiti, come di recente ha sottolineato lo stesso Ministero della Salute, grazie alla cui visione prospettica la farmacia sta recuperando il proprio ruolo professionale dismettendo quella veste commerciale così fortemente a rischio nei confronti di player più solidi economicamente e più strutturati della singola farmacia. È un campo da gioco diverso quello dove si gioca il futuro della professione, ma più consono a un operatore sanitario quale di fatto il farmacista è».