Indagine europea sulla salute, in Italia usiamo meno farmaci ma è allarme sulla riduzione di autonomia

L’Istat riporta i principali indicatori relativi all’indagine europea Ehis sulle condizioni di salute e il quadro, riguardo il nostro paese, che ne esce  è fatto di luci e ombre dove spicca il contenuto consumo di farmaci – prescritti e no – un basso ricorso al ricovero ospedaliero, un livello di malattie croniche tutto sommato nella media europea sebbene destino preoccupazione i livelli di riduzione di autonomia negli over 65.

Naturalmente, come si suole dire, l’Italia è lunga e stretta e le condizioni di salute e di assistenza sono diverse da regione a regione come dimostra anche il Rapporto dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità di Cittadinanzattiva.

Il documento dell’associazione per i diritti dei malati presentato ieri evidenzia una diseguaglianza nell’erogazione delle prestazioni più accentuata nelle regioni del sud sebbene, anche in alcune del nord, le difficoltà a mantenere adeguati livelli di performance risulta più faticosa che in passato.

Malattie croniche

Tornando al documento dell’ISTAT, rispetto alle malattie croniche l’indagine si riferisce a 15 patologie. Si va dall’artrosi all’asma, passando per la BPCO, il diabete e la depressione. I risultati sono diversi secondo il tipo di patologia. E così scopriamo che in Italia il numero di persone depresse è inferiore alla media UE. Stessa cosa per l’asma e per le malattie coronariche. Viceversa, patologie come l’artrosi, BPCO e l’Ictus superano i livelli dell’UE a 28.

Persone di 15 anni e più per tipo di malattia cronica dichiarata, sesso e classe di età. Italia e Unione europea (Ue28). Anno 2015 (per 100 persone con le stesse caratteristiche)

Persone di 15 anni e più per tipo di malattia cronica dichiarata, sesso e classe di età. Italia e Unione europea (Ue28). Anno 2015 (per 100 persone con le stesse caratteristiche)
Fonte Istat

Uso di farmaci

Già in precedenza Farmacianews.it aveva riportato i dati relativi al consumo di farmaci. In questo caso l’analisi dell’Istituto di statistica nazionale mette a disposizione i numeri di dettaglio di tutti i paesi dell’UE e dalle tabelle a disposizione si osserva come il ricorso ai medicinali nel nostro paese non è solo decisamente sotto la media dell’UE a 28, ma meno della metà di paesi che spesso prendiamo a riferimento come Germania e del Regno Unito. Questo vale per tutte le fasce di età e per entrambi i generi, sia per i principi attivi prescritti da medici sia per quelli che non necessitano di ricetta, e nel secondo caso la differenza è più marcata.

Persone di 15 anni e più per consumo di farmaci, integratori a base di erbe o vitamine

Persone di 15 anni e più per consumo di farmaci, integratori a base di erbe o vitamine
Fonte Istat

Rispetto al genere risulta quello femminile quello che fa più uso di medicinali ed anche in questo caso il fenomeno si ripete nelle varie fasce di età prese in considerazione. Infne, riguardo i farmaci non prescritti, vale la pena sottolineare come quest’ultimi siano maggiormente usati dalle persone più istruite e anche in questo caso il fenomeno vale per tutte le fasce di età.

Persone di 25 anni e più per consumo di farmaci, integratori a base di erbe o vitamine, sesso classe di età e titolo di studio

Persone di 25 anni e più per consumo di farmaci, integratori a base di erbe o vitamine, sesso classe di età e titolo di studio
Fonte Istat

Ospedalizzazione e riduzione di autonomia

Un’ultima rapida riflessione la meritano i dati sulle ospedalizzazioni e le riduzioni di autonomia. Nel primo caso la media dei ricoveri effettuati negli ultimi 12 mesi dalle persone con più di 15 anni è di circa il 20% in meno rispetto alla media dell’UE a 28 (italia 8,4%, Media Ue 28 10,6%). Anche in questo caso le differenze si ampliano se il confronto prende in considerazione paesi come Germania (15,2%) e Francia (12,1%). Da segnalare la presenza di nazioni con tassi inferiori come Regno Unito (8,3%) e Spagna (7,7%).

Persone di 15 anni e più con almeno un ricovero nei 12 mesi precedenti – Anno 2015

Persone di 15 anni e più con almeno un ricovero nei 12 mesi precedenti - Anno 2015
Fonte Istat

Situazione decisamente più complessa quella relativa alle riduzioni di autonomia nelle persone con più di 65 anni. In questo caso le tabelle mostrano una condizione di criticità in tutte le aree prese in considerazione quali ad esempio la cura della persona (Italia 11,2%, UE28 8,8%), la difficoltà nel mangiar da soli (Italia 3,6%, UE28 1,9%) e l’alzarsi e sdraiarsi dal letto (Italia 7,3%, UE28 4,7%), e questa volta se facciamo un confronto diretto con altri paesi (Germania e Francia) le differenze si allargano a nostro sfavore.

Insomma, non sarebbe sbagliato concludere che siamo certamente tra i paesi più longevi del mondo ma, superata una certa età, non tutti se la passano bene.