Federfarma: liberalizzazioni distruggerebbero il servizio farmaceutico

farmacista cerca medicinaDavanti all’ipotesi di liberalizzazione dei farmaci di fascia C sono molti a far sentire il loro dissenso. A partire da Federfarma: “Consentire l’acquisto di medicinali con ricetta medica nei supermercati e permettere un aumento indiscriminato del numero delle farmacie in brevissimo tempo distruggerebbe il servizio farmaceutico”, ribadisce la presidente Annarosa Racca, in occasione della convention di Farma Marketing Network a Milano, “La farmacia negli ultimi dieci anni ha affrontato difficoltà economiche, aiutato nel controllo della spesa e nella farmacovigilanza. Oggi i grandi gruppi, vogliono mangiare la farmacia: ma i supermercati aprono e chiudono, mentre la farmacia rimane aperta ed è punto di riferimento sul territorio.” Spiega Annarosa Racca: “Le grandi catene hanno già cominciato a scrivere sui giornali, noi partiremo nei prossimi giorni con una nostra campagna, spiegando che la grande lotta deve essere contro le multinazionali. Chiederemo anche aiuto anche al presidente del Consiglio. Così chiedo a tutti voi di stare vicino a Federfarma e di tenersi pronti.” E conclude: “Lavoreremo con grande grinta, perché è da vent’anni che portiamo avanti con successo questa battaglia.”
In questi giorni, nel Governo sembrano emergere divergenze sulle regole che assicurano controllo e qualità nella distribuzione dei farmaci: dal ministero dello Sviluppo economico, senza alcun coordinamento con il ministro della Salute competente per materia, si paventa la possibilità per supermarket e centri commerciali di vendere farmaci con prescrizione medica. Questa misura va in direzione contraria a quanto delineato in questi mesi da parte del Governo Renzi, ovvero un processo di sviluppo della farmacia italiana rivolto al potenziamento dei servizi offerti alla popolazione e integrato nella riorganizzazione delle cure primarie sul territorio.

Pareri a confronto

Alfredo Orlandi, presidente di Federfarma Sunifar, lancia l’allarme: “no alla deregolamentazione sui farmaci: basta favori alle multinazionali del commercio. L’economia che uccide non può prevalere sulla pelle dei pazienti, soprattutto quelli anziani” E aggiunge: “Chiediamo al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, se sia veramente convinto di sacrificare migliaia di farmacie con i servizi che quotidianamente svolgono a tutela della salute, per accontentare pochi grandi gruppi commerciali che ovviamente fanno  prevalere logiche di  profitto su tutto, anche sui farmaci con ricetta, non considerando affatto le criticità dei pazienti, soprattutto quelli dei piccoli comuni d’Italia.”
Chiara anche la posizione di Fenagifar: “Come giovani farmacisti chiediamo al Governo se realmente crede che aumentare ancora il numero delle farmacie – senza nemmeno attendere gli esiti e le analisi degli eventuali benefici prodotti dal concorso straordinario – e liberalizzare i farmaci di fascia C con obbligo di prescrizione apporterà concretamente benefici alla collettività, servizi migliori e una maggiore occupazione qualificata e duratura, con un occhio di riguardo verso le giovani generazioni.”
Totale contrarietà di Assofarm a riguardo delle prime indiscrezioni sul futuro provvedimento del Governo in tema di liberalizzazione del sistema farmaceutico italiano. Mentre l’Unione tecnica italiana farmacisti (Utifar) dichiara di condividere le argomentazioni con le quali il ministro della Salute Beatrice Lorenzin si oppone alla previsione di vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie e nei supermercati.
FarmacieUnite ha un’idea innovativa per superare l’impasse: “I suggerimenti che desideriamo trasmettere rappresentano la salvaguardia degli esercizi e, al tempo stesso, un supporto per le decisioni governative e sono orientati ad una triplice area di difesa: cittadino, politica e farmacia”, spiega il presidente Franco Gariboldi Muschietti, “il sistema ha un urgente necessità di cambiare e FarmacieUnite è pronta a rendere note le sue proposte non appena sarà interpellata”.
“È innanzitutto palesemente falso”, per il presidente della Federazione Nazionale delle parafarmacie italiane, Davide Gullotta, “affermare che se le parafarmacie venderanno anche i farmaci di Fascia C ci sarà un abuso di medicinali: la fascia C viaggia, infatti, indissolubilmente con la prescrizione medica e sempre dietro ricetta continuerà a essere dispensata”.
Mentre il direttore generale dell’Aifa, Luca Pani, ha detto la sua sulle misure del ddl concorrenza del ministero dello Sviluppo in un tweet: “Non abbiamo bisogno di altri punti vendita per i farmaci, ma di luoghi che li vendano meglio”.
“I farmacisti italiani rappresentano da anni un reale punto di riferimento per tutti i cittadini e i pazienti di questo Paese. Sono presenti capillarmente su tutto il territorio nazionale e offrono un presidio realmente importante. Per questo riteniamo critica e non adeguata per la realtà italiana la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C in altre strutture”. Questa la posizione del presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica,  Carmine Pinto, mentre per Giuseppe Spriano, presidente nazionale Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale: “I farmaci in fascia C devono essere venduti esclusivamente in farmacia. Le previste liberalizzazioni rischiano di creare confusione e di banalizzare l’utilizzo di un farmaco che invece rappresenta una atto medico importante”.
Infine, la federazione delle associazioni della terza età (Federanziani) è pronta a scendere in piazza per difendere le 7.000 farmacie rurali d’Italia e la vita dei 10 milioni di persone che dipendono da esse per la dispensazione dei farmaci e per molti altri servizi di tutela della salute, cittadini, di cui quasi un terzo anziani, che da un giorno all’altro rischiano di ritrovarsi soli sul territorio, privi del loro unico presidio sanitario.