Quali sono i vantaggi e i limiti per le catene e i distributori nel nuovo scenario della farmacia italiana dopo l’entrata in vigore della Legge sulla concorrenza? Rispondono in un videoconfronto Massimo Massa di Cef, Pierangelo Fissore di UniNetFarma e Mirko De Falco di FarViMa
I vantaggi e i limiti
“La possibilità di vendere libera le farmacie in crisi da difficoltà oggettive”, dice Massimo Massa, di Cef.
“Per un distributore intermedio avere farmacie di proprietà rafforza il suo potere contrattuale nei confronti dell’industria di marca e questo consente alle farmacie di proprietà e agli altri soci di migliorare la redditività”.
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Pierangelo Fissore, di UniNetFarma, mette invece l’accento sulla possibilità, per le farmacie che si affidano a un network, di “sfruttare risorse che singolarmente non potrebbe avere se non attraverso un esborso economico non indifferente” e di valorizzare la figura del farmacista.
Oltre all’ingresso di nuovi soggetti, aggressivi, sul mercato, Fissore evidenzia poi un aspetto inerente la farmacia stessa, che deve entrare in sintonia “con una nuova visione imprenditoriale” che ne faccia un vero e proprio “hub” della salute.
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Spingere le farmacie a evolvere la loro offerta per il paziente-cliente e risolvere problematiche finanziarie sono invece i benefici individuati da Mirko De Falco di FarViMa.
Parlando dei rischi, De Falco, lancia invece un allarme: “Il rischio principale che vedo è la possibilità che il profitto prevalga sulla salute”.
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