Il 4 ottobre si è tenuta la tavola rotonda “From Concept to Coalition: national responses to the diabetes epidemic” organizzata dallo European Diabetes Forum (EUDF), nell’ambito dell’EASD (European Association for the Study of Diabetes) Annual Meeting, in corso ad Amburgo dal 2 al 6 ottobre, a cui ha partecipato anche l’European Diabetes Forum italiano.

Come aiutare i sistemi sanitari a far fronte all’attuale pandemia di diabete e ottenere i migliori risultati possibili per le persone che soffrono di questa malattia e come garantire la traduzione in azioni politiche dei risultati della ricerca in questo settore per migliorare la cura del diabete nei singoli contesti nazionali sono stati i due focus dell’evento.

Ad oggi, infatti, circa 60 milioni di persone soffrono di diabete in Europa (quasi una persona su 10) e si prevede che saranno 81 milioni nel 2045 con un aumento del 35%, una vera a propria pandemia che i sistemi sanitari non sono sufficientemente progettati e attrezzati per poter gestire in modo efficace.

Sebbene l’Italia sia un Paese con leggi, piani, linee guida, e regolamentazioni sul diabete che definiscono i criteri di prevenzione assistenza e cura, molte sono le difficoltà da affrontare. È necessario, infatti, ripensare al rapporto tra assistito e territorio al fine di renderlo più sinergico con i servizi attualmente offerti dai centri diabetologici multiprofessionali e di garantire maggiore integrazione tra le strutture diabetologiche e la medicina del territorio.

Fondamentale è anche promuovere l’uso di registri e di sistemi di raccolta dati, in quanto non esistono registri né per il diabete di tipo 1 né per quello di tipo 2 e l’accesso ai dati amministrativi a scopo di ricerca è spesso ostacolato a livello regionale.

Inoltre, è ancora insufficiente l’utilizzo della digitalizzazione. La diabetologia italiana si è in gran parte dotata di utili strumenti elettronici per la gestione dei dati clinici, ma la condivisione di questi con altri specialisti e con la rete della medicina generale è estremamente limitata.

«L’European Diabetes Forum ha indicato chiaramente delle priorità tra le criticità da affrontare per assicurare la migliore assistenza possibile alle persone con diabete e per ciascuna di esse ha fornito delle indicazioni di massima circa le azioni da intraprendere» afferma il professore Agostino Consoli, Coordinatore di EUDF Italia.

Inoltre, «EUDF Italia vuole raccogliere intorno a una piattaforma di pensiero tutte le figure, le intelligenze, le professionalità e gli expertise di chi è coinvolto nel “panorama diabete” per elaborare progetti e fornire soluzioni capaci di trasferire fattivamente nella realtà italiana le linee di indirizzo fornite dall’European Diabetes Forum», conclude.

Il professore Stefano Del Prato, Presidente EUDF a questo proposito afferma, inoltre, che «EUDF vuole rappresentare il punto di raccordo tra il mondo della ricerca diabetologica e il tavolo politico-amministrativo con l’obiettivo di fornire spunti d’azione, quali appunto la digitalizzazione, l’implementazione di registri, le cure integrate e i processi di screening e prevenzione raccogliendo allo stesso tempo le istanze nazionali attraverso fora locali così come accaduto con l’istituzione di EUDF Italia. L’idea è quella di uno sforzo comune che porti, grazie anche all’implementazione della moderna tecnologia, a una rivisitazione del modello di erogazione delle cure per le persone con diabete».