Arriva dalla Sicilia un nuovo approccio integrato per una corretta diagnosi e cura del paziente con lombalgia che poggia sulla centralità della medicina territoriale e del medico di medicina generale.

Stando all’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS, la lombalgia rappresenta a livello globale la prima causa di disabilità. Basti pensare che nel 2020 a soffrire di lombalgia cronica era un soggetto su 13, pari a circa 619 milioni di persone, con un +60% rispetto al 1990; si prevede inoltre un ulteriore aumento del 36,2% entro il 2050, con il coinvolgimento di 843milioni di soggetti.

Inoltre, oltre il 70% della popolazione mondiale è destinata a soffrire di almeno un episodio di lombalgia nel corso della vita, con conseguenti elevati costi economici e sociali. 

La gestione del paziente

Diverse linee guida raccomandano per la lombalgia il ricorso a terapie sia farmacologiche che non.

Quanto alle prime, il paracetamolo e i FANS sono i medicinali maggiormente impiegati per il controllo del dolore. Tuttavia, nel corso dell’ultimo triennio, il livello di prescrizione dei FANS per la lombalgia aspecifica ha subito un’impennata, con un +32% tra il 2020 e il 2023 a livello nazionale.

In considerazione dei numerosi effetti collaterali correlati all’assunzione di questi farmaci – gastrointestinali, renali, cardiovascolari – appare opportuno riconsiderare la loro reale efficacia nel trattamento del dolore acuto da lombalgia. Uno studio pubblicato su Science Translational Medicine, aveva evidenziato infatti che i pazienti con lombalgia che assumevano farmaci antinfiammatori come i FANS presentavano un rischio più elevato di soffrire di un dolore persistente e cronico. 

Quanto alle terapie non farmacologiche gli approcci sono diversi e spaziano dalla terapia cognitivo-comportamentale con educazione al paziente a programmi di esercizio fisico, terapia riabilitativa e terapie fisiche 

Gestione e costi associati: focus Sicilia

La gestione della lombalgia, spesso associata a comorbidità, è sovente demandata al MMG e ad una serie di specialisti che intervengono in ottica multidisciplinare per il controllo del dolore, così da ridurre la disabilità correlata e i costi economici e sociali.

A quest’ultimo riguardo, nella regione Sicilia nel 2023, l’INPS ha evidenziato 189.498 certificati di malattia rilasciati con diagnosi di lombalgia/lombosciatalgia (di cui 47.365 a Palermo) e una prognosi media di 3-5 giorni.

In un simile scenario appare di cruciale importanza la formalizzazione di linee di indirizzo che favoriscano la migliore presa in carico del paziente da parte della medicina del territorio con diagnosi precoce, appropriatezza prescrittiva e personalizzazione del trattamento, elementi questi che impattano positivamente anche sulla qualità di vita dell’assistito.

Linee guida di indirizzo per la gestione del paziente

La Sicilia è tra le prime regioni italiane ad aver definito delle linee guida di indirizzo per la corretta gestione del paziente con lombalgia nel setting della medicina generale, monitorando le buone prassi dei professionisti e alcuni indicatori specifici – demografia, condizione clinica, visita clinica, cure precedenti, approfondimenti diagnostici, trattamento prescritto, terapia fisica e supportiva – grazie alla compilazione da parte dei medici di medicina generale di questionari dedicati, implementati mediante una piattaforma informatica. 

Il progetto “lombalgia aspecifica”

La divulgazione delle linee guida d’indirizzo è avvenuta tramite alcuni webinar ECM regionali – promossi da Nusa servizi in collaborazione con la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale – FIMMG, con il supporto tecnico di OPT SpA e la sponsorizzazione non condizionante di Angelini Pharma – all’interno del progetto “lombalgia aspecifica” che ha coinvolto Sicilia, Veneto e Marche in un percorso formativo della durata di quasi 2 anni che ha inteso implementare le competenze, l’appropriatezza e i livelli di efficacia prescrittiva in una patologia complessa quale è la lombalgia aspecifica. 

«Si tratta di una condizione clinica caratterizzata da un’etiopatogenesi multifattoriale e che comprende anche fattori di disagio psichico e sociale che spesso aggravano il quadro di base determinando un notevole impatto sulla qualità della vita del paziente sia dal punto di vista personale sia da quello familiare e lavorativo. Il modello assistenziale utilizzato durante questo percorso, e conosciuto come Comunità di Pratiche, ha permesso un confronto strutturato tra competenze ed esperienze dei partecipanti al progetto, determinando un rafforzamento di quella rete assistenziale tra medicina generale e medicina specialistica che rende il percorso di cura più aderente ai bisogni del paziente e attento alla real life», ha sostenuto Massimo Magi, Presidente di Nusa Servizi.

Verso un PDTA regionale

«La lombalgia rappresenta una delle cause più frequenti di accesso diretto allo studio del MMG, dal momento che quest’ultimo è quasi sempre il primo sanitario che inizia il percorso assistenziale del paziente lombalgico e rappresenta un problema di salute con un notevole impatto socio-economico in termini di giornate di lavoro perse e di costi sanitari. La lombalgia aspecifica ha una prevalenza del 29% in medicina generale, seconda solo all’ipertensione arteriosa. Eppure assistiamo ad un’estrema variabilità prescrittiva per le terapie, per la durata delle stesse e per le indagini diagnostiche. In genere l’estrema variabilità è espressione di bassa appropriatezza. Pertanto Fimmg e Nusa Servizi hanno dato il via, attraverso la redazione di Linee di Indirizzo per la corretta gestione del paziente con lombalgia aspecifica, elaborate dal confronto dei MMG e degli specialisti, alla costruzione di un modello che può rappresentare la base per l’istituzione di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) regionale che consenta a tutti i cittadini di beneficiare di percorsi assistenziali omogenei e validati dal punto di vista scientifico», ha spiegato Luigi Galvano, segretario della FIMMG Sicilia.

I risultati ottenuti 

I risultati del progetto, illustrati in occasione di una conferenza stampa ospitata presso la sede dell’Ordine dei medici di Palermo, hanno mostrato in primis il conseguimento di una migliore appropriatezza prescrittiva, con una riduzione di circa il 30% nella prescrizione di FANS da parte degli MMG e un incremento di quasi il 100% nell’utilizzo del paracetamolo.

Altresì è stato riscontrato un incremento nel ricorso ai miorilassanti e agli antidepressivi, fondamentali questi ultimi in considerazione della natura bio-psico-sociale della patologia.