Nel 2023 è stato riscontrato in tutta Europa un significativo aumento dei casi di morbillo, con oltre 21mila ospedalizzazioni e 5 decessi.

Nel nostro Paese il sistema di sorveglianza, coordinato dal Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità – ISS, ha registrato nell’anno 43 casi di morbillo, in forte aumento rispetto ai 15 casi del 2022. Nell’anno in corso, sono stati segnalati 29 casi a gennaio e 35 a febbraio, di cui il 30-40% ritenuti importanti.

Individuata una variante che sfugge ai test

Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Milano e dell’Istituto Superiore di Sanità ha identificato anche in Italia una variante di morbillo appartenente al genotipo D8 – già precedentemente descritta in Svizzera – in cui si riscontrano alcune mutazioni nel target preferenziale dei test per la diagnosi molecolare, la nucleoproteina N, che danno una leggera perdita di sensibilità ad uno dei test molecolari in uso in Svizzera – anche se diverso da quello utilizzato maggiormente nel nostro Paese. 

Questa identificazione non evidenzia particolari criticità anche se suggerisce l’opportunità di mantenere alta l’attenzione e verificare l’eventuale necessità di un aggiornamento dei test molecolari. Piace qui ricordare in ogni caso che per confermare la diagnosi di morbillo i principali test in uso sono quelli di tipo sierologico per la misurazione delle IgM specifiche, ben oltre i test molecolari.

Non compromessa l’efficacia dei vaccini

Nonostante l’individuazione della variante sopra citata in grado di sfuggire ai test molecolari, è possibile escludere che le mutazioni possano in alcun modo influenzare l’efficacia del vaccino. 

Difatti, il virus del morbillo risulta essere estremamente stabile e la vaccinazione, sia nella sua forma trivalente con rosolia e parotite (MMR), sia nella sua formulazione tetravalente contenente il virus varicella-zoster (MPRV) è in grado di innescare una risposta immunitaria forte e rappresenta una protezione efficace contro tutti i genotipi circolanti.

L’evoluzione naturale del virus in un ceppo che sfugga al vaccino è, alla luce delle evidenze attualmente disponibili, un evento altamente improbabile.