Patologie correlate all’età: serve focalizzarsi sull’autonomia della persona

Con il progressivo invecchiamento della popolazione, la sanità deve prestare grande attenzione alle patologie correlate all’età, avendo come obiettivo l’autonomia della persona anziana e la sua integrazione sociale. È il messaggio emerso dall’incontro ‘Manifesto Europeo per un’Europa più sana. Vivere più a lungo, vivere meglio’, con focus specifico sulle malattie cardiache correlate all’età

Stiamo assistendo a un lento ma progressivo invecchiamento della popolazione; un fenomeno che in Italia è ancor più significativo tenuto conto che il nostro Paese è tra i più longevi a livello globale. Già lo scorso anno si è registrato un trend (preoccupante) che ha visto il numero degli ultra sessantenni superare il numero di coloro che hanno un’età inferiore ai 30 anni, producendo, in tal modo, un ribaltamento nell’approccio del welfare, che deve essere meglio calibrato in relazione alle problematiche connesse alle persone anziane. A fronte del costante aumento del numero dei pensionati, si registra un sensibile, altrettanto costante, calo delle nascite. A ciò si aggiungono i circa 100mila italiani che ogni anno lasciano il Paese per andare a lavorare all’estero. Le prospettive per il futuro sono, dunque, allarmanti.

patologie correlate all'età

Si calcola che in Europa, nel 2040, ci saranno 115milioni di ultra 65enni, che assorbiranno circa  ¼ delle prestazioni sanitarie complessive. Inoltre, se nel 2016 l’indice di dipendenza degli anziani sull’intera popolazione (15-64 anni) era stimata in ragione del 30%, si calcola che questa percentuale salirà al 46% nel 2040, con conseguenti, ed evidenti, sensibili, ricadute sul sistema sanitario e sulla società nel suo complesso. Di fronte a quella che si prospetta come una reale emergenza, non resta che fare grande attenzione alle patologie correlate all’età, avendo come obiettivo l’autonomia della persona anziana, la sua integrazione sociale, dandole la possibilità di fornire un contributo alla costruzione di una società più giusta e più solidale.

Sono questi i temi cardine dell’incontro dal titolo ‘Manifesto Europeo per un’Europa più sana. Vivere più a lungo, vivere meglio’, promosso da Federanziani, tenutosi a Roma lo scorso 23 ottobre, che ha avuto un focus specifico sulle malattie cardiache correlate all’età.

Prevenzione e gestione delle cronicità

Raffaele Antonelli Incalzi, Presidente della SIGG – Società Italiana di Gerontologia e Geriatria, si è soffermato su due temi chiave: la prevenzione delle malattie e la gestione delle cronicità. Due i tipi di prevenzione sui quali si è soffermato: da un lato, la prevenzione che dovrebbe iniziare sin dalla prima infanzia (si consideri, ad esempio, che in tante regioni del Sud Italia l’obesità giovanile è a livelli tra i più alti in Europa, così come l’esposizione al  fumo parentale), dall’altro, la prevenzione in età adulta, che deve concentrarsi ancor di più sugli stili di vita, che devono essere meno sedentari e accompagnati da una corretta alimentazione. Ciò senza tralasciare la consapevolezza che nell’età geriatrica molto spesso i veri ‘rischi’ sono dovuti al declino degli stimoli cognitivi, all’isolamento sociale, alla progressiva deprivazione sensoriale; rischi questi che interessano tanto l’ambito sanitario quanto quello sociale. Purtroppo, nel nostro Paese le due dimensioni sono ancora piuttosto scisse l’una dall’altra.

Per quanto attiene alla gestione delle cronicità sopravvenute, queste vanno gestite prendendo in considerazione tre dimensioni dell’anziano: fragilità, cronicità, disabilità. “La situazione geriatrica”,  ha proseguito Antonelli Incalzi, “è multidimensionale e richiede interventi mirati e adeguate competenze, frutto di una corretta formazione. La giornata odierna prende in considerazione le cardiopatie strutturali proprio perché, diversamente da altre patologie, hanno una chance di reversibilità parziale in caso di interventi mirati, sia preventivi, sia correttivi”.

L’importanza dell’intervento mirato è stata confermata anche da Raffaele Migliorini, Responsabile del Coordinamento Medico Legale dell’INPS, il quale ha sostenuto che dal 2000, proprio grazie al diffondersi della prevenzione, le patologie cardiologiche sono scese al 4° posto (le prime tre posizioni sono state occupate da: 37% tumori, 24% turbe mentali, 13% malattie del sistema nervoso centrale) nella classifica delle domande di invalidità presentate all’Istituto di Previdenza Sociale. Migliorini ha quindi segnalato una diversa distribuzione su base regionale degli assegni di invalidità, spesso indicatore di trattamenti sanitari diversi su base regionale.

Più attenzione alle patologie cardiovascolari

È stato quindi Andrea Ungar, Membro del Consiglio direttivo SICGe – Società Italiana di Cardiologia Geriatrica, a ricordare che spesso non si dà la giusta attenzione alle malattie cardiovascolari, che restano a tutt’oggi la prima causa di morte, oltre che le prime cause di ricovero e presentazione in ambulatorio. “Il problema degli anziani”,  ha tuttavia sottolineato Ungar, “non è nella malattia, quanto più nell’abilità o meno nel compiere i gesti del quotidiano. È infatti frequente che la disabilità sia un problema presente e invalidante di molti anziani. Dunque la valutazione dell’anziano deve passare attraverso tre step:

  • mantenimento funzionale
  • battaglia all’ageismo (curare in modo adeguato ridà ‘funzione’ agli anziani permettendo un risparmio anche a livello sanitario)
  • intervento tempestivo.

Mmg e farmacisti le principali figure di riferimento

Eleonora Selvi, di Federanziani, ha diffuso quindi alcuni dati di una ricerca condotta dalla Federazione la quale ha evidenziato, per i senior, l’importanza del medico di medicina generale e del farmacista, che rappresentano le loro principali figure di riferimento. Dall’indagine è emerso che gli over 65enni: cercano informazioni sanitarie rivolgendosi, soprattutto e innanzitutto, al medico di base e al farmacista; fanno scarso ricorso ai vaccini (50,4%); lamentano una scarsa comunicazione tra le diverse figure sanitarie, le liste d’attesa troppo lunghe, e l’esistenza di una diversa offerta sanitaria a livello regionale – pur riconoscendo una grande professionalità alle figure sanitarie con cui sono entrati in contatto; le patologie che temono maggiormente sono il cancro e l’alzheimer, seguite da cardiopatie e ictus (alcune patologie cardiache sono a loro del tutto sconosciute).

Il commento del Vice Ministro Sileri

Il Vice Ministro della Salute, Pier Paolo Sileri, dal canto suo, si è dimostrato ottimista: il nostro Ssn è il 4° nel mondo e 2° in Europa, anche se permangono disuguaglianze territoriali che vanno colmate, auspicando alcuni interventi, a partire dalla prevenzione, per assicurare la sostenibilità del nostro sistema sanitario e la salute dei cittadini. La qualità della vita degli anziani è un tema europeo e non solo nostrano e proprio su questo è intervenuto, infine, Brando Bonifei, membro del Parlamento Europeo, sottolineando quanto, a livello UE, si stia lavorando per un’armonizzazione degli interventi in ciascun Paese con piani di screening, prevenzione e ricerca.