Come rendere le ossa più forti


Il mezzo più efficace per giungere alla vecchiaia con ossa sane è la prevenzione fin dall’età giovanile, però alcuni fitoterapici e gemmoterapici sono ottimi, anche in età avanzata, nel favorire l’equilibrio minerale e la fissazione del calcio nelle ossa.Human skeleton side view

«L’osteoporosi è una malattia scheletrica sistemica caratterizzata da ridotta massa ossea e da deterioramento microarchitetturale del tessuto osseo, tali da determinare un aumento della fragilità ossea e della suscettibilità alle fratture», (Nuovo Roversi, 1999). La gravità dell’osteoporosi è dovuta al fatto che per l’aumentata porosità del tessuto osseo le trabecole di sostegno divengono più sottili e si formano delle lacune all’interno, per cui l’osso perde la capacità di resistenza meccanica e può fratturarsi anche per piccoli traumi o sforzi: l’osteoporosi è infatti la causa principale delle fratture nell’anziano. Le più temibili sono le fratture di femore che aumentano esponenzialmente nelle decadi oltre i 70 anni e che comportano conseguenze pesanti per la qualità della vita (immobilizzazione a letto nei casi non operabili, patologie cardio-respiratorie legate all’immobilità ecc.).
La prevenzione, iniziata in età giovanile e proseguita nell’età adulta, rappresenta sicuramente il mezzo più efficace per affrontare questa malattia al fine di poter raggiungere una buona massa ossea e arrivare così alla menopausa e alla senescenza con un osso robusto. I farmaci (bifosfonati ecc.) utilizzati infatti per limitare la perdita di sostanza ossea non sono in grado di ricostruire l’osso in tutta la sua integrità ed elasticità. L’esercizio fisico equilibrato e quotidiano consentirà di migliorare non solo il metabolismo dell’osso ma contribuirà a rinforzare anche l’apparato muscolare. Anche l’alimentazione può svolgere un ruolo molto importante: periodi prolungati di dieta a basso contenuto calorico, o diete con alto contenuto di sodio o proteine o fibre favoriscono la perdita di calcio e proteine dall’osso. L’abuso di caffè, di alcol e il fumo riducono il picco di massa ossea e favoriscono la decalcificazione, soprattutto in menopausa.

Cellule ossee più numerose e attive

La fitoterapia agirà principalmente a due livelli: apportando minerali facilmente assimilabili e aumentando la trama ossea. La pianta maggiormente utilizzata è Equisetum arvense L. grazie alla ricchezza in silicio (5-8%) e quindi alla sua attività rimineralizzante. Questo oligoelemento contribuisce ad assicurare la solidità scheletrica, la plasticità della cartilagine – ove risulta fondamentale per la sintesi del collagene e dei glucosaminoglicani della cartilagine articolare – e l’elasticità di vasi e tessuti. Il silicio in caso di frattura accelera la formazione del callo osseo. Grazie a queste proprietà, preparati a base di equiseto (parti aeree) trovano indicazione nel trattamento delle alterazioni scheletriche dell’età evolutiva, nell’osteoartrosi, nell’osteoporosi e nelle fratture. I flavonoidi, presenti nel fitocomplesso, in sinergia con il silicio, sarebbero in grado di determinare «un aumento del numero degli osteoblasti (le cellule che costruiscono l’osso nuovo) e una loro più marcata attività, mentre sarebbero capaci di ridurre sia il numero sia l’attività degli osteoclasti (le cellule che distruggono l’osso). Tali azioni sono state dimostrate su colture di tessuto osseo, in animali da esperimento e anche nell’uomo» (Biondo S., Campanini E., 2011). La pianta manifesta anche proprietà antinocicettive e antinfiammatorie che ne rendono utile la prescrizione oltre che nell’osteoartrosi, nell’artrite reumatoide. Flavonoidi e saponine determinerebbero anche la blanda azione diuretica che caratterizza la pianta: la Commissione E ne riconosce l’impiego per aumentare il flusso urinario e prevenire la formazione dei calcoli renali.
Avvertenze: la letteratura non segnala effetti secondari e tossici alle dosi terapeutiche, a meno che non vi sia una particolare sensibilità individuale. Come per tutte le piante ad azione diuretica occorre prestare attenzione alla contemporanea assunzione di farmaci diuretici (sommazione d’effetto). (Estratto secco – titolato in silicio min. 1% – Farmacopea Francese X: 100-200 mg per cps, 1-2 cps 1-3 volte al dì, possibilmente lontano dai pasti.

Ruolo della gemmoterapia

In genere si ricorre a Abies pectinata MG 1DH, Rubus fructicosus MG 1DH, Sequoia gigantea MG 1DH.
Abies pectinata MG 1DH viene indicato come un gemmoderivato ad azione rimineralizzante in grado di favorire l’equilibrio minerale e la fissazione del calcio nelle ossa. Grazie a tali proprietà aiuta a combattere la fragilità ossea e in caso di frattura può facilitare il consolidamento osseo favorendo la fissazione del calcio e la formazione del callo osseo. Brigo e altri Autori segnalano inoltre un organotropismo nei confronti del midolleo osseo a cui consegue una stimolazione sull’eritropoiesi. Può risultare pertanto utile nell’anziano anemico e disappetente in quanto con la sua prescrizione si ottiene anche un’azione trofica generale da cui deriva un rinforzo delle difese immunitarie. (Abies pectinata MG 1DH, 30-50 gocce, diluite in acqua e sorseggiate lentamente, 1-2 volte al dì).
Sequoia gigantea MG 1DH possiede una buona attività osteoblastica che si manifesta sia nell’uomo sia nella donna. Il gemmoderivato, infatti, agisce favorendo una migliore mineralizzazione e una migliore vitalità dello trama ossea. Secondo recenti segnalazioni contribuirebbe anche a limitare la rigidità di tendini e legamenti. (Sequoia gigantea MG 1DH, 30-50 gocce, diluite in acqua e sorseggiate lentamente, 2 volte al dì).
Rubus fructicosus MG 1DH, ottenuto dai giovani getti di rovo (Rubus fructicosus L.), manifesta un’azione osteoblastica di consolidamento del tessuto osseo, in particolare a livello femoro-tibiale (Andrianne, 2002). Può essere associato a Abies pectinata MG 1DH e Sequoia gigantea MG 1DH nel trattamento dell’artrosi e dell’osteoporosi, in quanto prepara il tessuto osseo all’azione di questi gemmoterapici. Dotato di proprietà antisclerotiche, che si manifestano anche a livello del tessuto polmonare, con la sua somministrazione si verifica un’azione tonica generale dovuta al moderato miglioramento della respirazione e quindi a una conseguente maggiore ossigenazione dei tessuti (Rubus fructicosus MG 1DH 30-50 gocce, diluite in acqua e sorseggiate lentamente, 1-2 volte al dì).

Fattori di rischio dell’osteoporosi

  • Razza bianca o asiatica
  • Familiarità per osteoporosi (fratture)
  • Costituzione corporea esile (indice di massa corporea < 19Kg/m2)
  • Amenorrea primaria o secondaria (oltre 1 anno)
  • Menopausa precoce (< 45 anni)
  • Insufficiente calcio alimentare
  • Fumo
  • Abuso di alcol
  • Sedentarietà o immobilizzazione prolungata
  • Malattie croniche (m. reumatiche, insufficienza renale, leucemie, ipertiroidismo, ecc)
  • Farmaci (corticosteroidi (>7,5 mg/die > 1 anno), ormoni tiroidei (dosi sovrafisiologiche)
  • Anticonvulsivanti, eparina. GNRH-agonisti, …

(Tratto da: Terapie complementari in geriatria, Tecniche Nuove, Milano)

Un aiuto dalla gemmoterapia

  • Abies pectinata M.G.1DH, 30-50 gocce in acqua 15 minuti prima di colazione
  • Rubus fructicosus M.G.1DH, 30-50 gocce in acqua 15 minuti prima di pranzo
  • Sequoia gigantea M.G.1DH, 30-50 gocce in acqua 15 minuti prima di cena

Enrica Campanini, medico esperto in fitoterapia e omeopatia

 

Bibliografia essenziale

Brigo B., L’uomo, la fitoterapia, la gemmoterapia, Tecniche Nuove, Milano, 1997; 2°edizione, Milano 2004

Bruneton J., Pharmacognosie, Ed. Tec&Doc., Paris, 2009

Campanini E., Manuale pratico di gemmoterapia, Tecniche Nuove, Milano 2005

Campanini E., Dizionario di Fitoterapia e Piante Medicinali, Tecniche Nuove, Milano, 3°edizione, Milano, 2012

Campanini E., Biondo S., Terapie complementari in geriatria, Tecniche Nuove, Milano 2011

Guermonprez M., Homéopathie, CEDH International, Paris, 2006

Jouanny J., Nozioni essenziali di terapia omeopatica, Ed. Laboiratoires Boiron, Artigues pres Bx, 1980

Horvilleur A., Piccola enciclopedia dell’omeopatia, Edizioni del Riccio, Firenze, 1986

Nuovo Roversi,1999, Diagnostica e terapia, Ariete Salute Edizione, Milano

 

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