In Italia ancora 4 giovani su 10 non conoscono il Papilloma virus – HPV. Più in generale, i ragazzi e i giovani adulti italiani hanno poche idee e molto confuse su cosa sia il papilloma virus, come si trasmetta, sulle potenziali malattie frutto di un’infezione persistente e sulle opportunità di prevenzione. 9 su 10 sono, tuttavia, interessati a saperne di più.

È quanto emerge da un’indagine nazionale condotta nel mese di febbraio 2024 da AstraRicerche per Fondazione Umberto Veronesi ETS, realizzata grazie a 1.206 interviste rivolte ad un campione rappresentativo di 18-29enni e presentata il 4 marzo scorso in occasione della Giornata Mondiale contro l’HPV nel corso di un evento organizzato da Regione Lombardia.

Gli obiettivi dell’indagine

Il questionario – sviluppato in base ad una precedente analisi di testi online in merito al tema – ha inteso indagare il livello di conoscenza del papilloma virus nel target 18-29 anni a livello di diffusione, effetti patologici, modalità di prevenzione del contagio, comportamenti da mettere in atto in caso di positività nonché ricorso alla vaccinazione. La survey ha altresì indagato l’interesse dei connazionali a saperne di più.

«Viviamo un momento storico cruciale, in cui grazie a vaccinazione, test di screening e al miglioramento delle terapie esiste la possibilità reale e concreta di debellare le malattie provocate dal Papilloma Virus, primo fra tutti il tumore della cervice. I più giovani sono la fascia di popolazione più direttamente coinvolta, perché sono i primi ad essere toccati da quella che è la più comune fra le infezioni sessualmente trasmesse e sono coloro che possono cambiare il loro destino cogliendo le opportunità di prevenzione e di diagnosi precoce. Ecco perché è fondamentale conoscere che cosa pensano e che cosa sanno, e assicurarci di continuare a fare il massimo affinché siano informati e messi nelle condizioni di compiere scelte consapevoli» – ha dichiarato Monica Ramaioli, Direttore Generale di Fondazione Umberto Veronesi ETS. 

I risultati principali dell’indagine: cos’è l’HPV

Rispetto alla conoscenza dell’HPV, il 6% del campione ha ammesso di non averne mai sentito parlare mentre un terzo (il 33,3%) l’ha sentito nominare ma non sa cosa sia. Consapevole del problema il 60,8%, con una prevalenza femminile – 74% vs 48% – e una conoscenza che aumenta al crescere dell’età.

Tra coloro che ignorano cosa sia il papilloma virus, la percentuale più consistente è rappresentata dai maschi più giovani appartenenti al target 18-21 anni. A livello territoriale, risultano più informati i giovani del Nord-Ovest (67%) e meno quelli del Triveneto (53%).

Anche tra coloro che dichiarano di conoscere il problema, permane una certa confusione con riguardo ad aspetti cruciali, come il fatto che colpisca allo stesso modo sia maschi che femmine: il 14,4% pensa si tratti di un problema esclusivamente femminile, mentre il 3% crede che ad infettarsi siano solo gli uomini.

La trasmissione del virus

Ancora maggiori sono le incertezze relative agli aspetti più specifici del problema, come ad esempio le modalità di trasmissione del virus.

A tale riguardo, il 41,4% degli intervistati crede che il preservativo sia sufficiente ad evitare l’infezione allorchè, nel caso del Papilloma virus riduce i rischi ma non li azzera dal momento che l’HPV si trasmette con il contatto fra tessuti e mucose ano-genitali e orali.

Altresì, oltre la metà degli intervistati crede erroneamente che il virus si trasmetta tramite saliva e sangue. Ancora, a fronte di un 54% che riconosce correttamente che il contagio può avvenire tramite rapporti sessuali orali, il 29,8% dichiara di non sapere e il 15,8% esclude tale ipotesi.

Come ridurre il rischio di infezione

Per quanto riguarda la prevenzione, ovvero le modalità più efficaci di ridurre il rischio infettivo, solo il 60,6% indica la vaccinazione. Oltre la metà (51,2%) ritiene che siano efficaci la cura dell’igiene intima e di quella del cavo orale, il 23,9% pensa che aiutino una vita attiva e una dieta equilibrata.

La disinformazione comprende anche le manifestazioni dell’HPV, tanto che numerosi sono coloro che credono sia sintomatica; altresì, oltre un quarto (27,3%) degli intervistati crede che la maggior parte delle persone entrate in contatto con il virus vadano incontro allo sviluppo di un tumore.

Solo 1 intervistato su 3 è consapevole che il papilloma virus rappresenti la causa di quasi tutti i tumori della cervice uterina, il 41,6% che provoca anche altri tumori non solo femminili e non solo all’apparato genitale; solo il 25% riconosce che è una delle cause dei tumori dell’ano.

Test di screening e vaccinazione

Per quanto riguarda i test per la prevenzione dei tumori della cervice, la metà del campione non ha ben chiaro cosa sia il Pap test mentre a conoscere il test per l’HPV è appena 1 su 4.

Di tutti coloro che affermano di conoscere l’HPV solo la metà sa che il programma di screening per i tumori del collo dell’utero si rivolge a tutte le donne fra i 25 e i 64 anni. Per quanto riguarda la vaccinazione, tra quanti dichiarano di conoscere l’HPV, solo un terzo risulta a conoscenza di un programma di vaccinazione offerto gratuitamente a maschi e femmine a partire dagli 11 anni di età e che è possibile vaccinarsi autonomamente anche in età adulta.

Altresì, appena il 27% sa che è possibile vaccinarsi gratuitamente fino ai 18 anni di età e che occorrono due dosi a distanza di 6 mesi o 3 se l’avvio della profilassi avviene dopo i 15 anni.

Coperture vaccinali e pregiudizi 

A dichiararsi vaccinato è il 47% delle donne e il 20% degli uomini, per un dato complessivo pari al 33,9%; il 45,6% non si è ancora vaccinato ma intende farlo; non vaccinato e contrario alla vaccinazione il 20,5%. 

La percentuale più alta di vaccinazione si riscontra tra le donne di età compresa tra 22 e 25 anni (55%) rispetto a quelle di 18-21 anni (46%). 

Tra quanti dichiarano di non volersi vaccinare, circa un terzo (30%) sostiene di non averne bisogno perché protetto dal preservativo; il 17,1% ritiene l’HPV e le malattie correlate un rischio non grave per ricorrere ad un vaccino; altri temono effetti collaterali dannosi (23,5%) o ritengono la vaccinazione non efficace perchè attiva solo contro alcuni tipi di infezione (14,3%); il 20,7% ha superato l’età della gratuità e ritiene il costo della vaccinazione troppo elevato; il 12,3% ha ricevuto consigli contrari e il 14,7% si dichiara ‘no vax’.

Nonostante le informazioni ancora in buona parte erratiche o carenti, incoraggiante riscontrare che ben l’87% del campione è interessato a sapere di più sia dell’HPV che della vaccinazione.