Il fenomeno della carenza di farmaci essenziali ha destato preoccupazione tra i cittadini di tutta Italia, ma in molti casi è stato mitigato dall’intervento dei rappresentanti delle categorie di operatori sanitari, nonché di specialisti, medici e anche farmacisti. Al verificarsi delle difficoltà di reperimento di materie prime e principi attivi, così come di materiali per il packaging e in seguito alla crisi energetica a causa della guerra e degli aumenti dei carburanti, che ha messo in discussione la distribuzione, si è diffusa, ragionevolmente, tra i cittadini, la paura di restare senza farmaci.

Stefano De Lillo, vicepresidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Roma, lancia il messaggio rassicurante secondo il quale, non sussistendo il rischio di restare senza farmaci, non occorre fare scorte. «La cittadinanza, di recente, è in affanno, ma tutta questa situazione di allarmismo dovrebbe essere ridimensionata. Il mio ruolo di medico mi autorizza a rinnovare il messaggio, condiviso da altri miei colleghi, per diffondere tranquillità e rasserenare l’opinione pubblica, confermando la disponibilità dei farmaci essenziali».

L’Italia si attesta tra i principali produttori e anche esportatori di farmaci. In caso di rischio di ritardo per l’approvvigionamento, le figure dei medici e dei farmacisti saranno disponibili a dirottare verso l’utilizzo dei medicinali generici o equivalenti e alternative della stessa classe terapeutica e verso preparati galenici, messo a disposizione delle farmacie autorizzate.

«Siamo organizzati, attraverso una comunicazione costante con Aifa e con le case distributrici: non siamo in emergenza. Alla luce di questo scenario i cittadini sono, dunque invitati alla calma e a evitare il fenomeno dell’accaparramento di medicinali – Un consiglio che può aiutare anche ad evitare spese inutili e spreco – Facciamo attenzione, perché si rischia di spendere soldi per farmaci che poi, scadendo, resteranno negli armadi. Inoltre, è utile diffondere la cultura dei farmaci generici o equivalenti, poiché non vi è sostanziale differenza con i farmaci originali»