A livello europeo a soffrire di diabete è oggi circa 1 soggetto su 10, che si traduce in circa 60 milioni di persone che, stando alle previsioni, potrebbero raggiungere gli 81 milioni nel 2045, con un incremento del 35%. Senza contare coloro che non hanno ancora ricevuto una diagnosi e quelli in pre-diabete.

Il diabete, con i suoi dati in costante aumento e le importanti ricadute in termini di salute – dalla cecità all’insufficienza renale all’amputazione degli arti inferiori – viene considerato una ‘pandemia silente’ che i sistemi sanitari non sono attrezzati a gestire al meglio.

I dati italiani

Nel 2022 i cittadini che avevano ricevuto una diagnosi di diabete si attestavano a 3,9 milioni, pari al 6% della popolazione. Nel 2020 il diabete è stato la causa principale o una concausa di 95mila decessi e la patologia ha impattato sull’8% del budget sanitario totale, con un costo medio annuo per paziente di 2.800euro, attribuibili per la maggior parte a ospedalizzazioni e complicanze.

EUDF Italia

Partendo dall’esperienza dello European Diabetes Forum – fondato dall’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD) – nato con l’obiettivo di riunire gli stakeholder del mondo del diabete in Europa e proporre ai sistemi sanitari le soluzioni migliori per contrastare questa ‘pandemia’, EUDF Italia ha preso avvio come costola del progetto europeo.

Si tratta di un network indipendente che mira ad operare in sinergia con le parti interessate per garantire che gli avanzamenti della ricerca possano trovare riscontro in azioni politiche efficaci a livello nazionale.

Il forum nazionale è coordinato dal Professor Agostino Consoli, ed è promosso dalla Fondazione Diabete Ricerca, in collaborazione con EUDF, Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, FeSDI – Federazione delle Società scientifiche di Diabetologia Italiane, SID – Società Italiana di Diabetologia, AMD – Associazione Medici Diabetologi, Fondazione AMD. Executive Director & General Manager di EUDF Italia è Federico Serra.

Ripensare la gestione della malattia

“Di fronte all’incalzare di una patologia così diffusa e all’impatto che essa esercita sulla qualità di vita dell’individuo e sull’impegno economico e sociale è necessario che tutte le componenti che agiscono in ambito diabetologico si sforzino per ripensare a una gestione della malattia rinnovata, più efficace e più razionale. L’impegno è di restituire la piena capacità di tutte le persone con diabete di vivere una vita piena e contribuire fattivamente alla crescita sociale. Le accresciute conoscenze, le innovazioni diagnostiche e terapeutiche, il veloce sviluppo di nuove tecnologie devono fare ripensare in chiave moderna ed efficace l’organizzazione dell’erogazione della assistenza sanitaria diabetologica. EUDF intende favorire questo processo a livello europeo così come a livello degli stati membri grazie a una stretta collaborazione con le organizzazioni locali così come sta avvenendo con EUDF Italia” ha dichiarato il Professor Stefano Del Prato, Presidente EUDF.

I gap italiani

Nonostante leggi, regolamentazioni e linee guida, si riscontrano ancora molte difficoltà nella gestione del diabete in Italia, a partire dagli evidenti gap ancora presenti tra le diverse regioni italiane.

Ma non soltanto: l’aumento delle malattie croniche, come il diabete, necessita di un ripensamento del rapporto assistito-territorio nella direzione di una maggiore integrazione tra le strutture diabetologiche e la medicina territoriale. Esiste poi una difficoltà di accesso ai dati, non esistendo registri né per il diabete tipo 1 né per il tipo 2. Insufficiente poi la digitalizzazione e, ancor più la prevenzione che ancor oggi non viene vista come una priorità.

“EUDF Italia nasce con l’intento di fare da “cinghia di trasmissione” alle iniziative europee di EUDF, declinandole a livello nazionale. Non è, non vuole e non deve essere una nuova Associazione di professionisti o di persone con diabete, né tantomeno una nuova Società Scientifica alternativa o parallela a quelle già esistenti, che svolgono quotidianamente uno straordinario lavoro. Consiste, invece, in una “piattaforma di pensiero”, aperta all’apporto di tutti coloro che affrontano e, ovvero si confrontano con il diabete e con l’obesità. Un apporto necessario che, organizzato e convogliato nei canali più appropriati, serva a costruire una “griglia di azione”, una sorta di road map alla quale possano attingere i decisori per implementare politiche efficaci ed efficienti e fornire risposte utili e concrete ai bisogni di assistenza, di ricerca, di organizzazione che malattie a prevalenza così alta come il diabete e l’obesità suscitano nella popolazione”, ha sostenuto il Professor Consoli.

I dieci punti chiave del Manifesto di EUDF Italia

Il primo evento di EUDF Italia è stato anche l’occasione per presentare il Manifesto, articolato in 10 punti: implementare l’assistenza integrata, per favorire un’assistenza continua, coordinata e focalizzata sui risultati; potenziare e razionalizzare l’assistenza alla persona con diabete, favorendo la crescita di strutture specialistiche per l’adulto e per il bambino in collegamento con il territorio.

Favorire la digitalizzazione sanitaria per aiutare a prevenire, diagnosticare e curare il diabete e migliorare l’aderenza delle persone affette dalla malattia; promuovere l’uso di registri e dei sistemi di raccolta dati; aumentare i fondi per la ricerca sul diabete e sulle malattie endocrinometaboliche; formare personale sanitario (infermieri, podologi, psicologi, dietologi…) da inserire nei team multidisclipinari per migliorare il sistema di cura della persona con diabete in tutte le fasce di età.

Incrementare i posti per i medici in formazione specialistica in endocrinologia e malattie del metabolismo; tutelare i diritti della persona con diabete nell’attività lavorativa, scolastica e sportiva; promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini sulla prevenzione dell’obesità e del diabete, centrate su corretta educazione alimentare e attività fisica; garantire il pieno accesso alle cure e ai trattamenti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, assicurando equo accesso all’impiego delle tecnologie avanzate, in particolare in età pediatrica.