Covid-19: l’impatto delle vaccinazioni sui rischi di infezione, ricovero e decesso

Pubblicato il report congiunto dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. I dati mostrano una riduzione progressiva di tutte e tre le variabili nei primi 35 giorni successivi alla vaccinazione, con un decremento dell’80% delle infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi

La campagna vaccinale italiana contro il Covid-19 è stata avviata lo scorso 27 dicembre 2020. Attualmente, i vaccini disponibili nel nostro paese sono quattro: i sieri ad mRna Pfizer-BioNTech e Moderna e quelli a vettore virale, Astrazeneca e, ultimo arrivato, il monodose Janssen di Johnson & Johnson. Tutti i vaccini, ad esclusione dell’ultimo, prevedono un ciclo di due dosi, con intervalli di tempo che differiscono a seconda della tipologia di siero: 21 giorni per Pfizer-Biontech, 28 per Moderna, 10-12 settimane per AstraZeneca.

A distanza di quasi 6 mesi dall’inizio della campagna di vaccinazione, l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute hanno pubblicato un report sull’efficacia dei vaccini, con dati che coprono il periodo che va dall’avvio della campagna, il 27 dicembre 2020 fino al 3 maggio 2021, relativi a 13,7 milioni di soggetti vaccinati. I dati sono stati ricavati da un’analisi congiunta dell’anagrafe nazionale vaccini, contenente le informazioni relative alle vaccinazioni anti Covid eseguite e dei casi di infezione da Sars-CoV-2 notificati alla sorveglianza nazionale integrata sul Coronavirus.

I dati dell’indagine

Dai dati emerge che il 95% delle persone che hanno ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech o quello Moderna hanno completato il ciclo vaccinale con l’inoculazione di entrambe le dosi, mentre per AstraZeneca nessuna delle persone incluse nello studio aveva completato l’iter con la seconda somministrazione.

I tassi di incidenza sono stati calcolati per intervalli di 7 giorni (ad eccezione del primo intervallo di 14 giorni) dopo la somministrazione della prima dose. Il tasso d’incidenza nei primi 14 giorni dopo la somministrazione della prima dose è stato considerato come valore di riferimento paragonabile all’incidenza nei non vaccinati, assumendo che la protezione indotta dal vaccino sia sostanzialmente trascurabile in tale periodo.

L’indagine ha evidenziato che i rischi di infezione, ricovero e decesso diminuiscono progressivamente dopo le prime due settimane; dai 35 giorni successivi all’inizio del ciclo vaccinale è stata inoltre riscontrata una riduzione dell’80% delle infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi, con dati sovrapponibili indipendentemente dall’età e dal sesso.

Nel rapporto non sono stati presentati risultati per singola tipologia di vaccino, a mRna o vettore virale, in quanto i vaccini sono stati introdotti in fasi successive e somministrati a popolazioni con diverso profilo di rischio, ragione per cui sarà necessario attendere tempi più lunghi per un’analisi comparata di questo tipo.

«L’indagine – ha commentato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – conferma l’efficacia delle vaccinazioni e della campagna vaccinale e la necessità di raggiungere presto alte coperture in tutta la popolazione per uscire dall’emergenza grazie a questo strumento fondamentale».