I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione sono stati definiti dall’American Psychiatric Association come “persistenti disturbi del comportamento alimentare associati a una alterazione della percezione corporea e del controllo del proprio peso e delle forme corporee, che danneggiano la salute fisica o il funzionamento psicologico”. 

I disturbi di alimentazione e nutrizione

Si tratta di disturbi determinati da una pluralità di variabili, che richiedono interventi multidisciplinari e percorsi di cura delicati. Da alcuni anni, il tema è nel mirino dei professionisti anche per via del progressivo abbassamento dell’età di insorgenza di questi problemi che, per quanto continuino ad interessare in prevalenza il sesso femminile, mostrano un andamento crescente anche tra i maschi, in particolare in età pre-adolescenziale e adolescenziale.

Tutti i disturbi, ma in particolare le forme più frequenti e note come l’anoressia, la bulimia e il binge eating, oltre a determinare danni alla salute fisica, derivanti da un alterato comportamento alimentare spesso associato all’uso e all’abuso di meccanismi di compenso come l’esercizio fisico eccessivo, provocano un’alterazione dei meccanismi relazionali e sociali, compromettendo così la qualità della vita. A ciò si aggiungono nella stragrande maggioranza dei casi, problemi psichiatrici come la depressione, il disturbo bipolare piuttosto che quello ossessivo-compulsivo o comportamenti autolesionistici.

L’eterogeneità della fenomenologia rende spesso difficile la diagnosi e ne ritarda l’arrivo, con conseguenze che talvolta arrivano anche alla morte.

Il documento ministeriale e i suoi obiettivi

Il documento ministeriale ha come obiettivo “descrivere l’andamento dei disturbi del comportamento alimentare nel triennio 2019- 2021 dal punto di vista degli accessi al Pronto Soccorso, delle dimissioni ospedaliere e della presa in carico del paziente da parte del territorio.

Si vuole, inoltre, valutare l’ipotesi che le pesanti restrizioni e l’isolamento sperimentati dai giovani durante la pandemia da COVID-19 abbiano stimolato/innescato l’impennata di casi a cui si è assistito. La popolazione considerata sono i giovani da 0 a 25 anni (inclusi) residenti in Italia”.

L’andamento degli accessi in PS nel triennio 2019-2021

Il numero totale di accessi in Pronto Soccorso per Disturbi del Comportamento Alimentare ha subito un aumento nel triennio in esame, passando da 3.023 accessi del 2019 ai 3.245 del 2021.

Nel 2020, in analogia a quanto già visto, si è registrata una diminuzione degli accessi arrivando a 2.187, complici probabilmente le restrizioni legate al Covid-19. Passando ad analizzare la distribuzione per sesso, risulta evidente un incremento della percentuale di accessi riferibili alle donne, aumentati dal 61,1% al 72,7% nel medesimo periodo.

A preoccupare è in particolare la crescita riscontrata nei target più giovani: tra gli 11 e i 13 anni l’incremento è stato dal 2,5% del 2019 al 5,7% del 2021; tra 14 e 17 anni, dall’1,6% al 4,6%.

Gli esiti degli accessi

Per quanto concerne gli esiti dell’accesso in PS, nel periodo esaminato è stato registrato un decremento delle ‘dimissioni a domicilio’ (passate da 63,8% del 2019 a 56,3% del 2021). Al contempo, sono aumentati i ‘ricoveri in reparto di degenza’ (passati dal 23,3% del 2019 al 30,7% del 2021) e gli accessi inOBI – Osservazione breve intensiva’, passati dallo 0% del 2019 al 6,2% del 2021.

Per quanto riguarda i ‘ricoveri in reparto’, nella maggioranza dei casi il reparto di destinazione designato è stata la pediatria (60,8% di ricoverati nel 2019, 55% nel 2020 e 60,8% nel 2021).

Dei ricoveri esitati in psichiatria, il target prevalentemente coinvolto è stato quello 18-25 anni (92,5% nel 2019, 94,2% nel 2020 e 82,6% nel 2021). 

I DCA nel flusso SDO – schede di dimissione ospedaliera

Il flusso delle schede di dimissione ospedaliera ha evidenziato un aumento di dimissioni riconducibili ai DCA nei target 11-13 e 14-17 anni. Nel 2019 i dimessi per Disturbi del Comportamento Alimentare erano 4.561, nel 2020 erano 4.020 ed infine nel 2021 erano 6.203.

La contrazione evidenziata per il 2020 è in accordo con il dato relativo al numero di ricoveri per tutte le età e tutte le cause e probabilmente riconducibile all’emergenza Covid-19.

Tra i gruppi diagnostici riconducibili ai disturbi mentali, i DCA nel triennio in esame sono stati quelli che hanno registrato l’aumento più significativo, con +3,5 punti percentuali. La diagnosi che ha subito più di tutte un’impennata è stata l’anoressia nervosa, presente come prima diagnosi di dimissione per le donne in quasi tutti i target considerati.

L’analisi relativa ai giorni di degenza ha mostrato altresì che le femmine hanno avuto in tutto il triennio un periodo di degenza pari al doppio di quello dei maschi.

I dati del territorio

La terza variabile presa in esame dallo studio del Ministero è stata quella del flusso SISM, cioè l’attività di supporto alle patologie mentali messa in atto dal territorio per i soggetti maggiorenni.

E’ emerso che, per l’intero periodo considerato, sono state le femmine nelle fasce di età 18-21anni e 22- 25 anni quelle ad aver visto l’incremento maggiore nella percentuale di utenti adulti assistiti dai Dipartimenti di salute mentale per Disturbi del Comportamento Alimentare.