La lattoferrina viene prodotta naturalmente dall’organismo e può essere rinvenuta, in percentuali diverse, in tutte le secrezioni umane: dalla saliva alle lacrime alle mucose, anche se le concentrazioni maggiori si trovano nel latte umano.

Come tutte le proteine naturali, anche la lattoferrina è una proteina multifunzionale proprio perché il corpo sintetizza proteine complesse per rispondere a diverse esigenze e mai ad una soltanto. Già nei tempi antichi era stato compreso il potere curativo della saliva per alcune patologie oculari, anche se l’effettiva scoperta della lattoferrina è avvenuta, con il suo isolamento, nel 1939. La stessa è stata estratta per la prima volta dal latte bovino nel 1960.

La lattoferrina è stata il tema portante del Forhans Forum – evento promosso da Forhans (parte del Gruppo Uragme), azienda specializzata nella ricerca di nuove soluzioni per l’igiene orale, che ha sviluppato una specifica linea, Forhans Lattoferrina, primo sistema brevettato ad agire direttamente nel cavo orale.

Le capacità antinfettive e antinfiammatorie

La lattoferrina bovina e quella umana sono strutturalmente molto simili: la prima presenta un’omologa sequenza del 70% e le stesse funzioni della seconda. È pertanto efficace rispetto a numerose patologie che presentano un tema comune di patogenicità: infezioni e infiammazioni.

La lattoferrina grazie al suo legame con il ferro ha una importante attività antimicrobica. Appartiene difatti alla famiglia delle transferrine ed è una proteina capace di legare il ferro, un elemento indispensabile alla replicazione del DNA. Sottraendo il ferro di cui i patogeni hanno bisogno per replicarsi svolge pertanto un’attività batteriostatica. 

L’attività antivirale della lattoferrina è stata anche recentemente confermata dal Sars-Cov-2. Inibisce inoltre la moltiplicazione batterica e fungina, le specie reattive all’ossigeno – ROS e agisce da biofilm. Una concentrazione eccessiva di ferro libero è alla base di processi infiammatori e di una aumentato rischio infettivo; la lattoferrina, grazie al suo coinvolgimento nel meccanismo di controllo dell’omeostasi del ferro, svolge anche un’attività antinfiammatoria e immunomodulante.

Come nutraceutico: vantaggi e limiti

La lattoferrina è stata classificata come nutraceutico, elemento questo che ha consentito alle piccole e medie imprese di fare sperimentazioni direttamente sugli utilizzatori senza essere costrette ad effettuare dei trial clinici.

D’altro canto tuttavia, l’unico elemento contemplato dalle agenzie regolatore – FDA o EFSA – è quello relativo alla sicurezza del prodotto, cioè il fatto che non presenti effetti collaterali. Ne deriva tuttavia un mancato controllo di qualità che fa sì che talvolta i produttori mescolino tra loro diversi prodotti per aggirare il problema dei brevetti o che la lattoferrina venga sostituita con il colostro.

Guardando al futuro, tra criticità e prospettive

Elementi essenziali perché la lattoferrina sia efficace sono la sua integrità e concentrazione. Conoscere le sue caratteristiche chimico-fisiche appare pertanto fondamentale, in quanto le stesse influenzano la sua capacità di azione.

La lattoferrina pura è solo quella estratta dal latte ed è ben diversa dal colostro che presenta anche una diversa catena di glicosilazione.

Per il futuro, si auspica che il Ministero della Salute renda obbligatorio il controllo di qualità anche di questi prodotti.